I lupi in Europa stanno finalmente aumentando

Dopo anni e anni di assenza, finalmente i lupi (Canis lupus) in Europa non solo sono tornati, ma le loro popolazioni sono aumentate di quasi il 60% in un decennio. A riferirlo è stato un recente studio di un team di ricerca coordinato da Cecilia Di Bernardi e Guillaume Chapron della Swedish University of Agricultural Sciences, secondo cui sebbene le popolazioni dei grandi carnivori, così come della biodiversità in generale, siano in declino in tutto il mondo, le politiche di conservazione messe in atto nelle regioni europee hanno avuto un notevole successo, sostenendo di fatto la ripresa dei lupi. Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista Plos Sustainability and Transformation.

I lupi in Europa

Per comprendere le tendenze nelle popolazioni di lupi, i ricercatori hanno passato in rassegna i dati sul numero di esemplari in 34 Paesi europei. Dalle successive analisi, hanno scoperto che nel 2022, i lupi che hanno abitato l’Europa erano almeno 21.500. Dato, quindi, che la popolazione stimata nel decennio precedente era pari a 12 mila esemplari, l’aumento è stato significativo, pari al 58%. In particolare, le popolazioni di lupi hanno registrato un aumento nella maggior parte dei Paesi presi in esame, tra cui l’Italia Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Slovacca, Slovenia, Svezia, Svizzera e la parte europea della Turchia. Il numero di esemplari è invece rimasto sostanzialmente stabile in 8 Paesi (Albania, Croazia, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Romania, Spagna, Ucraina), ed è diminuito, infine, in Bosnia ed Erzegovina, Montenegro e Macedonia del Nord.

I rischi per il bestiame

Riguardo i conflitti tra gli esseri umani e i lupi, soprattutto in ambito di protezione del bestiame (per lo più capre e pecore, ma anche bovini, cavalli, renne e cani), il nuovo studio ha mostrato come nell’Unione Europea circa 19 mila lupi sono stati responsabili della morte di 56 mila animali domestici all’anno, su una popolazione totale di 279 milioni di capi di bestiame. Vale a dire, quindi, 3 animali uccisi per lupo all’anno. Sebbene il rischio variasse in base all’area, i ricercatori hanno riferito che “un capo di bestiame medio nell’Ue affronta un rischio annuo dello 0,02% di essere ucciso dai lupi”. Alcuni Paesi, tra cui l’Italia, hanno avuto perdite assolute significativamente maggiori rispetto ad altri, “probabilmente legate a diverse pratiche di allevamento e/o diversi sistemi di compensazione”, scrivono i ricercatori. Per quanto riguarda il timore di attacchi da parte dei lupi alle persone, gli autori sottolineano che quelli segnalati in Italia e Grecia sono stati molto probabilmente da parte di cani, non di lupi. “In alcune popolazioni – si legge nello studio – l’ibridazione con i cani sta diventando una minaccia per la conservazione del lupo con stime segnalate che potrebbero persino includere alcuni ibridi”.

Straordinaria adattabilità

Considerando l’alta densità della popolazione umana in Europa e l’alterazione sempre più marcata dei paesaggi e del suolo in favore dell’agricoltura, dell’industria e dell’urbanizzazione, i dati del nuovo studio evidenziano la straordinaria adattabilità dei lupi. Inoltre, “ciò dimostra che, con strumenti politici appropriati, i modelli di condivisione del territorio possono funzionare, anche per i predatori al vertice, su scala continentale”, si legge nello studio. La sfida ora riguarderà questioni socio-politiche più ampie, come adattare le politiche nazionali e internazionali per garantire che le persone e i lupi possano coesistere in modo sostenibile a lungo termine. Bisognerà “adattare le politiche di conservazione nel passaggio dal salvataggio delle popolazioni in via di estinzione al mantenimento del successo, concludono i ricercatori.

Fonte : Wired