La primavera è ormai arrivata e insieme a lei anche la natura e la biodiversità tornano a prendere vita. Gli uccelli migratori fanno ritorno dai caldi territori invernali africani, insetti e altri piccoli animali escono timidamente dai loro rifugi e i mammiferi tornano a vagare nei boschi: il letargo finisce e la vita animale riprende il suo ritmo frenetico, ognuno con i suoi tempi. L’ibernazione e altre forme di letargo sono infatti una strategia adottata da molti animali per superare l’inverno, quando il freddo e la scarsità di cibo rendono difficile la sopravvivenza.
Durante questa fase, il metabolismo rallenta, il battito cardiaco si abbassa e la temperatura corporea scende moltissimo, permettendo agli animali di consumare meno energie. Il risveglio non è però così immediato e cambia tra le varie specie. Ma con l’aumento delle temperature e l’allungarsi delle giornate, il corpo riattiva gradualmente le sue funzioni, fino a tornare completamente operativo. Ma quali sono gli animali che escono dal letargo con l’arrivo della primavera e che possiamo tornare ad ammirare in natura?
Sommario
L’orso bruno
Tra i primi a svegliarsi c’è l’orso bruno (Ursus arctos), presente sia sulle Alpi che in Appennino, con la sottospecie marsicana. Simbolo per eccellenza del letargo, durante l’inverno si rifugia in una tana scavata tra le rocce o le radici degli alberi, riducendo al minimo le sue funzioni vitali. Anche se può svegliarsi brevemente durante il letargo, è con la primavera che riprende pienamente le sue attività. Quando si sveglia, la fame si fa però sentire presto e il suo primo obiettivo è trovare cibo: radici, bacche, insetti e carcasse di animali. Se poi è una femmina che si è accoppiata prima di andare in letargo, potrebbe uscire dalla sua tana con i suoi orsacchiotti al seguito, nati proprio durante il letargo e ora pronti a esplorare il mondo.
Il riccio
Anche il riccio (Erinaceus europaeus) è un altro animale che trascorre di solito l’inverno in letargo. Si nasconde sotto cumuli di foglie, in cespugli o cavità dei tronchi, rallentando drasticamente il suo metabolismo. Con l’aumento delle temperature, si sveglia e si mette subito alla ricerca di cibo per recuperare il peso perduto nei mesi freddi. Insetti, lombrichi e lumache sono le sue prede preferite. Nei primi giorni dopo il letargo, però, il riccio è particolarmente vulnerabile: il suo corpo è ancora debole e deve fare attenzione ai predatori. Inoltre, a causa del riscaldamento globale, questi piccoli mammiferi stanno modificando drasticamente tempi e modalità del letargo e non è sempre una cosa positiva.
Il ghiro
Se c’è un animale che merita il titolo di dormiglione per eccellenza quello è sicuramente il ghiro (Glis glis). Può restare in letargo anche fino a sei o sette mesi di fila, rifugiandosi in cavità degli alberi o nei sottotetti delle case. Quando si sveglia, ha perso gran parte del suo peso e deve subito nutrirsi per riprendere le forze. Frutti, semi e insetti diventano la sua priorità. Con l’arrivo della primavera, il ghiro si prepara poi come quasi tutti gli altri animali anche alla stagione degli amori, cercando una compagna con cui metter su famiglia ed entrare nel periodo dell’anno più frenetico e impegnativo per questi piccoli roditori.
Il moscardino
Simile al ghiro per abitudini e comportamento, anche il moscardino (Muscardinus avellanarius) trascorre l’inverno in letargo avvolto in un nido di foglie e muschio ben nascosto in buchi, cassette nido per uccelli e cavità degli alberi. Il suo risveglio avviene gradualmente e nei primi giorni è ancora poco attivo e un po’ “intontito”. Quando però le temperature si fanno più miti inizia la ricerca di cibo, soprattutto semi, ghiande, nocciole e piccoli insetti. Nonostante le sue dimensioni ridotte e l’aspetto “tenero”, il moscardino è un animale molto resistente, in grado di sopravvivere anche agli inverni più rigidi grazie alle riserve di grasso accumulate in autunno.
