Festival dei Due Mondi di Spoleto 2025, il programma della sessantottesima edizione

Dda venerdì 27 giugno a domenica 13 luglio 2025 opera, musica, danza, teatro, arte e performance saranno protagoniste del Festival delle arti performative più antico d’Italia. Sono attesi più di 700 artisti da 13 Paesi impegnati in oltre 60 spettacoli per un cartellone eterogeneo che punta a ridefinire i linguaggi dell’arte

La sessantottesima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto è in programma da venerdì 27 giugno a domenica 13 luglio 2025. Opera, Musica, Danza, Teatro, Arte, Performance: Spoleto è ancora una volta la città del Festival delle arti performative più antico d’Italia. Sono attesi più di 700 artisti da 13 Paesi impegnati in oltre 60 spettacoli.

L’indirizzo artistico della direzione di Monique Veaute prosegue nel solco del dialogo interdisciplinare e la proposta compone un cartellone eterogeneo che punta a ridefinire i linguaggi dell’arte. È da un “canto della terra” che si irradia il 68° Festival dei Due Mondi, dalla musica di Gustav Mahler che fa capolino in maniera diretta o indiretta nella programmazione. La partitura mahleriana Das Lied von der Erde compendia una pluralità di significati del vivere nel nostro tempo, che qui trovano traccia in varie forme, nel Lied che caratterizza il ciclo raddoppiato di concerti di mezzogiorno, in quelli cameristici e sinfonici dei tanti ensemble ospiti, così come nelle creazioni di danza, di teatro e nelle arti visive. Lo sguardo attraverso gli occhi dell’arte è uno strumento per interpretare il nostro presente, lo riassumono le esperienze di nomi come William Kentridge, che firma anche il manifesto della 68° edizione, Ersan Mondtag, Robert Mappelthorpe, Clément Cogitore presenti in cartellone. Essi stessi si confrontano con forme nuove: opera, teatro musicale, dramma o concerto, sperimentando nuove connessioni, individuando nuovi punti di intersezione.

Tra musica e teatro, Tra  Stefano BollanI e Luca Marinelli

L’inaugurazione, venerdì 27 giugno al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, è con l’opera Hadrian del compositore newyorkese Rufus Wainwright e con le immagini di Robert Mapplethorpe. Si succedono le più diverse esperienze di Teatro Musicale: con The Great Yes the Great No William Kentridge crea uno spettacolo multidimensionale tra opera da camera, oratorio e teatro, Ersan Mondtag Berliner Ensemble mettono in scena Woyzeck di Georg Büchner con musicisti dal vivo. Alessandro Baricco porta a Spoleto una versione originale di Novecento insieme a Stefano Bollani e a Enrico Rava. La violoncellista Sonia Wieder-Atherton si affida all’artista visivo e regista d’opera Clément Cogitore per dare corpo alle sue memorie.

Raddoppiano i concerti da camera: a quelli di mezzogiorno si aggiunge una fascia pomeridiana. Un ciclo dedicato al repertorio per voce e pianoforte include interpreti di livello internazionale come Sandrine Piau, Benjamin Appl, Matthew Rose, Lea Desandre, Raffaele Pe e La Lira di Orfeo. Non possono mancare i musicisti delle orchestre in residenza al Festival: l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Budapest Festival Orchestra, cui è affidata l’esecuzione della versione trascritta da Schönberg per piccola orchestra di Das Lied von der Erde di Gustav Mahler e la Sinfonia n. 5 per il concerto finale in Piazza Duomo con la direzione di Iván Fischer. Sono per la prima volta a Spoleto il Quartetto d’archi e l’Ensemble di percussioni del Teatro alla Scala. La musica occidentale incontra gli echi di una tradizione millenaria, con il debutto del cinese Amber Quartet e il concerto in Piazza Duomo della regina del sitar Anouska Shankar. Attesissimo anche il pianista giapponese rivelazione Hayato Sumino, per la prima volta in Italia. Oltre all’opera inaugurale, Rufus Wainwright è protagonista di un concerto da solista in Piazza Duomo.

