Genenta raccoglie 20 milioni per investire su un nuovo farmaco anticancro

Genenta si prepara a far spazio a un nuovo socio italiano. La biotech fondata da Pierluigi Paracchi e Luigi Naldini, nata come spin-off del San Raffaele, ha ottenuto un finanziamento da 20 milioni di euro da Enea Tech e Biomedical (Etb), la fondazione vigilata dal ministero del made in Italy e presieduta da Giovanni Tria con 1,7 miliardi di asset in gestione. Etb ha sottoscritto un bond convertibile, cioè ha erogato un prestito che si trasformerà in una partecipazione azionaria a marzo del 2028 a cui seguirà un lungo periodo di lock-up di due anni durante i quali Enea Tech e Biomedical non potrà vendere le sue quote (fino a marzo 2030).

“Etb ha condotto una profonda e accurata due diligence scientifica e legale prima di impegnarsi in questo investimento. Abbiamo trascorso diversi mesi in trattativa”, ha rivelato l’ad Paracchi. Per il top manager, la scelta di un bond convertibile è indicativa del potenziale valore a lungo termine delle azioni di Genenta. Il prestito obbligazionario non comporterà una diluizione immediata per gli azionisti di Genenta. Etb – ha aggiunto – è un partner fidato con un forte sostegno finanziario, che contribuirà a garantire la stabilità finanziaria necessaria per far progredire la validazione della piattaforma Temferon e “si prevede che fornirà il capitale necessario per raggiungere le tappe fondamentali del nuovo studio sul cancro al rene metastatico”.

Genenta è stata tra le poche startup europee ad aver avuto il coraggio di sfidare il mercato americano a casa propria, quotandosi al Nasdaq a dicembre 2021. Ai valori attuali di Borsa, i 20 milioni di euro di Etb (21,9 milioni di dollari) valgono più del 30% della capitalizzazione, ma in base agli accordi sottoscritti la partecipazione della fondazione al momento della conversione sarà al massimo pari al 29%. La scommessa degli attuali azionisti è che nei prossimi due anni l’azienda possa crescere parecchio.

Cosa fa Genenta

Genenta è una biotech che ha sviluppato una tecnologia basata sull’ingegnerizzazione di cellule staminali del sangue per il trattamento e la cura dei tumori. La tecnologia permette di “armare” con specifici geni in grado di esprimere potenti proteine antitumorali un particolare sottotipo di macrofagi, cellule del sistema immunitario innato che derivano dai monociti e svolgono un ruolo chiave nella difesa contro infezioni e nella riparazione dei tessuti. Tramite la piattaforma di Genenta, spiega la società, “si ottiene in maniera ‘fisiologica’ la produzione e il rilascio mirato della proteina antitumorale direttamente nel microambiente tumorale. La strategia per il trattamento dei tumori sviluppata da Genenta non è limitata ad un’unica indicazione tumorale perchè non è legata ad uno o più specifici antigeni delle cellule tumorali”.

Temferon è il farmaco di Genenta, in fase di sperimentazione clinica in pazienti affetti dal glioblastoma multiforme, il tumore cerebrale primario maligno più comune. A fine 2024 Genenta ha comunicato di aver iniziato la sperimentazione clinica di Temferon anche in pazienti affetti da cancro al rene metastatico. Ed è qui che diventa cruciale il finanziamento di Enea Tech e Biomedical, che sosterrà questa fase di sviluppo.

A cosa serviranno i 20 milioni di Enea Tech

La prima tranche di finanziamenti da 7,5 milioni di euro secondo la stessa Genenta sarà sufficiente per sostenere le spese per la fase 1/2a dei trial per testare il Temferon sul mRcc. La secondo parte di risorse, 12,5 milioni, arriverà per consentire lo sviluppo successivo della ricerca ed è condizionata ai buoni risultati della prima parte. Stiamo continuando a dimostrare a livello preclinico e clinico la capacità di Temferon di riprogrammare il microambiente tumorale, che a sua volta induce risposte immunitarie cellulo-mediate, come suggerito dallo studio di Genenta sul GBM attualmente in corso e che verrà testato nello studio sul mRcc”, ha evidenziato Luigi Naldini, cofondatore di Genenta e direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica.

Chi controlla Genenta

Enea Tech e Biomedical entrerà nel libro soci di Genenta facendosi largo tra i fondatori e il management che controllano stabilmente l’azienda con il 28% delle azioni. Il 10% è dell’ospedale San Raffale di Milano, che ha visto nascere la società nei suoi laboratori. Fondi di investimento e fondi sovrani detengono il 19% delle quote. Provengono da tutto il mondo, molti dall’Italia e dagli Stati Uniti. Tra questi spiccano Norges Bank, l’italiana Kairos con una quota complessiva vicina al 2% e Tiedeman.

Fonte : Wired