Susanna Terracini e le equazioni ellittiche, alla ricerca di “soluzioni che ci consentono di ‘viaggiare’ nello spazio”

Nella matematica del Novecento si è fatta avanti quest’idea che uno potesse diminuire le proprie pretese fino al punto di trovare le soluzioni, per poi lavorare e aggiungere ulteriori proprietà a posteriori. Per arrivare infine a dire che in realtà la soluzione è qualcosa di molto più forte, che ha molte più proprietà di quello che abbiamo chiesto inizialmente. E questo andare indietro nelle pretese e poi ritornare avanti è stato un lavoro collettivo di tanti matematici, ma Olga ha dato un impulso molto importante. Ha scritto dei libri che tutt’oggi sono la bibbia delle equazioni differenziali. Uno degli ambiti in cui Olga Ladyzhenskaya ha dato contributi fondamentali sono le equazioni di Navier-Stokes”.

Che sarebbero?

Le equazioni di Navier-Stokes descrivono il moto dei fluidi e sono uno dei pilastri della meccanica dei fluidi. Tuttavia, la comprensione teorica delle loro soluzioni è ad oggi incompleta, nonostante la loro importanza nella scienza e nell’ingegneria. Il passaggio dalle soluzioni deboli (più facili da trovare) a quelle forti (stile Brad Pitt, per intenderci) non è ancora stato completato. Per il sistema di equazioni nello spazio tridimensionale, date alcune condizioni iniziali, i matematici non hanno ancora dimostrato che esistono sempre soluzioni regolari. Questo problema è chiamato ‘il problema di esistenza e regolarità di Navier-Stokes’. Chi lo risolverà otterrà il Millenium Prize da un milione di dollari offerto dall’istituto matematico Clay Institute, con sede a Cambridge nel Massachusetts”.

Chi sono state le sue figure di riferimento?

“Ho avuto la fortuna di incontrare grandi matematici, come il grande professor Louis Nirenberg. Matematico eccezionale, amava la musica, la letteratura, l’arte primitiva, ma anche le barzellette. Mi ha insegnato l’understatement. Nonostante avesse ricevuto riconoscimenti prestigiosi come il premio Abel, considerato il Nobel della matematica, era una persona straordinariamente semplice, priva di qualsiasi snobismo: viaggiava sempre in economy class”.

C’è un progetto scientifico che avrebbe voluto realizzare ma non ci è riuscita?

Ci sono tantissimi progetti che non ho ancora realizzato, ma che realizzerò prima o poi, ne sono sicura. Sono tanti i problemi che non riusciamo a risolvere, perché ci manca ancora la chiave giusta. Ma ci arriveremo”.

Cosa sta studiando in questo momento?

Studio problemi che nascono quando più popolazioni occupano un territorio e competono fra di loro allo stremo. Sono popolazioni ideali, potrebbero essere popolazioni umane, animali, chimiche, biologiche: studio la formazione del motivi e le regole con cui si suddividono il territorio”.

Qual è la sua visione scientifica?

“I matematici hanno il privilegio di occuparsi di qualcosa che è esteticamente molto bello e che, solo poi, si rivela anche utile. La matematica è presente in tutte le civiltà, antiche e moderne. È un terreno di incontro in cui scienziati di tutto il mondo condividono conoscenze e passione. Proprio per questo, nei periodi di grande tensione geopolitica, quando si percepisce chiaramente una divisione, una cortina di conflitto, la matematica diventa un luogo privilegiato, un territorio comune in cui è possibile costruire pace e convivenza. Un luogo dove si può riconoscere l’umanità del proprio nemico”.

Fonte : Wired