La musica di Gustav Mahler guida i passi della compagnia di circo contemporaneo Circa. Nel centocinquantesimo anniversario della nascita di Maurice Ravel, il coreografo Shahar Binyamini affronta per la seconda volta nella sua carriera il celebre Bolero. Le musiche originali per il nuovo spettacolo della Sydney Dance Company guidata da Rafael Bonachela portano la firma di Bryce Dessner, leader dei The National e vincitore di un Grammy. Su Didone ed Enea di Henry Purcell si muovono i danzatori della coreografa andalusa Blanca Li, che torna al Festival dopo il successo di Le Bal de ParisFattoria Vittadini crea una nuova esperienza immersiva e sensoriale al Complesso Monumentale di San Nicolò.

Superare il confine – linguistico, filosofico, espressivo – senza perdere di vista la dimensione letteraria del teatro è quello che fanno anche i nostri migliori drammaturghi e attori. Luca Marinelli torna a Spoleto nella doppia veste di regista e attore per interpretare le Cosmicomiche di Italo Calvino. A trent’anni dal debutto, Federico Tiezzi e Sandro Lombardi riportano in scena Edipus di Giovanni Testori. Massimo Popolizio presenta la sua nuova regia in prima assoluta interpretata da Umberto Orsini e guida gli allievi diplomati dell’Accademia Nazionale Silvio d’Amico in una collezione di testi ispirati a efferati assassini letterari. Dalla lettura del romanzo di Giovanni Grasso L’amore non lo vede nessuno parte Piero Maccarinelli, impegnato in una nuova regia concepita per gli spazi di San Simone. La compagnia #SIneNOmine presenta il nuovo spettacolo nato dal laboratorio nella Casa di Reclusione di Spoleto.

Intorno al cartellone ufficiale gli appuntamenti collaterali e gli eventi speciali fanno di Spoleto un luogo vivo della creazione artistica dei nostri giorni: incontri con gli artisti, premi, istallazioni d’arte e mostre. Prosegue il lavoro della Fondazione Carla Fendi, che insieme a Mahler & LeWitt Studios ospita il Centre for the Less Good Idea di Kentridge a Spoleto. Prosegue la rassegna Musica da Casa Menotti di Fondazione Monini e il premio “Una Finestra su Due Mondi”. Anche quest’anno il Festival ospita la rassegna teatrale e i laboratori organizzati dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e la rassegna di La MaMa Spoleto Open che raccoglie le esperienze dei più talentuosi attori, registi e compagnie emergenti del panorama internazionale, arricchita quest’anno di una programmazione speciale per i piccoli spettatori. Si rinnova il sodalizio con Rai Per la Sostenibilità-ESG all’interno dei progetti sulla sostenibilità sociale, economica e ambientale avviati dalla Fondazione. Per tutta la durata del Festival sarà possibile visitare la mostra dedicata ai costumi del Festival negli spazi di Via Saffi e l’esposizione dedicata a William Kentridge a Palazzo Collicola.

Approfondimento

Stories, “Luca Marinelli – Davanti alla storia”. VIDEO

Il manifesto realizzato da William Kentridge

William Kentridge, tra i maggiori artisti viventi, è l’autore del manifesto della sessantottesima edizione. Nato a Johannesburg nel 1955, è apprezzato a livello internazionale per la sua capacità di combinare disegno, scrittura, film, performance, musica, teatro in un linguaggio artistico che unisce la riflessione politica alla dimensione poetica ed estetica. Cresciuto in Sudafrica durante il regime segregazionista, ha studiato arte prima di trasferirsi a Parigi, dove si è diplomato alla scuola di mimo di Jacques Lecoq, approfondendo la recitazione e la regia teatrale. Questa combinazione di arti sceniche e visiva è diventata, sin dagli anni Settanta, una caratteristica fondante e distintiva della sua ricerca. Le sue creazioni sono state esposte nei musei e gallerie più prestigiosi del mondo, tra cui il MoMA di New York, il Louvre di Parigi e il Reina Sofia di Madrid. Nel 2016 ha fondato il Centre for the Less Good Idea a Johannesburg, spazio dedicato alla sperimentazione e alla collaborazione tra artisti di discipline diverse.

