Giorgia Meloni è attesa in Senato. Nelle sue comunicazioni, la presidente del Consiglio parlerà di guerra in Ucraina, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo. Il discorso della presidente del Consiglio a Palazzo Madama, in programma dalle 14.30 di domani, martedì 18 marzo, toccherà i punti chiave del piano di riarmo europeo e dell’ipotesi di inviare soldati italiani al fronte, parte del piano che vedrebbe truppe di pace nei territori ucraini di cui si è parlato nelle ultime settimane. La maggioranza però è a rischio divisione sui temi in ballo nella risoluzione che verrà votata.
Cosa dirà Meloni in Parlamento
Meloni potrebbe ribadire alcuni punti fermi indicati nei giorni scorsi: la netta contrarietà dell’Italia all’invio di uomini al fronte in Ucraina e all’utilizzo dei fondi di coesione per finanziare il riarmo. Su questo punto, la presidente del Consiglio dovrebbe incassare l’apprezzamento della Lega. Meloni dovrebbe poi rilanciare la proposta di estendere l’articolo 5 della Nato all’Ucraina e, in sede di replica, porrà anche paletti al piano di riarmo europeo.
Oltre al nome ‘ReArm Ue’ subito criticato, sottolineerà che occorre rafforzare le sicurezze nazionali, non provare a ‘militarizzare’ l’Europa. Ma l’insistenza sarà per il ruolo di ponte tra Usa e Ue, spiegherà le posizioni espresse nei vari vertici a cui ha partecipato, ribadendo di aver fatto sempre gli interessi dell’Italia e che bisogna trattare con Washington sul tema dei dazi.
Salvini: “No ai soldi italiani per carri armati stranieri”
Negli interventi delle varie forze politiche del centrodestra emergeranno le differenze che si sono viste fin qui sul ruolo dell’Europa nello scenario futuro tra Russia e Ucraina. La Lega potrebbe tentare di ‘circoscrivere’ il mandato della premier, invitando Meloni a guardare anche alla Russia e a non sposare l’impostazione di Francia e Germania sulla difesa europea.
“Qualcuno a Bruxelles forse pensa di usare soldi dei contribuenti italiani – con la scusa del ReArm Europe – per finanziare carri armati stranieri? No, grazie”, dice Matteo Salvini.
Ma è previsto un voto compatto, le distanze serviranno ai partiti solo a marcare il proprio ‘territorio’ di riferimento: mentre la Lega si opporrà alle mosse della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, Forza Italia ritiene che – e lo ha confermato il portavoce azzurro, Raffaele Nevi – “investire nel sistema industriale, in particolare nel settore della difesa, rappresenta un’opportunità’ per creare lavoro e favorire la crescita economica”.
Cosa chiederanno i partiti al governo Meloni sulla guerra in Ucraina e il riarmo
Il governo si impegna a “lavorare sulla semplificazione, sulla riduzione della burocrazia e dell’eccesso di regolamentazione per un quadro normativo europeo più chiaro e snello, riducendo drasticamente i costi amministrativi per le imprese, in particolare le Pmi”. Così si legge nella bozza della risoluzione di maggioranza, in vista delle comunicazioni al Senato della premier Giorgia Meloni. Il documento – che l’Adnkronos ha potuto visionare – si articola in 12 punti.
La maggioranza, inoltre, invita l’esecutivo a “preparare il terreno per il negoziato sul prossimo bilancio europeo, opponendosi a eventuali proposte di tassazioni aggiuntive per cittadini e imprese europee e attivandosi per garantire risorse adeguate ad affrontare le sfide collegate agli obiettivi della politica di coesione e della politica agricola, ma anche al tema della sicurezza e della difesa e al rilancio delle competitività europea”, si legge ancora nel documento.
Le posizioni delle opposizioni, dal Pd a Conte passando per Renzi e Calenda
Mentre il Partito democratico cercherà di trovare una sintesi al suo interno dopo lo strappo consumato nel voto a Strasburgo. Sarà più netta la postura delle altre forze politiche. Il Movimento 5 Stelle ribadisce il “No” senza distinguo a “ReArm Europe” e chiederà di sostituire “integralmente” il riarmo con “un piano di rilancio e sostegno agli investimenti” per “spesa sanitaria, filiere produttive e industriali, incentivi all’occupazione, istruzione, investimenti green”. E il leader Giuseppe Conte insiste rilanciando la piazza 5 Stelle: “Tutti insieme il 5 aprile per dire no a questo folle piano di riarmo”.
Picierno contro Schlein: “La donna sola al comando non fa per il Pd”
Anche Alleanza Verdi e Sinistra ribadirà il suo fermo rifiuto al riarmo sollevando invece la necessità di investire sul welfare, come sanità, istruzione pubblica e in politiche industriali della transizione. “Se c’è una cosa che è molto chiara è quella che buttare 800 miliardi di euro in nuove armi significa suicidarsi, significa suicidare l’Europa e il suo progetto”, le parole di Nicola Fratoianni.
Al contrario, Azione presenterà un testo fotocopia delle risoluzioni – una sull’Ucraina, l’altra sulla difesa – approvate il 12 marzo dal Parlamento europeo, che hanno il “pregio della nettezza”, spiega il partito di Carlo Calenda. Un posizione convergente con Più Europa che punterà sugli Stati Uniti di Europa e sul riarmo “perchè sia un primo passo verso la difesa europea che non può però prescindere da una politica estera comune”, sottolinea il segretario Riccardo Magi.
Anche Italia viva presenterà un proprio testo di risoluzione. “È sacrosanta la difesa comune europea ma – rimarca Matteo Renzi – bisogna mettere l’equivalente in ciò che ci caratterizza come europei, ovvero la cultura, il sistema educativo, l’università'”.
Fonte : Today