L’Italia è il Bel Paese dove si possono criticare e dileggiare la Bibbia, il concetto di famiglia e persino le forze dell’ordine, ma i ‘totem’ della sinistra no. La Costituzione? È la più bella del mondo. Il Manifesto di Ventotene? Intoccabile.
Oh mio Dio, il presidente del Consiglio ha criticato il saggio turbo-europeista che il quotidiano Repubblica ha venduto in allegato al giornale in piazza del Popolo in occasione della manifestazione di sabato scorso, organizzata da Michele Serra. Apriti cielo! L’Europa, si sa, è un tema divisivo e criticarla proprio all’indomani del ritorno in Parlamento dell’ex premier ed ex presidente della Bce Mario Draghi suona quasi come un reato di lesa maestà.
Poi, figure come Altero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio non sono criticabili per il semplice fatto di essere stati antifascisti perseguitati e spediti in esilio all’isola di Ventotene dal regime. I passaggi sull’abolizione della proprietà privata e sulla dittatura del proletariato, secondo la sinistra, sono stati citati in maniera parziali e de-contestualizzati dal periodo storico in cui il manifesto è stato scritto.
Ammesso e non concesso che questo sia vero, Meloni ha svelato che “il re è nudo”. L’Unione Europea, al pari dell’antifascismo, è il nuovo parafulmine attorno al quale il centrosinistra italiano pare aver trovato una sintesi, un ‘feticcio’ da difendere a ogni costo.
“Questa non è la mia idea di Europa” è la frase che risuona tra i banchi di Montecitorio come uno spartiacque tra maggioranza e opposizione. Ma veramente qualcuno immaginava che Meloni, una volta arrivata a Palazzo Chigi, ripudiasse il suo euroscettismo? Farlo vorrebbe dire ripudiare sé stessa, ma il punto non è questo. La verità è che esiste una differenza netta tra la teoria e la prassi.
Dalla teoria al mostro burocratico
In linea teorica, Marx propugnava ideali nobili come l’uguaglianza e la giustizia sociale, ma la prassi è dimostra che il socialismo reale, cioè è il comunismo, ha portato alla povertà e a migliaia di morti in ogni Paese del mondo in cui è stato praticato. L’Italia si è salvata soltanto grazie alla vittoria della Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi del 1948 altrimenti una vittoria del Fronte Popolare avrebbe fatto precipitare l’Italia da una dittatura a un’altra.
L’antifascismo è un’ideale sacrosanto e condivisibile, ma negli anni 60 e 70 ha portato agli anni di piombo e alla lotta tra opposti estremismi che ha determinato l’uccisione dei fratelli Mattei col rogo di Primavalle e di Sergio Ramelli, ammazzato a sprangate.
E, tornando indietro nel tempo, il giornalista Giampaolo Pansa nei suoi ultimi libri ha raccontato le nefandezze compiute proprio dai partigiani. Le lotte femministe hanno portato al diritto all’aborto su cui non tutti legittimamente possono essere d’accordo. L’antirazzismo ha portato a una nuova degenerazione in base alla quale l’attrice che interpreta Biancaneve può anche essere di colore. O peggio ancora, le assunzioni devono essere compiute sulla base non del merito, ma di tutta una serie di quote basate sull’orientamento sessuale o sull’etnia razziale di riferimento.
L’ideale più nobile può nascondere tenebre
Questo cosa significa? Che anche l’ideale più nobile può nascondere delle tenebre. E così è stato per l’unione Europea. Passando dalla teoria alla prassi è nata un’entità transnazionale che a molti è apparsa un mostro burocratico inutile e costoso. Anche l’ideale di Europa federale sognato e agognato a Ventotene si è rivelato un incubo per molti europei.
Oggi si punta tanto il dito sul terribile sovranista ungherese Orban, ma circa 20 anni fa i francesi bocciarono la Costituzione europea e prima ancora i danesi bocciarono il referendum sull’Euro. Secondo i sostenitori del manifesto di Ventotene il problema è che l’Unione non è ancora completamente compiuto e serve +Europa (tanto per citare il partito di Riccardo Magi). Sì, è vero, non esiste l’idea di Europa propugnata da Spinelli e, probabilmente, anche alla luce dei passi citati da Meloni, è persino un bene.
Fonte : Today