La 68a edizione del Festival dei Due Mondi è promossa da Ministero della Cultura, Regione Umbria e Comune di Spoleto. È realizzata con il sostegno di Fondazione Carla Fendi (Main Partner), Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e Banco Desio. Si ringraziano Intesa Sanpaolo (Premium Supporter), Monini (Official Sponsor), gli altri sostenitori, i partner e gli sponsor tecnici. Media Partner sono: RAI (Main Media Partner), la Repubblica, Il Messaggero. APA Roma è Advertising partner.

 

OPERA E TEATRO MUSICALE

 

Il sessantottesimo Festival dei Due Mondi di Spoleto s’inaugura venerdì 27 giugno al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti con l’opera Hadrian del compositore newyorkese Rufus Wainwright, presentata in prima italiana. Dopo aver riletto il bestseller Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, Wainwright – che nella sua lunga carriera ha collaborato con artisti quali Elton John, Burt Bacharach, Robbie Williams e Billy Joel – ha deciso di dedicare la sua seconda opera all’imperatore romano passato alla storia, oltre che per il muro che porta il suo nome, per aver amato apertamente un altro uomo, Antinoo. I cantanti e il coro si muovono all’interno di un mondo scenico essenziale, specchio delle tensioni interiori dei personaggi, dominato dalle potenti immagini del fotografo Robert Mapplethorpe. Johannes Debus dirige la Malta Philharmonic Orchestra e il Coro del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Il cast di voci è di livello internazionale, con Germán Enrique Alcántara nei panni di Adriano, Santiago Ballerini in quelli di Antinoo, Sonia Ganassi (Plotina), Christian Federici (Turbo) e Ambur Braid (Sabina).

La proposta di Teatro Musicale è particolarmente ricca. Si comincia con il lavoro ideato dalla violoncellista Sonia Wieder-Atherton insieme all’artista visivo e regista d’opera Clément Cogitore: Carnets de là-bas (Auditorium della Stella, 28 e 29 giugno) è un viaggio iniziatico a ritroso nella memoria di Wieder-Atherton quando, diciannovenne, entrò al Conservatorio di Mosca. Cogitore ha esposto le sue opere di video-arte in tutto il mondo, dal Palais de Tokyo al Pompidou di Parigi e al MoMA di New York, e i suoi lavori sono selezionati e premiati nei maggiori festival di cinema (Cannes, Locarno, Los Angeles).

Piazza Duomo ospita una nuova produzione dello spettacolo Novecento (6 luglio): il famosissimo testo di Alessandro Baricco, nato come libro e poi diventato film, è raccontato dal suo autore e interpretato dal pianista Stefano Bollani insieme al trombettista Enrico Rava. Baricco torna ancora una volta a Spoleto dopo il successo delle sue lezioni di musica nel 2024 e dello spettacolo Atene contro Melo nel 2023.

Con il suo Woyzeck (Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, 5–6 luglio), sbarca a Spoleto Ersan Mondtag, geniale artista berlinese conosciuto per il suo approccio multidisciplinare e le sue regie distopiche. Nella produzione realizzata insieme al Berliner Ensemble, con l’accompagnamento musicale dal vivo di sei musicisti, Mondtag ambienta il testo di Georg Büchner nella foresta, tra i membri di una piccola comunità isolata e imprigionata in una mascolinità tossica.

