Comincia a delinearsi, con il passare delle ore, la dinamica dell’omicidio di Emanuele Durante, il 20enne ucciso a colpi di pistola a Napoli. Il giovane, contrariamente a quanto riferito in precedenza, non era in sella a uno scooter ma all’interno di una vettura con una ragazza, che a quanto pare era la sua fidanzata, ed era al posto di guida.
Intorno alle 18:30 di ieri (sabato 15 marzo), mentre i due erano fermi in via Santa Teresa degli Scalzi, in prossimità di un distributore di benzina, il ragazzo è stato raggiunto da alcuni colpi d’arma da fuoco. Gravemente ferito, Durante è stato soccorso da un automobilista di passaggio, che lo ha accompagnato insieme alla giovane donna al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini. Il ragazzo, dunque, non era stato lasciato nel nosocomio, come inizialmente ipotizzato; anzi, la sua fidanzata è rimasta lì mentre i medici tentavano di salvargli la vita.
Le indagini
Le circostanze in cui è maturato il delitto sono ancora in fase di accertamento da parte dei Carabinieri del comando provinciale di Napoli, ma sembra che il giovane non avesse avuto rapporti con ambienti della criminalità organizzata. Il 20enne era imparentato con Annalisa Durante, la ragazza vittima innocente della camorra uccisa nel 2004.
Il papà di Annalisa, Giovanni Durante, che da quella tragica sera è in prima linea nelle battaglie per la legalità e il recupero dei ragazzi a rischio, è il fratello del nonno di Emanuele. Le loro strade, però, non si sono mai incrociate. Secondo quanto riporta Repubblica Napoli, il ventenne avrebbe avuto qualche guaio con la giustizia per un episodio di rapina.
Le indagini dei carabinieri continuano a scandagliare il passato e le frequentazioni della vittima e non escludono nessuna pista. Chiarimenti potrebbero arrivare dall’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza.
Agguato fulmineo
L’agguato è avvenuto in una delle strade più trafficate della città, perché da Capodimonte e dalla zona collinare conduce al centro storico. A quell’ora, infatti, erano decine le auto in coda nel traffico cittadino dirette verso il centro. L’azione sarebbe stata fulminea. Forse gli assassini stavano seguendo Emanuele e avrebbero approfittato del fatto che il giovane avrebbe rallentato all’altezza di un distributore di benzina, forse con l’intenzione di fare rifornimento.
È qui che è stato aperto il fuoco. Imprecisato al momento il numero dei colpi che sono stati esplosi. Ora gli investigatori stanno passando al setaccio le immagini degli impianti di videosorveglianza per ricostruire la dinamica dell’agguato che è costato la vita al giovane. Si indaga anche sulle frequentazioni recenti del ragazzo. I punti da chiarire, dunque, sono tanti.
Chi era Annalisa Durante
Emanuele era imparentato con Annalisa Durante, la ragazza di 14 anni uccisa il 27 marzo 2004 a Forcella, vittima innocente di uno scontro a fuoco tra clan camorristici. Quella sera, Annalisa chiacchierava con alcune amiche sotto casa quando Salvatore Giuliano, affiliato al clan omonimo e bersaglio di un agguato, sparò per difendersi, colpendola alla testa. Dopo tre giorni di coma, Annalisa morì, diventando un simbolo della lotta alla criminalità. Giuliano fu condannato a 20 anni di carcere e, nel 2021, decise di collaborare con la giustizia.
Annalisa è diventata negli anni il simbolo del riscatto di un quartiere, quello di Forcella, una volta roccaforte della famiglia Giuliano, che ha deciso di voltare pagina. La famiglia Durante, segnata da questa tragedia, ha vissuto un dolore che si rinnova. Giovanni Durante, padre di Annalisa e parente di Emanuele, da anni si batte per la legalità, trasformando il lutto in impegno civile.
Fonte : Today