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Walter Ricci, jazzista napoletano che ha lavorato con grandi nomi della musica, ha raccontato la fine della sua storia d’amore con Arisa. Ora, dice, è concentrato sulla sua carriera.
Walter Ricci è uno dei più giovani e talentuosi musicisti jazz in circolazione, ha già affiancato grandi nomi della musica come Quincy Jones e George Benson, ed è stato su alcuni dei palchi più importanti del mondo. Il suo nome era stato posto all’attenzione delle cronache rosa per la storia con Arisa che, però, come racconta lui stesso in un’intervista al Corriere è terminata. Ora, dice, è il momento di pensare alla sua crescita professionale.
La fine della storia con Arisa
Foto pubblicate sui social, tra vacanze al mare, sessioni di registrazione, momenti di felicità e immagini che raccontavano un amore sano, fatto di alti e bassi ma un amore che sembrava potesse avere tutte le carte in tavola per funzionare. I due si sono conosciuti per caso, a Palermo: “In aeroporto. È subito scoppiato qualcosa ed è incominciata una relazione“. Ma non sempre l’amore basta, soprattutto quando si è artisti:
Con lei è finita. Vogliamo concentrarci entrambi sulle nostre carriere. Io sono in un momento importante e non voglio perdermi neanche una virgola di quel che sto vivendo. Nessuno di noi due ha una routine ed era complicato stare insieme e continuare a crescere professionalmente.
Eppure, la cantante aveva anche parlato dell’idea di costruire una famiglia e a tal proposito, il jazzista risponde: “Quando si è molto presi si dicono certe cose… Siamo stati insieme quasi nove mesi e siamo stati molto bene. Poi ci si rende conto che è meglio fermare la barca”.
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La passione per la musica
Ricci, 35 anni, una carriera già avviata e un nuovo disco all’orizzonte, ha raccontato come si è evoluta la sua musica, dal padre musicista passando per lo studio, le collaborazioni importanti, i premi ricevuti:
Mio padre musicista mi ha dato una grande spinta facendomi ascoltare generi diversi. A 7/8 anni già suonavo, anche ai matrimoni. Ma soprattutto sono stato in giro per il mondo con l’idea che la mia musica potesse affermarsi solo attraverso grandi esperienze. Ho capito presto che il jazz, dallo swing al bebop sino al contemporary jazz, era per me una calamita irresistibile. Frank Sinatra, Tony Bennet ed Ella Fitzgerald sono stati i miei riferimenti. Così mi sono dedicato allo studio del pianoforte specializzandomi in tecnica dell’improvvisazione e sono arrivato su palchi importanti. Nel 2006 ho vinto il “Premio Massimo Urbani” e così è incominciata la mia carriera. Fabrizio Bosso mi ha notato e voluto con sé, poi mi sono esibito in Italia e all’estero con Stefano Di Battista. E poi tanti altri nomi, Mario Biondi, la Monk Competition di Quincy Jones a Los Angeles, George Benson e altri.
Non vorrebbe che una sua canzone diventasse “il tormentone dell’estate” per scelta, ma che accada in maniera inaspettata. A chi, invece, lo definisce il nuovo Renato Carosone dice: “Mi emoziona molto e mi fa un piacere grandissimo. È come se, a chi gioca a pallone, dicessero che sembra Maradona”.
Fonte : Fanpage