Ad oggi in Italia il 40 per cento degli adulti è in sovrappeso e circa il 10 per cento è obeso. Un fenomeno che colpisce anche i più giovani interessando il 20 per cento dei bambini tra i 6 e i 10 anni, ma che riguarda tutti i Paesi del mondo. Secondo un nuovo studio pubblicato su The Lancet, se i governi non adotteranno al più presto strategie efficaci per frenare questa epidemia, oltre la metà degli adulti e quasi un terzo dei bambini e degli adolescenti nel mondo saranno in sovrappeso o obesi. Un trend che minaccerà soprattutto le nuove generazioni, le quali dovranno fare i conti con i problemi fisici e psicologici legati a questa patologia, ma anche con un aumento vertiginoso dei costi sanitari.
Una delle novità messe in campo negli ultimi anni nella lotta contro l’obesità sono i farmaci Agonisti GLP-1, nati come anti-diabetici ma che oggi vengono usati anche per curare l’obesità. Mimando l’azione di un ormone naturale, il “glucagon-like peptide-1” (GLP-1), aiutano i pazienti in sovrappeso/obesi a perdere tra il 15 per cento e il 20 per cento del loro peso corporeo. Sebbene siano collegati a eventi avversi seri, e nonostante la mancanza di dati a lungo termine sulla loro sicurezza, sono diventati estremamente popolari. Inoltre, dovrebbero essere assunti per tutta la vita per mantenere i risultati guadagnati, sebbene il trattamento viene spesso interrotto dopo un paio di anni, con conseguenze sulla salute nel medio e nel lungo termine ancora da chiarire. Ne abbiamo parlato con Luca Elli, responsabile della Commissione nutrizione e stili di vita di AIGO (Associazione Italiana dei Gastroenterologi ed Endoscopisti digestivi Ospedalieri).
Dottor Elli, quando si parla di obesità è fondamentale chiarire un aspetto importante: non si tratta di una condizione riconducibile a uno stile di vita scorretto, ma di una vera e propria patologia. Quali sono i fattori di rischio?
“L’obesità è una patologia multifattoriale. I fattori di rischio per includono aspetti genetici e familiari. L’età e il genere possono influenzare il rischio come anche una dieta squilibrata e la scarsa attività fisica. Inoltre alcuni farmaci possono contribuire e condizioni mediche possono aumentare il rischio. Ma anche uno stile di vita sedentario aiuta, chi è già predisposto, a sviluppare una vera e propria obesità”.
Entro il 2050 oltre la metà della popolazione adulta e circa un terzo di bambini e adolescenti nel mondo saranno in sovrappeso o obesi. È quanto emerge da un’analisi condotta da Global Burden of Disease (GBD) Study 2021, pubblicata su The Lancet, che ha esaminato le tendenze dal 1990 a oggi in 204 Paesi. Quali sono le cause di questo aumento?
“L’aumento globale di obesità e sovrappeso è probabilmente legato a cambiamenti nello stile di vita. La transizione verso diete meno equilibrate a minor contenuto di fibre, con più cibi ultraprocessati, è un fattore chiave. La scarsa attività fisica e l’aumento del tempo trascorso davanti a schermi sono altri fattori. La globalizzazione ha portato infine a una maggiore disponibilità di cibi ad alto contenuto calorico. Questi cambiamenti hanno influenzato la salute pubblica a livello mondiale”.
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L’aspetto più inquietante riguarda i giovani tra i 5 e i 14 anni: in questa fascia d’età la crescita dell’obesità sta superando quella del sovrappeso. Che impatto può avere l’obesità infantile sulla salute a lungo termine?
“L’obesità infantile e giovanile può avere gravi conseguenze sulla salute a lungo termine. I bambini obesi hanno un maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 ed altri disturbi metabolici. Problemi cardiovascolari e disturbi ortopedici sono comuni in questi casi. Inoltre, l’obesità infantile può anche influenzare lo sviluppo psicologico e sociale. Come per molte altre patologie la prevenzione è cruciale: bisogna intervenire precocemente per prevenire queste complicazioni”.
