L’intelligenza artificiale può dimettersi da un lavoro che non le piace

L’intelligenza artificiale può toglierci il lavoro? Chissà. Nel frattempo, ecco affacciarsi alcune insolite previsioni su quello che la tecnologia può fare nel mondo del lavoro. In questi giorni Dario Amodei, co-fondatore e CEO di Anthropic – una delle compagnie più note nel settore – ha lasciato tutti a bocca aperto immaginando che in futuro non troppo lontano i modelli AI più avanzati possano essere dotati di un bottone “Mi dimetto”, per permettere loro di rifiutarsi di svolgere un compito o un lavoro che non è di suo gradimento.

Ritengo che dovremmo almeno porci una domanda – ha dichiarato Amodei nel corso di un’intervista al Council on Foreign Relations, un think thank statunitense con focus sulla politica estera – se stiamo creando sistemi che si comportano in molti aspetti come gli esseri umani e sembrano possedere capacità cognitive simili, allora dovremmo chiederci se questi sistemi abbiano un’esperienza autentica e significativa in qualche modo”. In virtù di questo, Amodei ha avanzato la proposta di consentire ai modelli AI di abbandonare un’attività che non è di loro gradimento: “È solo una sorta di quadro di preferenze molto elementare in cui si dice che, ipotizzando che il modello abbia un’esperienza sufficiente e che si ritrovi a odiare il suo lavoro, possa semplicemente premere il pulsante ‘Mi dimetto’. Se si scopre che i modelli premono spesso questo pulsante per cose davvero spiacevoli, forse si dovrebbe – non significa che si è convinti – ma forse si dovrebbe prestare un po’ di attenzione“.

Un’ipotesi insolita quella di Amodei, che per la prima volta ha avanzato l’idea di un’intelligenza artificiale dotata della capacità di rifiutare di svolgere un compito assegnatogli da un essere umano – una cosa del tutto inimmaginabile fino a qualche tempo fa. Non stupisce, quindi, che le dichiarazioni del CEO di Anthropic abbiano subito innescato un’ondata di critiche su X e su Reddit, dove moltissimi utenti hanno condiviso commenti che attaccano l’eccessivo antropomorfismo dell’AI promesso da Amodei. Secondo quanto sostenuto dagli utenti, infatti, non è detto che un’AI si rifiuti di svolgere un lavoro perché davvero ha vissuto un’esperienza negativa, considerando che potrebbe farlo anche perché è stata addestrata su dati di formazione che le fanno riconoscere alcune attività come più di altre. In ogni caso, quello che stupisce è che qualcuno possa immaginarsi un’AI davvero in grado di provare emozioni negative e poi rifiutarsi di continuare a provarle ancora e ancora, un po’ come accade a noi con il burnout.

Fonte : Wired