La scoperta sarebbe avvenuta quando la figlia aveva iniziato una relazione con un ragazzo: “Tanto ho già perso la verginità, per colpa del tuo ex compagno”, diceva candidamente alla madre. Così la donna è venuta a sapere delle presunte violenze sessuali subìte dalla ragazza quando era ancora una bambina e andate avanti per cinque anni, dal 2013 al 2018. Come riportano i colleghi di TorinoToday, un uomo di 63 anni è stato condannato in primo grado a cinque anni e sei mesi di carcere.
Le violenze “una volta a settimana”
Gli stupri sarebbero stati periodici. “All’incirca una volta a settimana si introduceva nel letto della figlia della sua compagna”, ha ricostruito la pubblico ministero Livia Locci durante il processo. Le violenze sarebbero iniziate nel 2013, quando la vittima aveva solo dieci anni. In quel periodo la madre e l’uomo avevano una relazione che poi con gli anni si è conclusa. “La costringeva a subire atti sessuali, con l’aggravante di avere agito con abuso di relazioni domestiche e di collaborazione”, ha raccontato la pm. Hanno aggravato la posizione dell’uomo sia l’età della vittima, aveva meno di 14 anni, sia il fatto che si sia approfittato della sua minorata difesa.
La denuncia
La madre sarebbe venuta però a conoscenza di tutto solo a distanza di anni. E quando aveva scoperto che la figlia si stava frequentando con un ragazzo. In quel momento la ragazza l’avrebbe tranquillizzata spiegandole di aver avuto relazioni in passato proprio con l’ex compagno. In quel momento è scattata la denuncia. La donna però ha voluto anche chiamare l’uomo. Un passaggio non secondario ai fini processuali perché l’inchiesta si è anche basata sulla registrazione della telefonata fatta dalla madre. Durante il loro confronto telefonico, l’uomo avrebbe ammesso in parte quanto fatto. Ma negando di aver intrattenuto rapporti completi.
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Fonte : Today