L’omaggio di Lahore ad Akash Bashir a 10 anni dal suo martirio

Il 15 marzo 2015, il 21enne morì per fermare un attentatore suicida alla chiesa di San Giovanni, salvando oltre 800 fedeli. A Youhanabad migliaia di persone si sono radunate per ricordarlo. P. Khalid Rashid Asi ad AsiaNews: “Imparando dal suo esempio, lo Stato ponga fine a terrorismo ed estremismo”. Avanza la causa di beatificazione.

Lahore (AsiaNews) – Il 15 marzo 2015 Akash Bashir all’età di 21 anni riuscì a fermare un attentatore suicida che provò a entrare nella chiesa cattolica di San Giovanni a Lahore. Il terrorista si fece comunque esplodere, ma sacrificando la propria vita Akash riuscì a salvare gli oltre 800 fedeli lì radunati. A Lahore, Youhanabad, in occasione del decimo anniversario della sua morte, migliaia di persone si sono riunite per partecipare alla Messa e rendere omaggio alla sua memoria, offendo sostegno e solidarietà alla famiglia. L’eredità di Akash Bashir – primo servo di Dio del Pakistan – continua a ispirare e il suo ricordo rimane impresso nei cuori di molta gente. 

Akash Bashir era nato il 22 giugno 1994 e aveva ricevuto la sua istruzione presso il Don Bosco Technical Institute di Lahore. Era uno studente esemplare, animato da una profonda passione per il servizio agli altri. Akash si era dedicato al volontariato, entrando a far parte del gruppo dedito alla sicurezza della chiesa di San Giovanni. Il 15 marzo 2015 Akash riuscì coraggiosamente a fermare l’attentatore insieme alla prontezza dei suoi compagni; dimostrando grande coraggio e una prontezza eccezionale. Il Vaticano ha approvato l’apertura della causa di beatificazione per il suo martirio e dal 31 gennaio 2022 è stato riconosciuto come servo di Dio.

Per p. Lazar Aslam, sacerdote cappuccino francescano, “la vita di Akash Bashir è un esempio di fede anche per le altre religioni. La gente ammira e apprezza il suo sacrificio. Egli ha vissuto e si è donato per il popolo di Dio, sacrificando la propria vita per proteggere i credenti che erano venuti a pregare in chiesa”. Padre Lazar ha aggiunto che Akashr rappresenta un grande esempio per tutte le denominazioni cristiane e per le persone di ogni altra fede. Il suo sacrificio richiama le parole dell’Apocalisse, che parla di coloro che sono stati uccisi per la loro fede: “Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che erano stati immolati a causa della Parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa”.

Parlando con AsiaNews, p. Khalid Rashid Asi ha affermato: “Akash Bashir ha sacrificato la propria vita contro l’estremismo e il terrorismo. Per questo ha guadagnato grande rispetto nel cuore di tutti i cristiani, ed è ammirato anche da molte altre persone. Purtroppo, il nostro Stato non è riuscito a porre fine al terrorismo e all’estremismo nel Paese: Quetta ancora oggi lotta contro la presenza di estremisti. Chiediamo al governo di prendere misure concrete contro questa piaga, andando oltre i semplici impegni verbali”.

Conclusa la fase diocesana, la causa di beatificazione del giovane pakistano sta andando avanti a Roma al dicastero per le Cause dei santi. “Sono davvero grato al Vaticano per l’attenzione che sta dimostrando ad Akash e chiedo umilmente che venga presto proclamato santo – continua p. Rashid Asi -. Per noi lo è già, per ciò che ha fatto per tutti noi”. “Le nostre ferite sono ancora aperte; non possiamo dimenticare l’incendio delle nostre chiese, delle Bibbie e di altri oggetti sacri – ha aggiunto il sacerdote -. Noi cattolici dovremmo usare la cenere delle nostre chiese e delle Bibbie bruciate durante gli attacchi terroristici nel Mercoledì delle Ceneri; dovremmo usarla sul nostro volto durante la Quaresima per protestare contro l’estremismo e il terrorismo”.

Fonte : Asia