Silvia D’Amico ospite a Stories, stasera alle 21 su Sky Tg24

L’attrice, che lo scorso dicembre ha vestito i panni della commissaria Sonia Ascarelli nella miniserie esclusiva Sky Piedone – Uno sbirro a Napoli, si racconta al vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci nella nuova puntata del ciclo di interviste dedicate ai protagonisti dello spettacolo

È Silvia D’amico la protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto, l’attrice si racconta in “Silvia D’Amico – Cinema e scaramanzie”. In onda lunedì 17 marzo alle 21.00 su Sky TG24, sabato 22 marzo alle 12.15 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.   

il personaggio di Sonia Ascarelli in Piedone – uno sbirro a Napoli

Lo scorso dicembre ha vestito i panni della commissaria Sonia Ascarelli in ‘Piedone – uno sbirro a Napoli’, miniserie esclusiva Sky, in cui il suo personaggio è molto rigido, ma nella vita, ammette: “Sono totalmente il contrario di quel personaggio. È bello quando puoi interpretare qualcosa di diverso da ciò che sei, punto sempre a questi ruoli, che di base non sono nelle mie corde”. La sua prima apparizione sul grande schermo risale alla pellicola ‘Il rosso e il blu’ di Giuseppe Piccioni, e riguardo al suo primo ciak, dice: “Non ricordo proprio il primo ciak, ma ricordo molto bene il primo provino, il primo incontro con la macchina da presa e in questo Giuseppe Piccioni è un maestro, è il meglio che in quel momento potessi desiderare. Quando mi hanno chiamato per il provino ho imparato le battute, poi lui mi disse di rimanere immobile davanti alla macchina da presa, dovevo guardare per un minuto nell’obiettivo. Mi disse che non mi avrebbe dato indicazioni, voleva vedere cosa comunicassero i miei occhi. Quello è stato l’inizio di tutto e quello che ho provato in quel momento, quel tipo di concentrazione, di solitudine e di sensibilità, è stata davvero una grandissima lezione”.

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Gli inizi

La storia di Silvia D’Amico comincia a “Via di Torrevecchia, zona situata a Nord-Ovest di Roma. Nonostante spesso si pensi che io, venendo da questo quartiere, debba aver avuto una vita nei primi anni complicata e disagiatissima, in realtà, rendendo giustizia ai miei genitori, io avevo la casa tappezzata dalle loro lauree, da 110 e lode. Sono stati due genitori meravigliosi, lavoravano tutti e due in banca. Io ero una bambina molto impegnativa, alternavo momenti di tragedia e sceneggiate a momenti di grande silenzio”. All’età di otto anni le compravano ‘Molière’: “Per tenermi buona un anno, quando siamo andati in vacanza in un paese minuscolo dell’Umbria, al mercatino mio padre mi comprò un libro di Molière e leggendolo mi appassionava proprio. L’attività ricreativa durante quella vacanza per i ragazzi di quel paesino è stata quella di mettere in scena ‘Il medico volante’ e io interpretavo Sganarello, con mio padre che, con le prime telecamere, riprese tutto lo spettacolo”. Su ‘Non essere cattivo’ di Claudio Calligari, azzarda: “Sono passati dieci anni e ancora ne parliamo, è un’esperienza che ha segnato me e tutti quelli che hanno partecipato, una delle più appassionanti della nostra carriera”

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L’incontro con Luca Marinelli

Tra i compagni di quel viaggio Luca Marinelli: “Luca lo conosco dal liceo, anche in accademia eravamo in classe insieme e proprio in quel caso lì è successo che durante il provino dovevo girare la scena con quello che sarebbe stato il mio Cesare, che però non era ancora Luca in quel caso, dato che per i ruoli che stavamo provando non dovevamo essere in coppia io e lui. Guardando il provino, hanno deciso di cambiare, e senza dirci niente, io mi sono ritrovata in scena con Luca. Quindi è stata una bella sorpresa, è stato bello ritrovarsi”. Con Luca collabora anche per la Pen Paper Peace, la onlus che Luca porta avanti insieme alla moglie: “Da diversi anni collaboro, prima Pen Paper Peace Germania e adesso Italia, siamo arrivati come progetto Buddy, anche questo è qualcosa che portiamo avanti con grande passione. Quando abbiamo pensato di ideare qualcosa che riguardasse le scuole, abbiamo individuato in questo qualcosa di veramente utile, dato che in quegli anni poteva servire come assistenza a tutto tondo per i ragazzi delle scuole, che magari in quel momento non sanno bene a chi rivolgersi o con chi rapportarsi, ma grazie a questo progetto potevano avere un fratello o una sorella maggiore e da lì iniziare un certo tipo di percorso”