Creatore di uno stile unico che combina disegno, animazione, cinema e produzioni teatrali, l’artista sudafricano William Kentridge, autore del manifesto di Spoleto 68, presenta un’opera dalle molte dimensioni: The Great Yes, The Great No (Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, 12–13 luglio) è un’allegoria dell’esilio che unisce teatro, oratorio e opera da camera. Tra surrealismo e irrazionalità, il viaggio di un transatlantico da Marsiglia alla Martinica diventa simbolo delle migrazioni forzate del passato e del presente.

MUSICA

C’è ancora più musica al Festival dei Due Mondi. Dal 28 giugno al 12 luglio i Concerti di Mezzogiorno ritrovano la storica sede del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi e la proposta musicale raddoppia con una seconda fascia oraria nel pomeriggio. Un ciclo dedicato al repertorio liederistico ospita una collezione di voci di livello internazionale: il soprano francese Sandrine Piau (28 giugno ore 12, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) per un programma che include le Cinq Mélodies populaires grecques di Ravel; il baritono tedesco Benjamin Appl (4 luglio ore 12) impegnato in un omaggio a Dietrich Fischer-Dieskau; il basso Matthew Rose (5 luglio ore 12) per un programma di songs inglesi e americane; il mezzosoprano Lea Desandre in duo con il liutista Thomas Dunford (6 luglio ore 12) attraversa le canzoni d’amore francesi nel corso di tre secoli. Con La Lira d’Orfeo, Raffaele Pe (5 luglio ore 17) propone un omaggio ad Alessandro Scarlatti a trecento anni dalla morte. Debuttano il cinese Amber Quartet (4 luglio ore 17) e il giapponese Hayato Sumino (10 luglio ore 17), star del pianoforte che a soli ventinove anni è un prodigio della musica e dell’ingegneria elettronica, seguitissimo dai suoi fan che hanno superato il milione sul canale YouTube “Cateen”. Protagoniste anche le due orchestre residenti al Festival: l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (10–11 luglio) e la Budapest Festival Orchestra (11–12 luglio) impegnata nella versione cameristica di Das Lied von der Erde di Gustav Mahler. Si aggiunge la speciale partecipazione del Quartetto d’archi (12 luglio ore 17) e dell’Ensemble di percussioni (29 giugno ore 12) del Teatro alla Scala di Milano.

Già a Spoleto per l’opera inaugurale, Rufus Wainwright non poteva perdere l’occasione di partecipare al Festival anche con la sua voce «di velluto» (Times). Il concerto da solista in Piazza Duomo (28 giugno) abbraccia una carriera trentennale da autore e interprete di canzoni, da Leonard Cohen e Judy Garland fino a Mina. Tre volte candidato ai Grammy Awards, Wainwright è stato compagno di palcoscenico di artisti come Burt Bacharach, Miley Cyrus, David Byrne, Robbie Williams, Jessye Norman, Billy Joel, Paul Simon e Sting.

In Piazza Duomo arriva ancora una grande voce: quella di Anoushka Shankar (3 luglio), regina del sitar che ha fatto dello strumento principe della tradizione indiana la chiave del proprio innovativo linguaggio musicale. Prima musicista indiana a essersi esibita live ai Grammy Awards, ha collaborato con Nina Simone, Sting, Madonna e Peter Gabriel. A Spoleto presenta il suo ultimo album Chapter III: We Return To Light.

Dopo il successo dello scorso anno, il Jazz Club torna ad animare il cortile di Palazzo Collicola a tarda sera. Tre giovani musiciste hanno imposto la loro bravura all’attenzione del pubblico: la chitarrista Eleonora Strino (28 giugno), la pianista Francesca Tandoi (5 luglio) e la cantante americana China Moses (11 luglio), figlia d’arte della straordinaria Dee Dee Bridgewater.

