José Bretón e il libro in cui racconta come ha ucciso i figli: la moglie chiede la censura

Torna a far parlare di sé José Bretón, l’uomo condannato a 40 anni di carcere in Spagna per aver ucciso i figli di 6 e 2 anni, questa volta per aver scritto un libro sulla sua storia. Dopo aver tolto la vita ai figli, bruciò e occulto i corpi dei bambini per vendetta nei confronti della moglie che voleva il divorzio. Nel libro Bretón ammette per la prima volta l’infanticidio, raccontando come ha ucciso i figli. Protesta la moglie, chiedendo che non venga data “voce agli assassini”.

La moglie chiede la censura del libro

Ruth Ortiz, la mamma dei due piccoli uccisi nel 2021 dal marito per vendetta nei suoi confronti, dopo aver appreso la notizia ha chiesto la sospensione della pubblicazione del libro intitolato ‘El odio’, la cui uscita era prevista per il 26 marzo. Non vuole subire nuovamente “un tremendo dolore e nuovi danni psicologici”. La donna ha chiesto al tribunale di Cordoba il sequestro cautelare del libro scritto dal giornalista Luisgé Martin dopo una serie di incontri in carcere con l’assassino. Dalla sua parte anche il tribunale per i minori di Barcellona, che si è unito alla richiesta di censura.

El Odio, libro di Luisgé Martin su José Bretón - X

La casa editrice difende il diritto alla pubblicazione

In attesa della decisione del tribunale l’editore Anagrama ha bloccato l’uscita del libro, difendendo però il diritto alla sua pubblicazione. In una nota scrive di essere “pienamente cosciente della mostruosità dei crimini commessi da José Bretón”, di comprendere “la sensibilità che può suscitare l’esplorazione della condizione dell’assassino”, affermando però il suo impegno per “la responsabilità editoriale e la libertà di espressione”.

La storica casa editrice acquisita nel 2010 dal gruppo Feltrinelli ricorda che “la letteratura tratta da sempre realtà complesse e dolorose, anche crimini che hanno segnato società intere” e che il libro su José Bretón “si allontana da ogni intenzione che non sia di presentare al lettore la malvagità dell’assassino, senza giustificare né scagionare il crimine, ma mostrandone, al contrario, l’orrore”. Facendo appello al “diritto fondamentale alla creazione letteraria” riconosciuto dalla Costituzione rivendica il diritto alla pubblicazione del libro.

Fonte : Today