Un fragile spiraglio di tregua si apre nel conflitto in Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin, durante una lunga telefonata con Donald Trump, avrebbe acconsentito a fermare per un mese i bombardamenti alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina, incluse centrali elettriche, sottostazioni, linee di trasmissione e impianti di distribuzione che dall’inizio del conflitto vengono ripetutamente colpiti dalle forze russe causando blackout diffusi e problemi di approvvigionamento elettrico in diverse regioni del paese. Un punto particolarmente delicato riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, attualmente sotto controllo russo ma situata in territorio ucraino, che Trump ha menzionato più volte nei giorni precedenti come elemento cruciale nelle trattative. Un altro risultato emerso dalla telefonata tra Trump e Putin riguarda i prigionieri di guerra. Durante il colloquio, il Cremlino ha riferito di un imminente scambio di 175 prigionieri russi per altrettanti prigionieri ucraini, previsto per il 19 marzo. Zelensky avrebbe confermato questa informazione.
Questo accordo, a detta dello stesso Putin, potrebbe portare a negoziati più ampi per porre fine al conflitto iniziato nel 2022. La telefonata, durata circa due ore, rappresenta il secondo contatto diretto tra i due leader da quando Trump è tornato alla Casa Bianca lo scorso gennaio.
Tregua in Ucraina: le condizioni di Mosca e le reazioni di Kyiv
Il Cremlino non avrebbe accettato la richiesta americana di un cessate il fuoco totale di 30 giorni, ma si sarebbe limitato a concedere una tregua parziale focalizzata sulle infrastrutture energetiche. Putin, infatti, avrebbe imposto condizioni stringenti per un accordo di pace più ampio: lo stop completo degli aiuti militari occidentali all’Ucraina, la cessazione del passaggio di informazioni di intelligence statunitensi a Kyiv, l’esclusione dell’Ucraina dall’ingresso nella Nato e l’obbligo per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di indire nuove elezioni. Il comunicato diffuso dal Cremlino dopo la chiamata con il suo omologo americano ha specificato che Putin ha già impartito l’ordine corrispondente alle forze armate russe, ordine che però non riguarda altri obiettivi critici come porti, ponti e altre strutture civili ucraine.
Zelensky avrebbe mostrato apertura nei confronti di una tregua di 30 giorni sulle infrastrutture energetiche, secondo quanto riferisce il quotidiano Kyiv Independent, pur evidenziando la necessità di approfondire i dettagli dell’accordo. Avrebbe aggiunto inoltre che, una volta ricevute informazioni più precise dagli Stati Uniti, l’Ucraina formulerà una risposta adeguata e il suo team sarà pronto ad avviare colloqui tecnici. Intervenendo dalla Finlandia, dove si trovava per una visita ufficiale, il presidente ucraino ha però sottolineato che le richieste di Putin dimostrano come la Russia non sia realmente disposta a un cessate il fuoco permanente. Ha inoltre ribadito che l’Ucraina continuerà a rispondere agli attacchi russi contro le sue infrastrutture.
I prossimi passi
La Casa Bianca ha delineato alcune possibili mosse per i prossimi passi dopo questo primo accordo parziale. Secondo fonti dell’amministrazione Trump, si discute dell’ipotesi di estendere il cessate il fuoco alle operazioni nel Mar Nero, con l’obiettivo finale di arrivare a una tregua generale. Il segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato che un nuovo round di colloqui tra rappresentanti russi, ucraini e americani potrebbe tenersi entro due settimane. Trump, attraverso i suoi canali social, ha ribadito la volontà di accelerare il processo negoziale.
Sul fronte europeo, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz hanno rilasciato una dichiarazione congiunta da Berlino, riaffermando il sostegno dell’Ue all’Ucraina. Macron ha sottolineato che qualsiasi cessate il fuoco dovrà essere verificabile e che l’Ucraina dovrà partecipare direttamente ai negoziati, per evitare che il dialogo sia dominato solo da Stati Uniti e Russia. Intanto, il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha espresso il sostegno del Regno Unito a qualsiasi iniziativa volta a ridurre le sofferenze dei civili ucraini, pur ribadendo che il rispetto della sovranità territoriale dell’Ucraina dovrà rimanere un principio fondamentale in ogni futura trattativa.
Fonte : Wired