La sessantottesima edizione del Festival dei Due Mondi si chiude domenica 13 luglio in Piazza Duomo con il tradizionale concerto finale. “Il canto della terra” che abbraccia tutta la programmazione sfocia nella Quinta Sinfonia di Gustav Mahler, eseguita dalla Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer. La BFO e il suo direttore sono legati a doppio filo alla musica di Mahler, di cui hanno registrato per Channel Classics tutte le sinfonie con un’ipnotica cura del dettaglio che rivela bellezze inattese.

 

TEATRO

 

La proposta teatrale presenta in prima assoluta i progetti di alcuni tra i migliori drammaturghi italiani, con una particolare attenzione per i testi letterari della nostra tradizione e della contemporaneità.

Per la sua nuova regia, presentata a Spoleto in prima assoluta, Massimo Popolizio si accosta con delicatezza alla figura di un attore, interpretato da Umberto Orsini, che prima di entrare in scena rivive alcuni momenti della sua lunga vita. In Prima del Temporale (27 giugno–1° luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi) la realtà del teatro che fuori dal camerino si anima è il pretesto per dialogare con i fantasmi del passato: una risata ricorda un momento di gioia, un lungo silenzio una perdita lontana nel tempo.

Dopo il debutto come regista teatrale, Luca Marinelli torna a Spoleto nella doppia veste anche di interprete delle Cosmicomiche di Italo Calvino (28 giugno–6 luglio, San Simone), nel quarantesimo anniversario della scomparsa. Marinelli veste i panni di Qfwfq, narratore senza tempo che custodisce in sé la memoria del mondo, esplorando temi come l’infinità del cosmo e la natura dell’esistenza.

Anche nel 2025 la programmazione del Festival include una produzione teatrale della compagnia #SIneNOmine diretta da Giorgio Flamini e formata dai detenuti della Casa di Reclusione di Spoleto: lo spettacolo Senza Titolo (1–2 luglio, Casa di Reclusione di Spoleto) ridefinisce il carcere come spazio di trasformazione per scrivere un “Manifesto” che proclami l’arte come mezzo di liberazione.

A trent’anni dal debutto, Federico Tiezzi e Sandro Lombardi riportano in scena Edipus di Giovanni Testori (4–6 luglio, Auditorium della Stella), uno dei loro più grandi successi che, subito dopo la scomparsa dell’autore, ne rilanciò la drammaturgia. Italiano mescolato a dialetto lombardo, francese, latino e spagnolo, con echi di Ruzante, la lingua di Testori è rivoluzionaria, ed è questa inventiva a rendere Edipus un capolavoro di “teatro di poesia”.

Al Teatrino delle 6 Luca Ronconi Massimo Popolizio dirige gli allievi diplomati dell’Accademia Nazionale Silvio d’Amico in Delitti letterari (9–13 luglio): un collage di testi ispirati a efferati assassini nati dall’immaginazione di grandi scrittori. Una prova di teatro, un divertissement che gioca con la passione per il romanzo giallo e i suoi protagonisti più oscuri.

Al romanzo di Giovanni Grasso L’amore non lo vede nessuno si ispira la nuova regia di Piero Maccarinelli, concepita per gli spazi di San Simone (11–13 luglio). Attraverso la storia di Silvia, in cerca di risposte sulla morte improvvisa della sorella, Maccarinelli crea un’intensa riflessione sul senso dell’esistenza ed esplora la fragilità umana, il confronto con le proprie ombre e il bisogno di perdonare e perdonarsi.

 

DANZA

Le prime italiane dei migliori coreografi internazionali e delle loro compagnie trovano posto nel cartellone della danza, contraddistinto quest’anno dalla rilevanza della musica condivisa da tutti i lavori: non solo traccia sulla quale muoversi, il suono è ispiratore e parte fondante della creazione.

