Sdraiati nell’acqua per 5.000 euro: a cosa serve l’esperimento dell’Esa

Lo studio è partito a febbraio. E no, non c’è da candidarsi, ormai. L’esperimento, di cui si è molto discusso nelle scorse ore e in termini non del tutto precisi, si sta svolgendo alla Clinica spaziale Medes di Tolosa, in Francia, sotto l’egida dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea.

Venti volontari dovranno rimanere – o sono già rimasti, in base al calendario dell’indagine – dieci giorni distesi su un letto inclinato o in una vasca piena d’acqua allo scopo di studiare gli effetti della microgravità sperimentata dagli astronauti quando di trovano a bordo della Stazione spaziale internazionale.

Visto che la Iss è in via di pensionamento, questa indagine sarà utile per chi in futuro si troverà su qualsiasi altra stazione o insediamento permanente collocati nell’orbita terrestre bassa, quella compresa tra 200 km e la prima fascia di Van Allen, a circa 2mila km di quota.

Lo studio Vivaldi III

Lo studio, battezzato Vivaldi III (qui la pagina dedicata), ha messo sul piatto per ogni candidato poi selezionato 5mila euro per questo particolare “impegno” di dieci giorni, che rientra in quella schiera di test ed esperimenti che hanno l’obiettivo di replicare almeno una parte delle condizioni che gli astronauti troveranno nel corso delle missioni per valutarne gli effetti sull’organismo nel corso della permanenza nello Spazio e al rientro.

Prodigima

Nel caso dell’immersione a secco si creano “condizioni simili all’assenza di gravità” mentre il riposo a letto con la testa più in basso dei piedi – inclinato di 6 gradi – “riproduce gli spostamenti dei fluidi e l’inattività che si verificano nello spazio a causa della microgravità” ha spiegato l’Esa.

Per mangiare, bere e per i bisogni fisiologici gli scienziati hanno predisposto in quest’ultimo caso un particolare “carrello” che non richiede movimenti. Per il primo, invece, c’è da precisare che i volontari sono immersi fino a sopra il busto, avvolti da un tessuto impermeabile “che li mantiene asciutti e sospesi uniformemente nell’acqua”, con braccia e testa fuori dall’acqua.

Gli effetti della microgravità sull’organismo

La microgravità influisce profondamente sul corpo degli astronauti, causando adattamenti e potenziali problemi di salute.

Uno degli effetti principali è appunto la ridistribuzione dei fluidi corporei verso la parte superiore del corpo, che può provocare gonfiore del viso e alterazioni nel volume dei ventricoli cerebrali, con possibili conseguenze sulle funzioni cognitive.

Anche la vista risente dell’assenza di gravità: molti astronauti sperimentano per esempio cambiamenti nella meccanica oculare e un indebolimento della vista dopo missioni prolungate. Il sistema cardiovascolare subisce un decondizionamento simile a quello osservato in individui sedentari sulla Terra, con riduzione del lavoro cardiaco e del consumo di ossigeno.

Da qui si capisce il senso di questi (solo in apparenza bizzarri) esperimenti. Inoltre, la mancanza di peso riduce lo stimolo muscolare e osseo, portando ad atrofia muscolare e perdita di densità minerale, aumentando il rischio di osteoporosi. Effetti che vanno contrastati con contromisure efficaci come esercizi mirati e strategie mediche, per garantire la salute degli astronauti nelle missioni di lunga durata.

Varie indagini recenti hanno addirittura rilevato nel sangue degli astronauti mutazioni legate a malattie oncologiche e cardiache e danni renali. I ricercatori stanno studiando anche i cambiamenti ormonali, le risposte immunitarie e le connessioni tra il sistema nervoso e quello visivo.

Prodigima

I protagonisti dello studio Vivaldi III

Lo studio Vivaldi III, di cui bisognerà dunque aspettare i risultati, ha coinvolto venti volontari maschi tra i 20 e i 40 anni, selezionati secondo criteri specifici: dovevano avere un’altezza tra 1,65 m e 1,80 m e un indice di massa corporea o BMI tra 20 e 26.

In Vivaldi I erano state invece selezionate solo donne e in Vivaldi II uomini, ma gli studi erano durati solo cinque giorni anziché appunto dieci.

“Colmare il divario tra i voli spaziali e la ricerca a Terra è essenziale per l’esplorazione spaziale umana – ha concluso sul sito ufficiale dell’Esa Marc-Antoine Custaud, responsabile del gruppo delle campagne di riposo a letto e immersione a secco dell’Agenzia spaziale europea presso l’Università di Angers, Francia – le nostre scoperte hanno implicazioni significative per la medicina basata sulla Terra, in particolare nelle condizioni legate all’invecchiamento”.

Fonte : Repubblica