Pubblicità ingannevole e concorrenza sleale: Apple si trova al centro di una controversia legale negli Stati Uniti. La causa, presentata presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti a San Jose, sostiene che Apple abbia promosso funzionalità avanzate di intelligenza artificiale, in particolare una versione potenziata di Siri, che non sono state rese disponibili come pubblicizzato.
La causa
I querelanti affermano che le campagne pubblicitarie di Apple hanno creato l’aspettativa che queste “funzionalità trasformative” sarebbero state disponibili al momento del lancio dell’iPhone 16 nel settembre 2024. Tuttavia, molte di queste funzionalità sono state ritardate, e alcune ancora non sono disponibili. La causa sostiene che Apple abbia continuato a promuovere queste capacità anche dopo aver saputo che non sarebbero state pronte in tempo, inducendo milioni di consumatori ad aggiornare i loro dispositivi basandosi su informazioni fuorvianti.
Un esempio specifico citato nella causa è una pubblicità di settembre con l’attrice Bella Ramsey, che mostrava funzionalità di Siri che a oggi non sono disponibili. Sebbene Apple abbia successivamente rimosso l’annuncio da YouTube e aggiunto disclaimer sul suo sito dopo aver annunciato i ritardi, i querelanti sostengono che nel frattempo milioni di consumatori hanno acquistato dispositivi convinti dallo spot. I dati di vendita, in realtà, mostrano che né Apple né altri costruttori stiano traendo significativi vantaggi dall’introduzione di funzioni di intelligenza artificiale.
La causa punta allo status di class action e promette risarcimenti di danni non meglio specificati per coloro che hanno acquistato dispositivi compatibili con Apple Intelligence, tra cui gli ultimi iPhone, iPad e Mac, aspettandosi l’intera gamma di funzionalità pubblicizzate. Presentata dallo studio legale Clarkson, che ha già citato in giudizio Google e OpenAI per pratiche legate all’AI, la causa evidenzia l’aumento dell’attenzione sulla capacità di Apple di mantenere le sue promesse nel panorama competitivo dell’AI. L’azienda non ha ancora risposto direttamente alla causa, ma si prevede che contesterà vigorosamente le accuse.
Attualmente, la timeline di Apple preveda ancora un rilascio graduale delle varie funzioni, puntando sulla qualità più che sulla risposta diretta ai concorrenti. L’azienda ha reso disponibili alcune funzionalità di Apple Intelligence, come strumenti di scrittura e riepiloghi delle notifiche, con gli aggiornamenti iOS 18.1 e 18.2 alla fine del 2024. Tuttavia, le migliorie più rilevanti di Siri, che richiedono l’integrazione con il contesto personale e la funzionalità cross-app, rimangono in sospeso almeno fino al prossimo anno. Alcuni insider, secondo Bloomberg, ipotizzano che le funzionalità ritardate possano essere abbandonate a favore di un sistema ripensato da zero.
Il fronte interno
Sul fronte interno, però, c’è qualcun altro che non è contento di Apple Intelligence. È Tim Cook, che pare abbia espresso insoddisfazione per i progressi nello sviluppo dell’AI di Siri. Così ha recentemente riorganizzato la leadership del team Siri nel tentativo di rilanciare l’assistente vocale e le sue funzionalità di intelligenza artificiale. Mike Rockwell, precedentemente a capo del Vision Products Group responsabile dello sviluppo del visore Vision Pro, è stato nominato nuovo responsabile di Siri. In questo ruolo, Rockwell riporterà direttamente al vicepresidente senior del software, Craig Federighi.
Tim Cook avrebbe perso fiducia nella capacità di John Giannandrea, precedente capo dell’intelligenza artificiale in Apple, di portare avanti lo sviluppo di Siri. Giannandrea continuerà a supervisionare la ricerca e lo sviluppo nel campo dell’AI, ma non avrà più un ruolo operativo diretto su Siri.
La nomina di Rockwell è interpretata come un tentativo di infondere nuova energia nel progetto Siri. Durante lo sviluppo del Vision Pro, Rockwell aveva proposto l’integrazione di Siri come principale metodo di controllo del dispositivo, mostrando un interesse per l’evoluzione dell’assistente vocale. La sua esperienza col visore potrebbe rappresentare un punto di svolta per Siri, che negli ultimi anni ha affrontato critiche per la sua lentezza e imprecisione rispetto ai concorrenti.
Contestualmente, Paul Meade, già responsabile dell’hardware per il Vision Pro sotto la guida di Rockwell, diventerà responsabile del Vision Products Group. La ristrutturazione interna riflette l’impegno di Apple nel migliorare Siri e colmare il divario con concorrenti come OpenAI e Google. Resta da vedere come queste modifiche influenzeranno l’evoluzione futura dell’assistente vocale e se riusciranno a soddisfare le aspettative degli utenti in termini di prestazioni e funzionalità avanzate. E resta da vedere anche cosa succederà con Vision Pro e tutti gli investimenti di Apple sulla realtà mista e aumentata.
Fonte : Repubblica