Il nuovo spettacolo della Sydney Dance Company (28–29 giugno, Teatro Romano) – compagnia australiana tra i principali ensemble internazionali di danza contemporanea diretta da Rafael Bonachela – nasce insieme alle musiche originali composte da Bryce Dessner, vincitore di un Grammy Award e membro della rock band The National. Per scrivere la musica di Impermanence Dessner ha richiamato davanti ai propri occhi l’immagine del bush australiano minacciato dagli incendi, o quella delle guglie di Notre-Dame avvolte dalle fiamme: la bellezza ancora più vivida, quando sta per scomparire.

La musica di Gustav Mahler si fa linguaggio vivo di corpi e di suoni nel nuovo spettacolo della compagnia di circo contemporaneo Circa (4–5 luglio, Teatro Romano) in collaborazione con l’ensemble tirolese Franui Musicbanda, interprete dell’album Mahlerlieder. I maestri della danza acrobatica conducono il pubblico attraverso una rilettura audace e poetica dell’universo mahleriano in cui i corpi degli artisti esplorano le trame emotive della musica in modo del tutto inedito, in un immaginifico viaggio che parla a un pubblico di tutte le età.

Nel dittico New Earth + Bolero X (9 luglio, Teatro Romano) il coreografo e danzatore israeliano Shahar Binyamini – nuova stella nata dalla costellazione Batsheva Dance Company – esplora i temi della ripetizione, del rinnovamento e della progressiva trasformazione. Bolero X, nell’ambito delle celebrazioni dei centocinquant’anni dalla nascita di Maurice Ravel, prosegue la ricerca avviata nel 2022 con la prima versione, moltiplicando i significati che emergono dalla connessione tra una composizione scritta nel 1928 e la danza contemporanea.

La coreografa andalusa Blanca Li, già apprezzata dal pubblico di Spoleto per l’esperienza nella realtà virtuale Le Bal de Paris, si addentra nella tragica storia fra Didone ed Enea (11–12 luglio, Teatro Romano), raccontata da Virgilio e messa in musica da Henry Purcell. Su un palcoscenico ricoperto d’acqua, che evoca il mare, i danzatori scivolano, pericolosamente attratti e respinti dal desiderio e dalla paura dell’abbandono.

Dal 28 giugno al 13 luglio al Complesso Monumentale di San Nicolò una nuova esperienza immersiva conduce il pubblico del Festival in un viaggio sensoriale a 360 gradi. Ispirati dalla tecnica del viaggio sciamanico, Fattoria Vittadini e Maura Di Vietri creano FLUX, un viaggio alla scoperta del proprio animale-guida, creatura che rappresenta il legame con la parte più profonda dell’anima.

PROGETTI SPECIALI

 

In occasione dello spettacolo The Great Yes, The Great No di William Kentridge, la Fondazione Carla Fendi e i Mahler & LeWitt Studios ospitano il Centre for the Less Good Idea con una mostra e un programma di residenze (28 giugno–13 luglio). La mostra Unhappen Unhappen Unhappen – Pepper’s Ghost Dioramas (Ex-Battistero della Manna d’Oro) presenta in anteprima quattro diorami animati realizzati da Anathi Conjwa, William Kentridge, Micca Manganye e Sabine Theunissen con la tecnica Pepper’s Ghost. Fondato da Kentridge e Bronwyn Lace a Johannesburg, il Centro promuove progetti collaborativi e interdisciplinari, con particolare attenzione al supporto di giovani artisti del continente africano, incoraggiati a perseguire “l’idea meno buona”. The Centre for the Less Good Idea condivide la propria filosofia e i propri metodi in alcuni workshop ed eventi che includono un’introduzione pratica alle tecniche di Pepper’s Ghost (1° luglio, Sala Pegasus), un workshop di composizione dal vivo con archivi di film muti (2 luglio, Sala Pegasus), e conversazioni con gli artisti (29 giugno e 9 luglio, luoghi vari). Al termine del concerto finale, William Kentridge riceve il Premio Carla Fendi STEAM 2025 in riconoscimento del suo eccezionale talento creativo e del prezioso lavoro svolto in ambito sociale.

