Morbillo, perché i casi sono in aumento (e quanto può essere pericoloso)

Il morbillo torna a preoccupare. I casi sono in aumento in tutta Europa, con l’Italia tra i paesi più colpiti dopo la Romania. Tra febbraio 2024 e gennaio 2025 si sono registrati più 32mila contagi nel Vecchio Continente e più di mille nella nostra Nazione. Nella gran parte dei casi si tratta di soggetti non vaccinati, mentre una minoranza riguarda vaccinati con una sola dose. Ad essere maggiormente colpiti sono i bambini sotto i 5 anni, che rappresentano il 40 per cento dei casi registrati sino ad ora.

Un’emergenza che riguarda anche l’Asia centrale e gli USA,in particolare, dove si contano già i primi morti: un bambino non vaccinato in Texas (non accadeva dal 2015) e un adulto non vaccinato in New Mexico. Cosa sta succedendo? Rischiamo che l’infezione si diffonda a livello globale? E quanto può essere pericoloso il virus? Facciamo il punto con la pediatra Elena Bozzola, membro del Tavolo Tecnico Vaccinazioni e Malattie Infettive della Società Italiana di Pediatria.

Dott.ssa Bozzola, in Europa è stato registrato il più alto numero di casi di morbillo negli ultimi 25 anni. L’Italia è tra i paesi più colpiti. A cosa è dovuta questa recrudescenza dei casi?

“Ci sono diverse ragioni alla base. Da una parte il tipico andamento ciclico e l’alta contagiosità del morbillo. Chiunque non sia protetto contro il morbillo può contrarre la malattia, nel proprio paese o mentre viaggia, e trasmetterlo facilmente ad altri. Una persona infetta può trasmetterlo a circa il 90 per cento dei contatti stretti suscettibili (non vaccinati o non immuni). Dall’altra parte vi è l’importazione da aree geografiche con elevata circolazione del virus. Il morbillo è una delle malattie infettive più contagiose e può facilmente attraversare i confini geografici e causare epidemie in qualsiasi comunità in cui le coperture vaccinali sono inadeguate, inferiori al 95 per cento”.

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Oltre la metà dei casi segnalati ha richiesto il ricovero ospedaliero. Negli USA, dove è in corso una vera e propria epidemia, sono morti un bambino e un adulto. Quanto può essere pericoloso il morbillo?

“Le complicanze del morbillo possono riguardare fino al 30 per cento dei casi. Le più frequenti sono le complicanze respiratorie e gastrointestinali, ma non bisogna dimenticare quelle neurologiche che, sebbene più rare, possono essere molto gravi e potenzialmente letali, anche a distanza di tempo da infezione acuta”.

Cosa pensa delle dichiarazioni del segretario alla Salute designato da Donald Trump? Robert F. Kennedy Jr ha espresso pesanti dubbi sulla sicurezza dei vaccini per i bambini.

“I vaccini contro morbillo-parotite-rosolia-varicella sono utilizzati da lungo tempo e rappresentano ad oggi la migliore strategia per la difesa nei confronti delle malattie infettive. Il vaccino è stato utilizzato in milioni di persone in tutto il mondo ed è sicuro ed efficace. Non esistono prove scientifiche a supporto di un nesso di causalità diretto tale da controindicarne l’uso. Al contrario, il virus del morbillo può causare la morte”.

Kennedy Jr ha anche promosso l’uso di integratori a base di vitamina A come trattamento per il morbillo. D’altro canto l’OMS ne raccomanda l’assunzione ad alte dosi per via orale per ridurre le complicanze. Esiste un’associazione positiva tra questa vitamina e un miglior decorso del morbillo nei bambini? Può ridurre il rischio di contrarre l’infezione?

“Teorie come quella che una corretta alimentazione o l’assunzione di vitamina A possano sostituire il vaccino sono scientificamente infondate. L’OMS raccomanda l’assunzione di vitamina A ad alte dosi per via orale per ridurre le complicanze (in particolare problemi visivi e cecità)”.

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Come si trasmette il morbillo?

“Il 90 per cento delle persone suscettibili esposte a una persona infetta contrae la malattia. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee e le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce; il virus rimane infettivo nell’aria e sulle superfici infette fino a due ore. Il virus non è trasmesso dagli animali, non esistono portatori sani o persone infette che non abbiano sintomi”.

Quali sono i sintomi, e le possibili complicazioni?

“Possiamo distinguere diverse fasi. Il periodo di incubazione di durata variabile (9 -15 giorni) è di solito asintomatico. In alcune situazioni si manifestano in forma sfumata con mal di testa, malessere o indebolimento fisico. I sintomi iniziano nel periodo di invasione, di breve durata (1-2 giorni), con febbre elevata, congiuntivite con bruciore, lacrimazione, secrezione acquosa, fotofobia, rinorrea, laringite, e comparsa in corrispondenza dei denti molari di piccole macchie di colorito biancastro simili a capocchie di spillo con un contorno rossastro a “spruzzatura di calce” (le cosiddette macchie di Köplik). Infine vi è il periodo esantematico, della durata di circa tre giorni, caratterizzato da febbre elevata, maculo papule di colore rosso vinoso che si estendono dal capo alle estremità di gambe e braccia, debolezza, malessere, sete intensa, insonnia, tremori, confusione. Nel periodo di guarigione, l’esantema scompare dopo 5-6 giorni dall’inizio della malattia, a partire dal capo. Le complicanze possono colpire diversi organi. Dagli ultimi dati disponibili è emerso che in circa un terzo dei casi ha avuto almeno 1 complicanza, e tra le più diffuse diarrea ed insufficienza respiratoria”.

Quando si fa il vaccino? 

“Il morbillo può essere prevenuto tramite la vaccinazione con vaccino vivo attenuato che, a partire dai nuovi nati dal 2017, è divenuto obbligatorio per i nuovi nati. Due sono le dosi previste, una tra i 12 e 15 mesi di età e la seconda dose a 5-6 anni”.

Anche gli adulti possono vaccinarsi?

“La vaccinazione può essere effettuata a qualunque età. Chi ha già avuto una o più delle malattie verso cui protegge il vaccino tri-/tetra- valente può vaccinarsi ugualmente senza rischi. Nel caso di soggetti adulti, sono previste 2 dosi di vaccino distanziate di almeno 28 giorni”. 

Una donna in gravidanza che si vaccina trasmette gli anticorpi al proprio bambino?

“Le donne in precedenza vaccinate contro il morbillo o che hanno contratto in precedenza la malattia trasmettono alcuni anticorpi al feto attraverso la placenta, offrendo una protezione iniziale. Anche l’allattamento può contribuire a supportare il sistema immunitario del neonato. Tuttavia, questa protezione diminuisce con il tempo, rendendo necessaria la vaccinazione intorno ai 12 mesi di età del bambino”.

Fonte : Today