Rane, rospi e raganelle
In primavera non sono però solo i mammiferi a tornare in attività. Le rane, i rospi e le raganelle, anche se non vanno propriamente in letargo, passano comunque l’inverno nascosti sotto tronchi, rocce o nel fango di stagni e laghetti, dove il loro metabolismo rallenta fino quasi a fermarsi. Con i primi caldi, riemergono e si dirigono subito verso l’acqua per riprodursi. Le notti primaverili si riempiono così dei loro gracidii e dei canti de maschi, segnale che è iniziata la stagione degli amori. Le femmine depongono centinaia di uova in acqua, che si schiuderanno in pochi giorni dando vita ai girini, pronti a iniziare il loro percorso verso la metamorfosi che li farà diventare in poco tempo anfibi adulti.
Salamandre e tritoni
Meno appariscenti e conosciuti di rane e rospi, ma altrettanto affascinanti, anche le salamandre e i tritoni si risvegliano con l’arrivo delle primavera. Durante l’inverno, questi anfibi si nascondono sotto sassi, tronchi o tane scavate nel terreno umido. Quando poi le temperature salgono, anche loro tornano attivi e si dirigono rapidamente verso ruscelli, fontanili, abbeveratoi e pozze d’acqua per la riproduzione. Le salamandre pezzate (Salamandra salamandra), in particolare, sono la specie più grossa e inconfondibile, grazie alla loro pelle lucida vivacemente colorata di giallo e nero, un segnale di pericolo per avvisare eventuali predatori.
Lucertole, gechi e serpenti
Anche i rettili, essendo animali a sangue freddo, dipendono completamente dalla temperatura ambientale per “alimentare” il proprio corpo e i propri muscoli. Durante l’inverno, si rifugiano in anfratti rocciosi, cavità o sottoterra per proteggersi dal gelo e risparmiare le batterie. Con i primi raggi di sole primaverili, escono però dai loro nascondigli e si riscaldano al sole (comportamento noto come basking), riattivando lentamente il loro metabolismo. Le lucertole e i gechi iniziano a sfrecciare alla ricerca insetti e piccoli invertebrati, mentre i serpenti, ancora lenti nei primi giorni, devono fare attenzione ai predatori (soprattutto uccelli rapaci) prima di poter riprendere pienamente le loro attività.
Insetti e altri piccoli invertebrati
Con la primavera tornano anche gli insetti, considerati fastidiosi per molti, ma indispensabili per la salute degli ecosistemi e per la biodiversità. Api, farfalle e bombi con il loro incessante lavoro di impollinazione dei fiori, contribuiscono alla riproduzione e alla rinascita della vegetazione. Anche coleotteri, formiche, moscerini, zanzare e tanti altri insetti tornano a volare in gran numero, permettendo a tutti gli animali insettivori (loro malgrado) di nutrirsi e riprendere le forze. Come loro, molti altri invertebrati, tra cui ragni, scorpioni, millepiedi e tanti altri fanno capolino dai loro rifugi, dando il via a una nuova stagione di caccia, fughe, accoppiamenti e, in estrema sintesi, di vita e sopravvivenza.
Il ritorno della primavera segna quindi l’inizio di un nuovo ciclo pieno di attività per tantissimi animali. Ognuno ha i suoi tempi e i suoi ritmi, ma tutti rispondono all’irresistibile e ancestrale richiamo delle stagioni, pronti a riprendere il loro posto all’interno degli ecosistemi. Il letargo è sicuramente una strategia di sopravvivenza straordinaria, ma ancora più affascinante è il momento del risveglio, quando i boschi, le paludi e i prati tornano a riempirsi di biodiversità. Basta una passeggiata all’aria aperta per accorgersene: la primavera è tornata e con lei canti, suoni, odori, forme e colori che si erano presi solo una piccola pausa invernale.
Fonte : Fanpage