Il Gerakan Nurani Bangsa, che riunisce diverse personalità di spicco della società indonesiana, ha chiesto al parlamento di bloccare la revisione della legge sulle forze armate, che riporterebbe i vertici militari all’interno dei ministeri e delle agenzie governative. “Non c’è urgenza, la legge mina la professionalità dei militari e la democrazia”, hanno avvertito gli oppositori. Secondo gli esperti, il presidente Prabowo punta a ricreare una catena di comando militare.
Jakarta (AsiaNews) – Alcuni gruppi di difesa dei diritti umani hanno esortato il parlamento indonesiano a respingere le proposte di revisione della legge sulle forze armate, che potrebbe assegnare ai vertici dell’esercito alcune posizione nell’amministrazione civile del Paese e dovrebbero essere approvate domani in seduta plenaria.
Oggi anche il Gerakan Nurani Bangsa (Movimento di coscienza nazionale), che riunisce diverse figure di spicco della società indonesiana, ha espresso preoccupazione. Secondo Alissa Wahid, figlia dell’ex presidente Abdurrahman Wahid, non è necessaria una così rapida approvazione della normativa: “Che urgenza c’è dietro questa fretta? La nostra richiesta è chiara: annullare la revisione della legge, non solo rinviarne l’approvazione in sessione plenaria. La legge non farebbe altro che minare la professionalità militare”, ha dichiarato Wahid durante una conferenza stampa a Jakarta, alla quale erano presenti anche l’ex ministro degli Affari religiosi, Lukman Hakim Saifuddin, il cardinale Ignatius Suharyo e diverse altre personalità religiose e accademiche.
La loro richiesta è che la revisione non venga approvata prima della festa che segna la fine del Ramadan e che si svolga una discussione approfondita a riguardo con il coinvolgimento dell’opinione pubblica. “La fiducia della popolazione è determinata da diversi fattori: l’integrità dei responsabili politici, le intenzioni che stanno dietro alle politiche, seguite da discussioni sulla competenza e sui precedenti. Siamo a conoscenza di casi passati in cui le politiche sono state affrettate e tenute nascoste alla società civile”, ha aggiunto Wahid, facendo riferimento a normative come quella sulla concessione delle licenze minerarie.
In particolare, il Gerakan Nurani Bangsa ha sottolineato che la rigida gerarchia delle forze armate (conosciute con l’acronimo TNI in Indonesia), positiva per le organizzazioni militari, potrebbe risultare dannosa per la democrazia se applicata alle istituzioni civili, “con il rischio di violare i diritti umani nella gestione della vita comunitaria”, ha evidenziato Lukman Hakim Saifuddin.
Il dibattito sul ruolo dei militari al’interno della società civile è in corso da mesi in Indonesia, dopo l’elezione a presidente di Prabowo Subianto, ex ministro della Difesa durante il governo del suo predecessore Joko Widodo, ma anche ex comandante delle forze speciali Kopassus, accusate di violazioni dei diritti umani tra gli anni ‘80 e ‘90.
Le preoccupazioni della società civile sono sfociate in aperte tensioni con il governo: di recente una coalizione di gruppi di difesa dei diritti umani ha interrotto un incontro a porte chiuse tra legislatori che discutevano le proposte di revisione della legge militare.
Il portavoce delle forze armate, il generale Hariyanto, ha difeso le modifiche proposte, sostenendo che sia necessaria adattare i compiti e i ruoli dei militari alle richieste della società contemporanea. “La revisione dovrebbe consentire al personale militare attivo di occupare posizioni chiave nei ministeri e in altre agenzie governative”, ha spiegato il generale.
Attualmente, almeno 2.500 militari attivi ricoprono diverse posizioni civili in Indonesia. Gli emendamenti, che tra le altre cose della cosiddetta dottrina della “doppia funzione”, nota come “Dwi Fungsi TNI”, una politica voluta dal dittatore Suharto che permetteva ai militari di intervenire nella governance civile. Le riforme politiche del 1998, che aprirono la fase democratica dell’Indonesia dopo decenni di regime autoritario, avevano eliminato questa dottrina, ponendo sia la polizia che le forze armate sotto una guida civile e riducendo al minimo il coinvolgimento dei militari nella vita civile.
Secondo il professor Koerniatmanto Soetaprawiro, esperto di diritto dell’Università Cattolica di Parahyangan a Bandung, le modifiche legislative proposte potrebbero essere guidate dalle ambizioni personali del presidente Subianto, che, in quanto ex comandante delle forze speciali dell’esercito, si ritiene sia favorevole a una catena di comando di tipo militare all’interno della sua amministrazione. Il professor Koerniatmanto ha osservato che Prabowo “potrebbe dubitare che i suoi ordini vengano effettivamente eseguiti sotto una guida civile, in particolare quando i politici in Indonesia spesso danno priorità alla lealtà verso il proprio partito politico rispetto alla guida del governo”.
Fonte : Asia