Prende 50 multe in pochi giorni, sempre sulle stesse strade: il giudice lo assolve per un motivo preciso

Ha preso 50 multe in meno di quattro mesi, tutte per aver percorso alcune corsie preferenziali della città senza saperlo. Ma il giudice di pace di Bologna ha deciso di annullare tutte le sanzioni, per un totale di quasi cinquemila euro – 4.750 euro per la precisione -, riconoscendo “l’incolpevole ignoranza” dell’uomo, che ha trovato lavoro come giardiniere nella zona del Bolognese. Il protagonista della vicenda è un rifugiato ucraino, fuggito dalla guerra e arrivato in Italia con un permesso di soggiorno per protezione internazionale.

Tutto è accaduto tra i mesi di ottobre 2024 e gennaio 2025, quando il rifugiato ucraino, per andare ogni mattina al lavoro, ha attraversato più volte alcune corsie preferenziali del capoluogo emiliano a bordo del suo mezzo. Non sapendo, però, che quelle strade sono riservate ai veicoli autorizzati.

Il ricorso e la sentenza del giudice di pace

L’uomo non parla italiano e non comprende la segnaletica stradale nel nostro Paese. E così le multe si sono accumulate rapidamente mentre lui, ignaro di tutto, ha continuato a percorrere le stesse vie. Assistito dall’avvocato Jacopo Mannini, il rifugiato ha presentato un ricorso al giudice di pace, chiedendo l’annullamento delle sanzioni. La tesi della difesa è che l’assistito ha agito in buona fede, senza alcuna intenzione di violare la legge.

“Trovandosi da pochi anni in Italia – si legge nella sentenza del giudice di pace Simona Santini -, non parla la lingua italiana e ben si può comprendere come, a causa delle barriere linguistiche e culturali, abbia avuto difficoltà a comprendere la segnaletica stradale che indica la presenza di un tratto di corsia preferenziale. Quindi è chiaro che il ricorrente non abbia agito con dolo, ma per errore in buona fede e con scarsa conoscenza della lingua e delle norme locali, aggravata dalla condizione di vulnerabilità che caratterizza il suo status”. 

L’incolpevole ignoranza

Questa, unita alla “incolpevole ignoranza, rappresenta una causa di esclusione dall’intenzionalità o colpa della condotta del ricorrente”. Nella sentenza si spiega inoltre che se le violazioni sono avvenute in un breve intervallo di tempo, si considerano come un’unica trasgressione, con la conseguente applicazione di una sola sanzione amministrativa. “È agevole comprendere l’assoluta buona fede del trasgressore e le ripetute percorrenze di corsie preferenziali non manifestano la coscienza e la volontà di porsi in contrasto con l’ordinamento”.

Il giudice ha quindi decretato la mancanza di “rimproverabilità” della sua condotta. Per l’avvocato si tratta di una “vittoria che ci gratifica sia dal punto di vista giuridico, perché è stata sposata la nostra tesi, sia dal punto di vista del buon senso”.

Non c’è dubbio, si legge ancora nella sentenza del giudice di pace, che se l’uomo avesse saputo che percorrendo di nuovo le corsie preferenziali sarebbe stato multato ancora, certo “non avrebbe reiterato la condotta illecita”. Infine, “è evidente la sproporzione fra la gravità delle infrazioni e l’ammontare complessivo delle sanzioni, che risulta particolarmente oneroso per il ricorrente, il quale versa in condizioni economiche precarie e beneficia di protezione internazionale”.

Fonte : Today