Putin vuole la Crimea e le altre regioni occupate. Se Kiev non accetta punterà su Odessa: l’indiscrezione

Vladimir Putin ha alzato l’asticella per un eventuale accordo di pace con l’Ucraina, dichiarando che, se Kiev non accetterà le condizioni russe, territori chiave come Odessa e altre aree attualmente sotto controllo ucraino dovranno passare sotto il dominio di Mosca. Il presidente russo avrebbe anche espresso l’intenzione di utilizzare il riconoscimento delle annessioni territoriali come moneta di scambio in eventuali negoziati, puntando a ottenere l’appoggio del possibile futuro presidente statunitense Donald Trump.

Le richieste di Putin includono il riconoscimento internazionale delle regioni ucraine di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia annesse nel settembre 2022 con un referendum ritenuto illegale dall’Ucraina e dall’Occidente, oltre alla Crimea annessa nel 2014. La Russia, pur avanzando sul campo di battaglia, non controlla completamente nessuna delle quattro regioni ucraine.

Le indiscrezioni in un incontro con gli oligarchi russi

È quanto riportato dal quotidiano russo Kommersant, che cita fonti anonime che hanno partecipato a un evento privato con lo stesso Putin martedì. Poche ore prima del colloquio telefonico con Trump, il leader del Cremlino ha parlato a porte chiuse ai 90 delegati del Congresso dell’Unione russa degli imprenditori e industriali (Rspp), altrimenti detto “club degli oligarchi”, a cui ha presentato la sua idea di nuovi confini russi. In cambio del riconoscimento e se ciò dovesse avvenire “nel prossimo futuro”, Putin si impegnerà a non rivendicare la città portuale ucraina di Odessa né altro territorio ucraino, riporta il quotidiano russo.

Da quanto emerso dall’incontro a porte chiuse, Putin ha lasciato intendere che se non verrà accontentato con le sue richieste, punterà anche sugli altri territori che adesso appartengono a Kiev. Perché gli uomini di Volodymyr Zelensky, avrebbe sostenuto lo zar russo, “non hanno il tempo di scavare trincee”. E quindi non possono salvarsi né difendere quei territori se parte un’altra offensiva russa. Questa mossa riflette la strategia del Cremlino di consolidare i guadagni territoriali prima di eventuali trattative, mentre il conflitto continua a infuriare. La proposta, però, appare difficilmente accettabile per l’Ucraina e i suoi alleati occidentali, che hanno sempre respinto le annessioni come violazioni del diritto internazionale.

Quali sono le richieste di Putin per un cessate il fuoco

Alza quindi la posta Putin, che ha delineato le condizioni per un eventuale cessate il fuoco in Ucraina, insistendo su una pace “duratura” che affronti le “cause profonde” del conflitto, indicando implicitamente l’attuale governo di Kiev come parte del problema. Il Cremlino chiede la fine della mobilitazione e dell’addestramento delle truppe ucraine e l’interruzione totale delle forniture di armi occidentali durante la tregua, mentre rifiuta categoricamente l’ipotesi di peacekeeper occidentali in Ucraina. Ma le richieste russe non si limitano solo a questo e includono la smilitarizzazione dell’Ucraina, l’esclusione permanente di Kiev dalla Nato e il riconoscimento internazionale delle annessioni di Crimea e delle quattro regioni orientali. Condizioni che rendono complesso qualsiasi negoziato di pace.

“Le sanzioni occidentali non verranno revocate facilmente”

Putin non ha lasciato spazio a fraintendimenti. Durante l’incontro con i principali oligarchi russi, il presidente ha dichiarato apertamente che il panorama economico globale è cambiato in modo irreversibile per la Russia, anche in caso di una risoluzione del conflitto in Ucraina. “Non ha senso sperare in una completa libertà di commercio, pagamenti e flussi di capitali”, ha affermato Putin, aggiungendo che “nulla tornerà come prima”.

Queste parole rappresentano un monito per i magnati russi, molti dei quali hanno continuato a nutrire la speranza di un ritorno alla normalità economica una volta raggiunta la pace e, quindi, una revoca delle sanzioni. Infatti, il leader del Cremlino ha sottolineato che le sanzioni occidentali, imposte in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, non verranno revocate facilmente, nemmeno in caso di accordo.

Il presidente ha esortato i magnati a prepararsi per uno scenario di “lunga durata”, in cui la Russia dovrà fare affidamento su alleati non occidentali e su un’economia sempre più orientata verso l’autosufficienza. Secondo diversi analisti, il messaggio di Putin riflette una realtà ormai consolidata: la guerra in Ucraina ha segnato un punto di non ritorno nei rapporti tra Mosca e l’Occidente. Anche se il conflitto dovesse concludersi, le sanzioni e le restrizioni economiche rimarranno un elemento centrale della politica estera occidentale verso la Russia.

Fonte : Today