Torna Musica da Casa Menotti, la rassegna di concerti che coinvolge giovani musicisti nell’ambito delle iniziative con cui la famiglia e la Fondazione Monini confermano il supporto per il Festival. Il Premio “Una Finestra sui Due Mondi”, giunto alla sua sedicesima edizione, è assegnato ai grandi nomi e ai talenti emergenti di Spoleto68.

Anche quest’anno il Festival dei Due Mondi ospita la rassegna teatrale e i laboratori internazionali organizzati dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico dal 28 giugno al 13 luglio: la XVI edizione del Progetto Accademia, dedicato alla presentazione dei migliori lavori del 2025, e la XII edizione dell’European Young Theatre. Massimo Popolizio dirige i giovani attori della Compagnia dell’Accademia in Delitti letterari da Max Aub, Simenon e Maupassant; i saggi degli allievi del I, II e III anno sono curati rispettivamente da Massimiliano Civica, Andrea Baracco e Giovanni Ortoleva. Luca De Fusco supervisiona le esercitazioni dei registi allievi Enrico Torzillo e Fabio Faliero. Il programma si arricchisce infine degli spettacoli vincitori del Premio Camilleri.

Raccoglie le migliori esperienze di attori, registi e compagnie emergenti del panorama italiano e internazionale anche la rassegna di La MaMa Spoleto Open (dal 28 giugno al 13 luglio), a cura di La MaMa Umbria International, residenza artistica, centro studi e produzione fondata nel 1990 da Ellen Stewart, già fondatrice e direttrice artistica del Teatro La MaMa E.T.C. di New York. Il programma include Accabadora di Lunella Clerchi e Caterina Campo, vincitore del bando Bottom Up, e i lavori delle due compagnie selezionate: Hòs della Compagnia UCCI UCCI e Timer della Compagnia ScenaMadre. Sul palco anche la creatività emergente coreana con Korean Rhapsody II di Byungkoo Ahn e History of Nightmares di HeeBeom Son, oltre a performance di artisti di grande interesse come i Motus con Daemon, la SBB Company con Germe, Claudio Larena con Spinte, Elisabetta Lauro e Gennaro Andrea Lauro con Zugzwang. In collaborazione con La MaMa il Festival propone la rassegna Crescere è uno spettacolo pensata per i più piccoli (Cantiere Oberdan): con I Promessi Sposi.Quel guazzabuglio del cuore umano Valentina Gristina porta il celebre romanzo di Alessandro Manzoni in un dibattito sui temi di responsabilità e storia collettiva; Ritorno ad Oz, per la regia di Gigi Palla, esplora conflitti e riconciliazione con un linguaggio semplice e accessibile; A Song in the Pot, di Natalia Cavalleri, unisce musica e fiaba bilingue per promuovere l’integrazione.

La mattina dei giorni di spettacolo, ogni Weekend, il Festival offre al suo pubblico l’occasione di incontrare gli artisti di Spoleto68: in dialogo con Andrea Penna musicisti, attori, danzatori, coreografi e registi si raccontano, approfondendo gli spettacoli e concerti di cui sono protagonisti.

Torna l’appuntamento con la X Giornata Nazionale del Mondo che non c’è, seminario organizzato da CESP – Rete delle Scuole Ristrette dedicato all’istituzione di biblioteche all’interno degli istituti penitenziari e al diritto di accesso alla cultura per la popolazione detenuta.

Prosegue la collaborazione con la Direzione Rai Per la Sostenibilità – ESG e Rai Umbria sui temi del sociale, dell’inclusione, della legalità, della coesione, dell’ambiente, dei diritti umani e dei territori. Nell’ambito del progetto europeo No Women No Panel, rilanciato dalla Rai per la partecipazione attiva e paritaria delle donne al dibattito pubblico, si presenta “Figlie delle stelle”, un incontro tra generi e generazioni con la “signora delle comete” Amalia Ercoli Finzi, pioniera dell’ingegneria aerospaziale, e altre donne protagoniste della scienza e della tecnologia a livello internazionale.

