Wired Health 2025, di cosa si è parlato al nostro evento sulla salute

AL centro di una ricerca di qualità c’è però sempre la persona: “Nell’ambito della ricerca la differenza la fanno sempre le persone, quindi bisogna garantire una filiera di talenti per formare dei ricercatori di un certo livello – spiega Anna Flavia d’Amelio Einaudi, consigliere Delegato di Università Vita-Salute San Raffaele e Direttore Ricerca dell’IRCCS Ospedale San Raffaele – Il Pnrr ha creato la possibilità di investimenti in infrastrutture e persone, dando un boost alla nostra presenza come italiani in un contesto internazionale ma bisogna essere anche strategici, identificando nicchie dove si può essere molto competitivi”.

Tra intelligenza artificiale, dati sintetici e algoritmi

Bart de Witte al Wired Health 2025

Franco Russo

Il modo in cui le informazioni mediche possono essere condivise è uno dei punti toccati da Bart de Witte, uno dei massimi esperti europei e un visionario nella trasformazione digitale della sanità. È co-fondatore di Isaree, un’azienda pionieristica che sta sviluppando un sistema operativo per l’IA medica e gli agenti AI, che lui definisce lo “Spotify dell’intelligenza medica”: “Stiamo guardando l’IA nel modo sbagliato, cioè solo come un software, invece bisogna pensarla come un modo per ‘comprimere’ la conoscenza medica. Questo permette di diminuire i tempi dell’innovazione in questo campo e salvare delle vite”. Guardando al tema del personale, secondo de Witte, nel futuro prossimo non sarà strano pensare che medici e infermieri possano avere un assistente virtuale che li aiuterà nel loro lavoro quotidiano. Carlo Tacchetti, dell’Università Vita Salute San Raffaele, precisa nel suo intervento l’importanza, all’interno della cornice delle regolamentazioni, di avere un approccio specifico per l’healthcare, che debba tenere conto “della privacy dei pazienti, della sicurezza e dell’affidabilità” per creare modelli pertinenti che possono usare procedure replicabili.

In ambito health, non si possono oggi ignorare i dati sintetici, cioè quelli generati artificialmente che replicano le caratteristiche di quelli reali, che hanno varie sfide davanti a loro, tra cui quella di non compromettere la privacy. Giulia Conti Head of Innovation, Business Excellence and Mature Portfolio di Novartis Italia, precisa: “L’applicazione della tecnologia in un sistema sanitario permette un risparmio immediato tra il 5 e il 10%. I nostri tavoli di lavoro in corso dimostrano che la tecnologia e i dati possono portare valore senza modificare la qualità di cura dei pazienti. Inoltre, l’interoperabilità delle discipline è fondamentale”. “Stiamo facendo bene in Unione europea a tenere il punto sulla difesa dei diritti fondamentali o c’è qualcosa che possiamo correggere? – si chiede Luca Bolognini avvocato cassazionista e presidente Istituto Italiano per la Privacy founding partner, ICTLC – Noi ci siamo concentrati fino adesso sulla protezione dei dati, un esempio è il Gdpr. Il legislatore europeo ora si è reso conto di uno sbilanciamento, perché nel frattempo il mondo è cambiato, sono arrivate nuove tecnologie che consentono un bilanciamento tra protezione e altri interessi”. Davide Ruffo di Aindo evidenzia le potenzialità del dato sintetico “la sua importanza statistica e rilevanza clinica” che può “offrire un’accelerazione di produzione di evidenze cliniche e la scoperta di nuove combinazioni e frontiere terapeutiche”.

Al servizio di una sanità più sicura ed efficiente gli algoritmi possono svolgere un ruolo importante. Esistono già oggi degli assistenti virtuali che stanno supportando il personale: “In Regione Veneto sull’accesso e il case management dei servizi, gli operatori hanno degli assistenti virtuali che li aiutano durante e dopo le chiamate dei pazienti. Se un cittadino chiama un numero di emergenza ed è indirizzato a un pronto soccorso, c’è un assistente virtuale che controlla se effettivamente ha fatto accesso e in caso negativo lo chiama per controllare” racconta Gianmario Cinelli, Docente Healthcare Management alla Bocconi e Fondatore di VerMed-AI. Per Alice Borghini di Agenas, un nodo cruciale nell’utilizzo dell’Ai generativa all’interno del Ssn sarà “la comprensione di questa tecnologia, la spiegazione ai vari attori, per usarla in maniera cosciente”.

Fonte : Wired