Conoscete l’ashwagandha e i suoi benefici? Il mercato degli integratori alimentari è sempre a caccia di novità. E una di quelle che sembrano andare per la maggiore in questi anni è il cosiddetto ginseng indiano, un’erba medicinale utilizzata da millenni nella medicina ayurvedica, e che più di recente si sta facendo strada anche nel mondo dell’erboristeria e della medicina complementare occidentale. Gli effetti benefici che si sentono citare sono molteplici: ridurrebbe stress, ansia e depressione, abbasserebbe la pressione e i trigliceridi, migliorerebbe la fertilità maschile, contrasterebbe l’insonnia, e molto altro. Vediamo cosa si può dire con certezza di questa “miracolosa” pianta indiana.
La pianta
L’ashwagandha (Withania somnifera) è un arbusto sempreverde della famiglia delle Solanacee (la famiglia di cui fanno parte anche patate, melanzane, pomodori e peperoni), nativa del bacino del Mediterraneo (da noi è diffusa in Sicilia e Sardegna), dell’Africa orientale e dell’Asia sud-occidentale. In India è coltivata e utilizzata da millenni come pianta medicinale, ed è classificata dalla medicina ayurvedica come rasayana, cioè terapia che promuove e ripristina la giovinezza, bhaya, capace di aumentare la forza, e vajikara, afrodisiaco. In termini più attuali, nel mondo delle terapie complementari è considerata una pianta adattogena, in grado cioè di allenare l’organismo a combattere gli effetti dello stress. Il nome della pianta viene in effetti dal sanscrito, ed è un composito delle parole “ashwa”, o cavallo, e “gandha”, odore, perché si suppone che l’odore delle radici ricordi quello, caratteristico, di un cavallo bagnato.
Ashwagandha, quali benefici?
Per i sostenitori della medicina complementare, la lista dei benefici dell’ashwagandha è piuttosto lunga, e comprende: riduzione dei sintomi di stress, ansia e depressione; aumento della fertilità maschile; contrasto dell’insonnia; aumento di massa muscolare, forza, resistenza ed energia; riduzione dell’infiammazione; riduzione dei livelli di colesterolo e trigliceridi; abbassamento della pressione arteriosa; miglioramento della funzione cerebrale (compresa la memoria); riduzione dei livelli di zucchero nel sangue nei soggetti affetti da diabete; uccisione delle cellule tumorali; riduzione dell’aumento di peso associato al cortisolo.
Di questi, quelli per cui viene proposta più spesso (e per cui esiste, come vedremo, qualche prova) sono la riduzione di stress e ansia, e l’effetto sonnifero per persone che soffrono di insonnia. Quali sostanze potrebbero essere responsabili di questi effetti non è certo, visto che gli estratti della pianta contengono oltre 80 composti bioattivi, ma le più promettenti sembrano essere alcuni alcalodi come come la witanina, la witaninina, la witasomnina, e poi nicotina e scopoletina, anche se presenti in tracce minime.
Le ricerche sull’ashwagandha
Visto il successo dell’ashwagandha nel mercato degli integratori alimentari, negli anni sono state svolte diverse ricerche per verificarne gli effetti sulla salute. Un buon riassunto dello stato delle ricerche è quello disponibile sul sito dell’Office of Dietary Supplements del National Institute of Health americano. Tra i principali, possiamo citare una revisione sistematica del 2021 che ha identificato sette studi sull’utilizzo dell’ashwagandha nel contrasto dello stress, dimostrando una certa efficacia della pianta nel ridurre stress e ansia, abbassare i livelli di cortisolo (un’ormone dello stress) e contrastare sonnolenza diurna e affaticamento.
I dati sono confermati da un trial in doppio cieco realizzato dalla University of Colorado, che ha coinvolto 60 studenti testando gli effetti dell’estratto di radice di ashwagandha (in concentrazioni di 350mg per capsula) contro un placebo. Al termine della sperimentazione, durata un mese, i soggetti che avevano effettivamente ricevuto l’estratto di ashwagandha hanno riportato un miglioramento del benessere, dei livelli di energia, della capacità di concentrazione e della qualità del sonno, rispetto al placebo.
Un altro aspetto molto indagato è l’efficacia nel contrastare l’insonnia. E anche in questo caso, nonostante il numero di ricerche effettuate sia limitato, i risultati sembrerebbero positivi. Uno studio indiano ne ha testato ad esempio gli effetti su 150 adulti tra i 18 e i 65 anni per sei settimane, comparando gli effetti con un placebo. E i risultati dimostrerebbero un miglioramento della qualità del sonno maggiore per chi ha preso l’estratto di ashwagandha (72% contro il 29% sperimentato da chi aveva assunto il placebo). L’efficacia è confermata anche da una revisione sistematica del 2021, che ha analizzato cinque studi, tutti svolti in India, sull’efficacia anti insonnia dell’ashwagandha, concludendo che dimostrerebbero effettivamente una certa efficacia, se pur limitata.
Fonte : Wired