Apple TV+, Musica e servizi sono un quinto del fatturato di Apple: “Siamo solo all’inizio”

Scorrendo l’ultima trimestrale di Apple, la voce servizi conta per il 21 per cento del totale, 26.34 miliardi di dollari su 124.3 miliardi. E rispetto allo scorso anno cresce del 14 per cento: “Se parliamo di servizi, e in particolare di Apple TV, siamo solo all’inizio”, commenta Oliver Schusser, Vicepresidente di Apple responsabile delle piattaforme Apple Music e Apple TV+. “Con Apple TV+ siamo appena entrati nel quinto anno di attività e abbiamo moltissime opportunità, altri sono in questo settore da decenni”.

La musica che gira intorno
Nella storia della musica riprodotta si registrano pochissimi avanzamenti tecnici: dopo il passaggio da mono a stereo, per decenni non è cambiato nulla. Anche il formato lossless, senza perdita di qualità rispetto al master originale, è più che altro un vezzo da audiofili: non è compatibile con tutti i dispositivi e non tutti sono in grado di notare la differenza con un file Mp3. “L’audio spaziale, invece, è accessibile ovunque e tutti notano la differenza: la musica avvolge l’ascoltatore. All’inizio i contenuti disponibili in audio spaziale erano pochi, ma ora la maggior parte delle hit mondiali viene pubblicata in questo formato”, spiega Schusser. Il percorso si sta rapidamente invertendo: lo standard, per molti studi di registrazione, è diventato l’audio spaziale, e da quello poi si ricava il mix in stereo. Nei primi tempi, la voglia di mostrare le possibilità tecniche del nuovo formato ha portato a risultati discutibili, ad esempio in I/O di Peter Gabriel, dove i suoni rimbalzano a 360 gradi e finiscono per distrarre l’ascoltatore. “Abbiamo un team che fornisce feedback agli artisti per evitare un uso eccessivo della tecnologia”, rivela.

Oliver Schusser, Vicepresidente di Apple responsabile delle piattaforme Apple Music e Apple TV+ ©Apple

Non solo note
Schusser ha cominciato a lavorare con Apple per il lancio di iTunes Music Store in Europe nel 2004: allora le canzoni si scaricavano una ad una e fu proprio Apple a spezzare il predominio della pirateria nel campo della musica su internet, con la trovata geniale di Steve Jobs, che mise in vendita le canzoni da scaricare anche singolarmente, a 99 centesimi l’una. E oggi, in tempi di predominio dello streaming? “Crediamo molto nell’importanza degli album – dice Schusser – Molti altri servizi non danno la giusta attenzione agli album, ma per noi rappresentano un’opera completa, sono un po’ come un dipinto per un pittore. Un album è frutto di un lungo lavoro in studio, che può durare anche molti mesi o anni. Per questo lo valorizziamo e desideriamo che arrivi agli appassionati nel modo migliore. Per noi è fondamentale offrire recensioni complete degli album e contenuti speciali, come le analisi brano per brano”. Ma la musica non è fatta solo di note: “Offriamo interviste esclusive, video, approfondimenti sugli artisti, testi sincronizzati e crediti dettagliati delle canzoni. E nel tempo abbiamo anche investito molto nell’esperienza legata ai testi. Siamo partiti circa 6-7 anni fa con semplici testi statici, e li abbiamo migliorati fino ad avere testi sincronizzati sillaba per sillaba. Ora, con Apple Music Sing, gli utenti possono ridurre il volume della voce originale e cantare accompagnati dalla base musicale, una funzione che sta avendo un enorme successo”.

Gli accordi
Intanto, approfittando del festival di Sanremo, Apple Music ha lanciato una collaborazione con Tim, che include l’abbonamento nel canone telefonico: “Stiamo lavorando per curare al meglio il nostro servizio e valorizzare la vastità della musica italiana, rendendola sempre più accessibile e coinvolgente. Quando lavoriamo con un partner come TIM, sviluppiamo un’integrazione tecnica approfondita per garantire un’esperienza semplice e fluida ai clienti. Non cerchiamo collaborazioni superficiali, preferiamo costruire partnership solide e durature”. Un’altra collaborazione, decisamente meno istituzionale, è quella con i Metallica, annunciata di recente : dal 14 marzo alcuni concerti della band metal più famosa del mondo saranno disponibili in formato immersivo sul visore Apple Vision Pro. “Vogliamo celebrare e valorizzare il lavoro degli artisti, offrendo ai nostri utenti molto di più della sola musica. Non ci interessa diventare un supermercato dei contenuti audio. Per podcast, audiolibri o altri contenuti ci sono applicazioni dedicate”.

Un mercato che cresce
Sul fronte della tv in streaming, la piattaforma Apple ha da poco un’app dedicata per Android: “Abbiamo sfruttato appieno le capacità della piattaforma, incluse le funzionalità di pagamento e distribuzione offerte dal Google Play Store. Il risultato non è una copia dell’app per iOS, ma un’esperienza completamente nuova, progettata per essere intuitiva, naturale e perfettamente adattata agli utenti Android”. All’inizio del 2025, Apple TV+ è stata disponibile gratuitamente per il primo weekend di gennaio, permettendo agli utenti di esplorare il catalogo senza abbonamento. Cercare il pubblico dov’è, senza limiti di ideologie o di tecnologie: in quest’ottica va letta la decisione di portare serie tv e film Apple TV+ su Prime Video, trasformandola quasi in un canale della tv in streaming di Amazon. Da qualche giorno il matrimonio di convenienza è valido anche in Italia: il vantaggio per gli utenti è che non servono dispositivi nuovi, non c’è bisogno di scaricare app e nemmeno di iscriversi di nuovo: si usa l’account Amazon per pagare l’abbonamento.

Successi e responsabilità
Ma forse, ancora più del valore economico, lo sviluppo dei servizi Apple si misura con il loro impatto sulla vita e sulla cultura: “Produciamo serie, documentari, film e contenuti per bambini, e siamo riconosciuti per la qualità dei nostri contenuti, come dimostrano le oltre 530 vittorie e 2500 nomination agli Emmy, BAFTA e Oscar. E abbiamo cominciato da zero”, dice Schusser. Oggi sulla piattaforma Apple è possibile seguire anche le partite della Major League Soccer, mentre Ted Lasso, Slow Horses, Severance si sono ritagliate uno spazio nella storia delle serie tv. A giorni arriverà BE@RBRICK, la serie ispirata ai pupazzetti da collezione, e il 27 giugno debutterà nei cinema il film Formula 1 con Brad Pitt. In un momento di cambiamenti rapidi e imprevedibili, dove tante aziende tech e tanti personaggi pubblici si sono allontanati da temi come l’inclusione, la valorizzazione della diversità, l’apertura a culture e sensibilità diverse, i buoni esempi passano anche attraverso la cultura pop. “Siamo pienamente consapevoli della nostra responsabilità, sia come individui che come azienda, e la mettiamo in atto ogni giorno”, conclude Schusser.

Fonte : Repubblica