Le misure proposte dal governo non sono finora riuscite a stabilizzare il mercato. Il calo della produzione sta provocando effetti negativi sull’inflazione e la disponibilità dei prodotti nei negozi: alcune varietà di riso sono introvabili da mesi. Segnali di crescita solo per il caucciù e alcune colture da esportazione.
Colombo (AsiaNews) – Il settore agricolo dello Sri Lanka sta attraversando una fase di forte crisi, con un calo significativo nella produzione delle principali colture come riso, tè e noce di cocco. La contrazione sta contribuendo a un aumento dei prezzi alimentari e a una crescente inflazione, suscitando preoccupazione tra consumatori e responsabili politici.
Secondo i dati della Banca centrale dello Sri Lanka (CBSL), il calo produttivo riguarda in particolare il risone (il riso grezzo, il principale prodotto agricolo a livello nazionale) ripercuotendosi poi sul prezzo del riso lavorato. Anche il tè, principale voce dell’export agricolo nazionale, e la noce di cocco stanno registrando pesanti contrazioni.
In particolare, la produzione di risone per la stagione agricola che va da settembre 2024 a marzo 2025 è stimata intorno ai 2,57 milioni di tonnellate, un dato che segna un calo del 5,7% rispetto alla stagione precedente, provocando una carenza di riso sul mercato: le varietà più richieste, come “nadu” e “samba”, sono esaurite da mesi nei negozi al dettaglio, mentre nei supermercati è stata introdotta una limitazione di acquisto di tre chilogrammi per cliente. Nonostante l’intervento del governo con misure di controllo sui prezzi del risone e del riso, i risultati finora sono stati limitati.
Anche il settore del tè ha subito un forte rallentamento. Dopo un temporaneo aumento registrato a dicembre 2024 e gennaio 2025, rispettivamente del 9,6% e 14,6%, la produzione è nuovamente calata del 22% a febbraio, fermandosi a 15,59 milioni di chilogrammi. Situazione analoga per la produzione di cocco, che ha visto un calo del 33,1% nel dicembre 2024 e del 32,2% nel gennaio 2025. Questo ha fatto lievitare i prezzi sul mercato, con le famiglie costrette a pagare tra le 250 e le 300 rupie (tra 77 e 93 centesimi di euro) per ogni noce.
Un quadro parzialmente diverso riguarda il settore del caucciù, che a dicembre 2024 aveva segnato un aumento del 32,4%, ma che ha registrato una flessione a gennaio 2025. Nel 2023, lo Sri Lanka aveva guadagnato 930 milioni di dollari dall’esportazione di gomma naturale e prodotti derivati, hanno fatto notare gli esperti Shirantha Mayadunne e Lakmali Wijesinghe, interpellati da AsiaNews. “A gennaio di quest’anno, i prezzi di mercato di diverse colture da esportazione come pepe, cacao, cardamomo, noce moscata, caffè, cannella e curcuma sono aumentati, mentre si è registrato un calo per chiodi di garofano e zenzero”.
Secondo i dati ufficiali del dipartimento di statistica e censimento, l’economia dello Sri Lanka ha registrato una crescita del 5,4% nel quarto trimestre del 2024, con una stima di crescita annua intorno al 5%, grazie alla riduzione dell’inflazione e alla stabilità del tasso di cambio. Tuttavia, la Banca centrale non è riuscita a mantenere l’obiettivo prefissato del 5% di inflazione, un dato connesso alle crisi valutarie che si sono succedute nel Paese tra il 2012 e il 2022. Lo Sri Lanka sta ancora cercando di riprendersi dalla grave crisi finanziaria culminata nel fallimento sul debito sovrano del 2022, causato da politiche fiscali e monetarie espansive. Al momento i tassi di interesse appaiono ridotti e il credito al settore privato ha mostrato una certa ripresa.
Fonte : Asia