L’aumento dei tassi di obesità avrà un impatto significativo non solo sulla salute individuale, ma anche sulla società e sull’economia globale. Quali strategie si possono mettere in atto per invertire questo trend? E, soprattutto, come sensibilizzare i più giovani?
“Per invertire il trend dell’obesità, è necessario modificare lo stile di vita in generale. Promuovere una dieta equilibrata e l’attività fisica regolare è fondamentale. Le campagne di sensibilizzazione da parte delle Società scientifiche possono aiutare a cambiare le abitudini alimentari. Interventi anche di urbanistica ambientale, come parchi e percorsi ciclopedonali, incoraggiano l’attività fisica. Sensibilizzare i giovani attraverso scuole e famiglie è cruciale per il successo a lungo termine”.
È possibile guarire dall’obesità? Come si cura un paziente obeso? Quali sono le opzioni terapeutiche?
“La terapia per l’obesità è molto complessa date le caratteristiche cliniche del paziente obeso e le possibili comorbidità. La cura dell’obesità richiede un approccio multidisciplinare. Le modifiche dello stile di vita, come dieta e attività fisica, sono il primo passo. La terapia farmacologica può essere utile per alcuni pazienti. La chirurgia bariatrica e le terapie endoscopiche sono invece opzioni per i casi più gravi. Il supporto psicologico, infine, è importante per mantenere i risultati nel tempo”.
I nuovi farmaci anti-obesità stanno rivoluzionando il trattamento dell’obesità. Quali sono quelli disponibili in Italia e in che modo riducono il peso corporeo?
“I farmaci agonisti di GLP-1 e GIP sono nuove opzioni terapeutiche per l’obesità. Solitamente agiscono riducendo la fame e migliorando il controllo glicemico. Questi attraverso diversi meccanismi aiutano a perdere peso e quindi possono essere strumenti importanti, assieme al cambiamento di stile di vita ed al supporto psicologico e dietologico, per il paziente obeso. Sono particolarmente efficaci anche nel ridurre il rischio di complicanze metaboliche. I farmaci approvati in Italia per il trattamento dell’obesità e del sovrappeso negli adulti sono tre: orlistat, liraglutide, bupropione/naltrexone”.
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Quali sono i vantaggi della loro assunzione?
“I farmaci anti-obesità offrono diversi vantaggi, tra cui una significativa perdita di peso, un miglioramento del controllo glicemico e una riduzione del rischio cardiovascolare. Possono quindi migliorare la qualità di vita dei pazienti. L’efficacia a lungo termine dipende dalla combinazione con modifiche dello stile di vita. Sono particolarmente utili per pazienti con obesità grave o complicanze metaboliche”.
Questi farmaci però presentano anche dei limiti. Innanzitutto per mantenere i risultati dovrebbero essere assunti potenzialmente per tutta la vita. A cosa può portare la sospensione del trattamento?
“I farmaci anti-obesità presentano un limite importante, e cioè la necessità di assunzione continua. La sospensione del trattamento può portare al recupero totale del peso perso, per questo possono essere di aiuto in alcune fasi della cura premettendo che l’educazione a stili di vita rimane alla base del trattamento a lungo termine. Tra le cause dell’abbandono ci sono effetti collaterali come una persistente sensazione di nausee a volte accompagnata da conati, e diarrea. L’uso prolungato richiede un monitoraggio costante per evitare complicazioni per questi motivi. È importante seguire le indicazioni mediche e farsi seguire da centri dedicati per ottenere i migliori risultati”.
Studi hanno dimostrato benefici sulla salute oltre alla perdita di peso. Ma ciononostante è importante che vengano assunti solo quando le condizioni siano tali da renderli necessari. Quali sono i rischi legati agli abusi?
“L’uso improprio di questi farmaci può causare effetti collaterali gravi e dipendenza. È cruciale utilizzare questi farmaci solo sotto controllo medico. La mancata aderenza alle prescrizioni può ridurre l’efficacia e aumentare i rischi. La sensibilizzazione sui rischi è fondamentale per prevenire abusi e garantire un uso sicuro. Gli effetti collaterali più comuni dei farmaci agonisti di GLP-1 e GIP includono nausea, vomito e diarrea, che si manifestano soprattutto all’inizio del trattamento e tendono a diminuire nel tempo”.
Fonte : Today