Da una parte lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, dall’altra la sua regolamentazione in ambito europeo. In mezzo, i singoli Paesi e i loro tentativi di recepire le norme comunitarie. Motivo per cui l’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) si è dotata di un comitato dedicato. Le norme discusse sono quelle contenute nell’AI Act, la prima legge europea sull’intelligenza artificiale, e nel Digital services Act, il regolamento europeo sulle piattaforme digitali. Il presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella definisce quest’ultimo “un impegno alla responsabilizzazione delle piattaforme” in vari settori: dalla pirateria alla manipolazione delle informazioni, passando per la tutela della privacy e l’impatto dell’AI sulla creatività umana.
Per capire meglio gli effetti delle nuove tecnologie su questi temi e sapere come adattare al contesto italiano le regole europee, a inizio anno l’Agcom ha formato il suo Comitato sull’intelligenza artificiale. È un organo consultivo composto da alcuni accademici esperti di AI, chiamati a svolgere “un complesso esercizio di equilibrio tra certezze del diritto e aperture all’innovazione”. Lo ha detto a Wired Andrea Renda, coordinatore del Comitato, prima di spiegare lo stato attuale dei lavori del gruppo – al quale partecipano altri docenti universitari e studiosi: Giovanni Boccia Artieri, Giuseppe Cassano Giusto; Maddalena Rabitti; Andrea Simoncini; Giovanna De Minico e Andrea Imperiali.
Le priorità del Comitato
A oggi il Comitato ha definito i primi passi da fare per aiutare Agcom a conciliare la normativa di settore (in questo caso le regole legate a comunicazione e audiovisivo) con quella europea sull’intelligenza artificiale.
Prima di tutto, il Comitato lavora all’individuazione delle possibili sovrapposizioni tra le regole interne e quanto prescritto dall’AI Act e dal Digital services Act, al fine di capire cosa può fare Agcom per avvicinarsi alle norme europee. Ciò porterà ad affrontare con maggior chiarezza il tema centrale della tutela del diritto d’autore, che oggi si scontra con le novità apportate dai modelli di intelligenza artificiale generativa e dai modelli di apprendimento linguistico (Llm). Prioritaria anche la possibilità di sviluppare le cosiddette “regulatory sandbox”, ovvero spazi sperimentali “protetti” in cui le aziende potranno sperimentare l’uso dell’AI e testare la conformità di tali applicazioni con la normativa europea e con i nuovi modelli di business. Inoltre, è prevista la possibilità di creare una rete europea tra regolatori di settore, per capire tutti gli altri problemi che dovranno affrontare Agcom e i suoi omologhi europei.
Fonte : Wired