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Dagli anni del liceo alla passione per David Lynch

Passando a parlare di quando era studentessa, Silvia dice: “Non studiavo moltissimo. Facevo il Liceo Classico, le versioni di greco e latino le copiavo, mentre matematica, siccome mio padre era insegnante di questa materia e ci teneva che io andassi bene, mi spiegava le cose a casa, al punto che il giorno dopo chiacchieravo a scuola e per questo venivo ripresa e mandata alla lavagna, ma io sapevo di cosa si stesse parlando grazie a mio padre”. Sulla questione se abbia un desiderio per il quale sarebbe disposta a qualunque cosa, non ha dubbi: “Lavorare con David Lynch. Lo so che non c’è più ma questo sarebbe il miracolo dei miracoli. Film con David Lynch, riportandolo in vita. Farei qualsiasi cosa”. Nella lunga intervista c’è spazio anche per il racconto personale, a partire da quella che, secondo lei, possa essere la sua cretinata più grande: “Sono una che inventa e millanta molto, potrei indicare tra le cretinate quella di aver mentito sulle mie origini e sulle mie passioni per vincere dei provini. Ad esempio, una volta mi hanno chiesto se sapessi pattinare in previsione di una scena, io risposi di sì ma non era vero”

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il ruolo in A casa tutti bene di Gabriele Muccino

Tra i suoi ruoli anche quello in ‘A casa tutti bene’ di Gabriele Muccino: “Lavorare con Muccino è stato un immedesimarmi nella sua passione lavorativa e registica, non sempre tu lavori con un regista e ti ci riconosci. Questo con Gabriele è successo, poi con me basta un piccolo click per spingermi allo stremo emotivo. Basta poco per accendermi. Sono così anche nella vita”. Passando alla paura più grande, Silvia D’Amico allude alla “morte, ma nel senso che ho paura di tutte le sue sembianze, dall’ipocondria ai disastri naturali, passando per la paura che girando l’aereo questo crolli… Ha tante declinazioni la paura”. A domanda su un’eventuale situazione inspiegabile avvenuta nel corso della sua vita, risponde: “Ci son state delle volte in cui delle persone hanno avuto delle premonizioni e si sono avverate. È inspiegabile, e non me le sono andate a cercare, io ho paura anche di leggere l’oroscopo”. Per ‘Christian’ ha preso il brevetto da sub per girare una scena sott’acqua, ma nella vita D’Amico non si ritiene spericolata: “Nella vita sono la persona più paurosa del mondo, da qui le mie moltissime scaramanzie. Nel caso del sub era il regista che ci teneva a quella cosa, però quando sono sul set io sono capace di tutto”. In chiusura, Silvia D’Amico, alla domanda su che tipo di figlia si ritenga, si lascia andare: “Sono ancora una figlia, ti dico la verità, anche se non gli do gli stessi problemi, però ancora non sono così cresciuta dal riuscire a prendermi quel senso di responsabilità. Sono ancora un po’ una bambina. Vorrei essere più coraggiosa”.

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STORIES: “SILVIA D’AMICO – CINEMA E SCARAMANZIE” IN ONDA LUNEDÌ 17 MARZO ALLE 21.00 SU SKY TG24 (CANALI 100 E 500 DI SKY E CANALE 50 DEL DTT), SABATO 22 MARZO ALLE 12.15 SU SKY ARTE E DISPONIBILE ON DEMAND E SU SKYTG24.IT

Fonte : Sky Tg24