Bending Spoons è una macchina da soldi che non vuole fermarsi

In Bending Spoons non ci si dimenticherà facilmente del 2024. L’anno che ha consacrato l’ex startup italiana del software si è chiuso con una crescita monstre dei ricavi del 72,5%, con il fatturato volato su e ancora su fino a 622 milioni di euro. Ma quella guidata dall’amministratore delegato Luca Ferrari si è dimostrata essere, per ora, anche una formidabile macchina da soldi: l’Ebitda margin è al 50,6%, un soffio sotto i 315 milioni di euro. Una redditività inferiore a quella di Nvidia (66%), ma superiore – per rendere l’idea – a quella di Apple (34%) e Google (36,45%).

I (pochi) numeri sono stati messi nero su bianco nel bilancio di Tip, la società di investimento fondata da Giovanni Tamburi che possiede il 3,3% di Bending Spoons. Di utile netto non c’è traccia, ma leggendo le 30 pagine dei conti, si scopre che Tamburi e i suoi hanno sempre sostenuto gli aumenti di capitale di Bending Spoons. A gennaio 2024, Tip ha investito altri 4,7 milioni di euro. “Ai prezzi delle ultime transazioni il pacchetto di Tip ha un valore di almeno 10 volte quanto ad ora investito, spiega il gruppo nel bilancio consegnato al mercato.

Nella lettera ai suoi azionisti, Giovanni Tamburi ha avuto parole al miele per la creatura di Ferrari che ha fondato Bending Spoons nel 2013 con Francesco Patarnello, Matteo Danieli, Luca Querella e Tomasz Greber. “Ormai nota in tutto il mondo”, la società milanese conosciuta per le sue app viene definita “società eccezionale, concepita e gestita da persone che impressionano in positivo ogni volta che ci si confronta con loro”, scrive Tamburi. “Raccolgono consensi con chiunque sappia chi sono e cosa siano riusciti a costruire. Un fenomeno raro per il nostro paese, che continua a sorprendere per le capacità di crescita e per l’enorme redditività, ma che ci rende molto orgogliosi di aver creduto nel progetto da moltissimi anni”, aggiunge l’investitore.

Bending Spoons, lo shopping e la gaffe con Obsidian

Bending Spoons, secondo Cb Insight, ha raggiunto un anno fa la valutazione di 2,55 miliardi di dollari (primo fra gli unicorni italiani, seguita da Satispay e Scalapay). Il pacchetto dei soci è variegato, anche se il controllo è saldamente nelle mani dei fondatori. A gennaio, Milano Finanza ha rivelato che Baillie Gifford è diventato il primo investitore con una quota vicina al 6% e nel libro soci si sono fatti largo anche il venture capital Highland Europe e Nuo, la joint venture che lega Exor e il family office di Hong Kong The World-Wide Investment Company.

Nel 2024 Bending Spoons ha portato avanti una campagna di shopping piuttosto aggressiva in tutto il mondo. Tra gli affari chiusi spicca quello che ha portato nel portafoglio della società Wetransfer, icona globale per il trasferimento di file. Nel corso dell’anno sono stati chiusi gli affari per Hopin, che gestisce i servizi di live streaming StreamYard, Streamable e Superwave, e Issuu, società danese specializzata nell’editoria digitale. Fino ad ora la strategia ha fatto bene ai conti del gruppo, ma non è piaciuta proprio a tutti. Soprattutto alle prede: il ceo di Obsidian ha rifiutato una proposta di investimento di Bending Spoons, sbeffeggiando il top management con un post ironico su X.

Fonte : Wired