Femminicidio Yirelis Santana, il padre del killer: “Mentalmente instabile da anni, nessuno ci ha aiutato”

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Ieri si è tenuta una nuova udienza del processo per il femminicidio di Yirelis Pena Santana, la donna uccisa dal 26enne Sandro Di Carlo. Il padre in aula ha parlato dei problemi mentali del figlio.

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Si è tenuta ieri un’altra udienza del processo per il femminicidio di Yirelis Pena Santana, la donna di 34 anni uccisa il 28 maggio 2023. Imputato, con l’accusa di omicidio volontario, il 27enne Sandro Di Carlo: l’uomo ha colpito Santana con quattro coltellate nel suo appartamento al centro di Cassino. Poi è fuggito, cercando di far perdere le sue tracce. Quando è stato arrestato, aveva le scarpe ancora sporche del sangue della donna.

Nella giornata di ieri, come riportato da Il Messaggero, hanno parlato tre testimoni della difesa. Uno di loro è il padre dell’imputato, che ha raccontato come il figlio fosse una persona mentalmente instabile e bisognosa di aiuto. Sin da quanto era bambino Di Carlo avrebbe manifestato dei problemi: adottato da piccolo, veniva spesso picchiato e abusato dai genitori biologici, secondo il racconto del padre adottivo. Questo avrebbe fatto di lui un ragazzino violento e problematico, la cui violenza delle sue azioni veniva acuita dalla dipendenza dall’alcol.

“Usciva e molte volte tornava strappato, con il naso rotto, ma non diceva mai la verità. In ospedale credevano che fossimo noi a picchiarlo – le parole dell’uomo in aula – Poi un giorno venne arrestato a scuola. E li capimmo che la situazione era grave. Lo dichiararono parzialmente incapace di intendere e volere”. Sandro Di Carlo avrebbe sofferto anche di allucinazioni: “Spesso mi diceva che aveva lottato con un drago. Lui beveva e si trasformava. Molte volte non ricordava. Quando ricordava diceva che aveva lottato con il drago, ma lui voleva curarsi”.

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Sandro Di Carlo era noto a Cassino per il temperamento violento, che già prima del femminicidio aveva dato molti problemi. Varie volte le forze dell’ordine erano intervenute perché il 26enne era coinvolto in qualche rissa. Secondo quanto riportato dal padre, ci sarebbero due sentenze del tribunale di Cassino che predisponevano l’assistenza giornaliera totale per le cure. Ma alla fine nessuno sarebbe intervenuto, e la situazione psicologica di Di Carlo sarebbe peggiorata sempre di più. Tanto che avrebbe aggredito in più di un’occasione anche il padre e il padrino, con cui teoricamente aveva un ottimo rapporto.

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Fonte : Fanpage