(Ultimo aggiornamento: marzo 2025)
Belli da vedere, con il loro aspetto arrotondato che dona un tocco futuristico a ogni postazione informatica, i monitor curvi non sono solamente un piacevole diversivo di natura meramente estetica, ma sono un supporto in grado di fare la differenza e di rendere più confortevole e pratica la visualizzazione di una vasta gamma di contenuti. Che si tratti di immergersi nel vivo dell’azione di un videogioco o di farsi catturare da schermate contenenti dati su dati da elaborare, la curvatura del pannelli crea un effetto avvolgente che permette di concentrarsi al massimo, proponendo un orizzonte visivo che, per chi opta per i formati 21:9 e 32:9, offre un’ampiezza di visione che non ha eguali.
Come scegliere un monitor curvo
Ci sono monitor curvi pensati appositamente per il gioco e altri invece che sono una formidabile spalla in ambito lavorativo, ma sul mercato non mancano soluzioni che si muovono in entrambe le direzioni e si propongono a chi vuole ottimizzare lo spazio sulla scrivania, che sia per dovere o per piacere. In generale, un monitor curvo ha il grande pregio di creare una sorta di tridimensionalità grazie alle due estremità che si avvicinano all’utente coprendo la zona più periferica dello sguardo: un pro non indifferente nei giochi, soprattutto quelli dinamici e più adrenalinici come gli sparatutto. Al contempo però questi gadget possono favorire la produttività garantendo una migliore gestione dello spazio, visto che a parità di pollici di diagonale ingombrano di meno di un modello piatto.
Ogni monitor curvo ha una sua lista specifiche densa e ben popolata di dati, i più importanti dei quali sono sostanzialmente tre:
- Risoluzione: ovvero il rapporto tra i pixel sul lato lungo e quello sul lato corto, che nei formati standard va dal full hd (1920×1080) al 2k (2048×1080), passando per il 3k (3072×1620), al quad hd (2560×1440) fino al 4k (3840 x 2160). Per i monitor curvi i numeri sono leggermente diversi rispetto agli schermi tradizionali visto che di solito il formato è più panoramico e ci sono produttori che utilizzano sigle differenti;
- Frequenza di aggiornamento: espressa in Hz, indica quanti fotogrammi al secondo possono essere visualizzati dallo schermo – o quante volte un’immagine viene creata al secondo – quindi più il numero è alto più il monitor garantirà una visuale fluida di contenuti molto dinamici, come nei videogame;
- Formato: determina quanto uno schermo sarà “allungato” in orizzontale (e in questo caso quanto sarà più avvolgente ai lati) ed è una misura del rapporto tra base e altezza dell’immagine visualizzata. Il più comune tra i monitor classici è il formato 16:9, ma tra i monitor curvi non è infrequente imbattersi in rapporti più allungati come i 21:9, e perfino i 32:9.
La selezione di Wired
A ciascuno il suo. Questo è il motto che ci ha guidato durante il nostro viaggio alla ricerca dei migliori monitor curvi disponibili sul mercato. Partendo da questa base, non ci siamo posti alcun tipo di limite, scandagliando in lungo e in largo negozi fisici e piattaforme di ecommerce alla ricerca di soluzioni in grado di adattarsi a qualunque contesto. Nulla è stato lasciato al caso, con modelli di differenti tagli di diagonale pronti a inserirsi in qualunque genere di postazione, e ad accompagnare la visione sia di chi vuole lavorare con il massimo del comfort che di chi è alla ricerca delle prestazioni massime in ambito gaming.
In alternativa, per chi fosse a caccia di altre tipologie di schermi per affrontare attività professionali, lo studio o il tempo libero, abbiamo preparato una serie di guide che hanno come protagonisti i migliori monitor a tutto tondo, i modelli 4k da gaming, portatili, verticali ed ergonomici.
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Fonte : Wired