Come l’AI sta rafforzando la criminalità organizzata

L’intelligenza artificiale sta rafforzando la criminalità organizzata in tutti i paesi dell’Unione europea, mettendo così a rischio la sicurezza di utenti, aziende e persino autorità governative. A rivelarlo è il rapporto “Serious and Organized Crime Threat Assessment 2025” pubblicato dall’Europol, l’agenzia dell’Ue per la cooperazione nell’attività di contrasto alle attività criminali e cybercriminali, che ha portato alla luce il lato oscuro della tecnologia più di tendenza al momento. “La criminalità informatica si sta evolvendo in una corsa agli armamenti digitali che prende di mira governi, aziende e singoli individui. Gli attacchi guidati dall’intelligenza artificiale stanno diventando sempre più precisi e devastanti”, ha dichiarato Catherine De Bolle, direttore esecutivo di Europol, che ha precisato come i cyberattacchi degli ultimi mesi non siano solo mirati a ottenere profitti, ma anche a destabilizzare i governi europei.

Nello specifico, secondo quanto riferito dal rapporto, l’intelligenza artificiale ha portato all’aumento di reati come il traffico di droga, il contrabbando di esseri umani, il riciclaggio di denaro, le truffe online e gli attacchi informatici. A preoccupare, in particolare, è l’incremento del materiale sugli abusi sessuali su minori, fortemente supportato dall’AI: “Creando media sintetici altamente realistici, i criminali sono in grado di ingannare le vittime, impersonare individui e screditare o ricattare gli obiettivi – ha dichiarato la De Bolle -. L’aggiunta della clonazione vocale e dei video deepfake alimentati dall’intelligenza artificiale amplifica la minaccia, consentendo nuove forme di frode, estorsione e furto d’identità”. Ma non finisce qui.

Il rapporto condiviso dall’Europol mette in luce anche il numero crescente di attacchi informatici, ancora una volta supportati dall’AI, contro le infrastrutture critiche e le istituzioni pubbliche “provenienti dalla Russia e dai paesi della sua sfera di influenza”. In questo senso, quindi, è evidente che l’intelligenza artificiale e le altre tecnologie affini siano “un catalizzatore per la criminalità e guidino l’efficienza delle operazioni criminali amplificando la loro velocità, portata e sofisticazione“. Una conclusione che rende sempre più urgente la necessità di dover pensare a una strategia di sicurezza volta a limitare l’impatto delle minacce informatiche sui paesi dell’Unione Europea, e non solo. “Dobbiamo integrare la sicurezza in tutto ciò che facciamo“, ha affermato il commissario europeo per gli affari interni e la migrazione Magnus Brunner, sollecitando i governi locali a incrementare gli sforzi profusi nella sicurezza informatica.

Fonte : Wired