Giunto alla decima edizione, il FuoriFestival si propone come luogo di incontro tra artisti e pubblico, come spazio di sperimentazione al servizio di tutte le forme artistiche, che guarda ai giovani e alle nuove realtà. Il tema di quest’anno, “Armonia”, richiama un principio universale che attraversa la storia dell’umanità.

Torna per il terzo anno consecutivo Il laboratorio del sogno, il progetto circolare di creazione di piccoli accessori e capi ispirati agli spettacoli, che permette al pubblico di partecipare a laboratori di sartoria teatrale su prenotazione.

Il Festival propone inoltre una masterclass a numero chiuso con grandi designer di moda e costumisti di rilievo internazionale. Il progetto, curato da Fabiana Giacomotti, si inserisce nell’ambito del percorso di valorizzazione dei mestieri del teatro intrapreso con la direzione artistica di Monique Veaute.

Giunge alla nona edizione il Premio Carispo, con il quale la Fondazione Carispo conferma anche quest’anno la volontà di sostenere gli eventi festivalieri, assegnando uno speciale riconoscimento a protagonisti del Festival che si sono distinti nella propria attività professionale per espressività artistica e valori umani.

L’Associazione Spoleto Festival Friends sostiene il Festival dei Due Mondi con numerose iniziative e con un premio che quest’anno sarà conferito dalla presidente Ada Urbani alla ginnasta, danzatrice, coreografa e regista Blanca Li.

ARTE

 

Dal 27 giugno al 13 luglio (via Saffi, 12), il Festival dei Due Mondi celebra la sua storia con la mostra In scena. L’arte dei costumi al Festival di Spoleto: un’esposizione dedicata all’archivio, frutto di un lungo lavoro di recupero e valorizzazione avviato nel 2021. Questo prezioso patrimonio racconta quasi settant’anni di teatro, arte e innovazione e ripercorre le tappe fondamentali del Festival, dalla fondazione con Gian Carlo Menotti fino alla direzione di Monique Veaute, passando per Giorgio Ferrara. Fulcro dell’esposizione sono i costumi di scena, testimoni della creatività dei grandi costumisti che hanno collaborato con il Festival. Tra i pezzi più iconici spiccano il costume indossato da Rudolf Nureyev in Raymonda (1964, costumi di Beni Montresor) e i bozzetti e costumi di The Rake’s Progress (1993, David Hughes). In mostra anche le creazioni di Maurizio Galante, che ha firmato alcuni fra i costumi più affascinanti per le regie di Giorgio Ferrara e i bozzetti di Anna Biagiotti per le opere Pelléas et Mélisande (2023) e Ariadne auf Naxos (2024), a testimonianza di una tradizione che continua a evolversi.

Come ogni anno i Musei Civici di Spoleto ospitano una serie di interventi di artisti contemporanei in occasione della sessantottesima edizione del Festival. Palazzo Collicola ospita una mostra personale di William Kentridge, a cura di Saverio Verini in collaborazione con il Kentridge Studio e la galleria Lia Rumma. Il piano terra accoglie una serie di opere provenienti dalla collezione De Donno, che annovera capolavori di de Chirico, Fontana, Burri, Manzoni, Schifano, Boetti, De Dominicis, Cucchi, fino ad artisti emersi negli anni ’90. Il percorso espositivo prosegue con i manifesti d’autore realizzati per il Festival dal 1958 a oggi, offrendo un viaggio attraverso la storia della rassegna, in collaborazione con la University of West Georgia. Il secondo piano ospita le fotografie di Stefano Cerio, nell’ambito dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che ha visto Palazzo Collicola tra i soggetti selezionati.

Fonte : Sky Tg24