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In una memoria depositata dai pm in vista del riesame degli arresti domiciliari si leggono le dichiarazioni messe a verbale da Carmine Gallo, ex super poliziotto morto a Milano il 9 marzo, indagato nel caso dei presunti dossieraggi di Equalize.
Enrico Pazzali (a sinistra) e Carmine Gallo (a destra)
Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize, sarebbe stato “a conoscenza delle sommarie informazioni“, ovvero delle testimonianze che venivano acquisite sull’inchiesta Equalize e le presunte cyber-spie.
Questo è quanto emerso da uno dei verbali di interrogatorio dell’ex super poliziotto Carmine Gallo, deceduto lo scorso 9 marzo mentre si trovava ai domiciliari nella propria casa nel Milanese, che aggiunge nuove informazioni sul caso Equalize, l’agenzia investigativa al centro di un’inchiesta della Dda milanese, della Dna, dei carabinieri del Ros e del Nucleo investigativo di Varese, su presunti dossieraggi e accessi abusivi a banche dati.
Gallo ai pm: “Pazzali sapeva delle testimonianze in corso”
Come ricostruito dai pm sulla base delle dichiarazioni rilasciate da Carmine Gallo, Pazzali andò a Roma “per acquisire informazioni” sull’indagine, dato che, come ha messo a verbale l’ex super poliziotto, “era impazzito con questa fuga di notizie” quando aveva saputo che poteva essere sotto inchiesta.
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Negli atti depositati in vista del Riesame che si terrà il prossimo 19 marzo si legge, infatti, che, in seguito, quando Pazzali tornò a Milano disse a Gallo che “effettivamente, esiste un’indagine di criminalità organizzata in materia di rifiuti (il pm titolare si è occupato di molte indagini di questo genere, ndr)” e che “è coinvolto anche Gallo“. In più, Pazzali avrebbe saputo anche che il tema di indagine era la raccolta illecita “degli Sdi”, ovvero gli accessi abusivi alla banca dati delle forze dell’ordine, che sarebbe avvenuta attraverso Gallo e alcuni funzionari infedeli delle forze dell’ordine.
I pm: “Pazzali può usare gli hacker per notizie sull’indagine”
Il pm della Dda Francesco De Tommasi e il collega della Dna Antonello Ardituro hanno chiesto al Riesame dodici custodie cautelari in carcere per altrettanti indagati, tra cui anche l’hacker Nunzio Samuele Calamucci, finito ai domiciliari su decisione del gip, e i domiciliari per altri tre indagati, tra cui Pazzali e Gabriele Pegoraro, hacker esperto e “collaboratore esterno” del gruppo.
Mentre la posizione di Carmine Gallo è stata stralciata e archiviata dopo la morte dell’ex super poliziotto, secondo gli inquirenti Pazzali potrebbe ancora godere di una “fortissima rete di relazioni“ e della “forza del ricatto“, data la presunta fabbrica di dossieraggi che avrebbe costruito, ma soprattutto ritengono che possa avvalersi ancora di alcuni hacker “a disposizione dell’organizzazione“, come Abbadessa, Rovini, Di Iulio, Coffetti, tutti indagati, ma senza una misura cautelare ordinata dal gip.
Fonte : Fanpage