La Salomè di Richard Strauss con la regia di Schweigkofler in scena al Teatro San Carlo

Torna Salome di Richard Strauss al teatro di San Carlo. Il prossimo appuntamento della stagione lirica 2024-25 del Massimo napoletano vede il ritorno dopo undici anni di assenza del capolavoro su libretto di Hedwig Lachmann che riprende l’opera omonima di Oscar Wilde. Nel 1907, anno della prima rappresentazione di ‘Salome’ al San Carlo, in città era venuto proprio il compositore per assistere allo spettacolo L’allestimento che da giovedi’ 20 marzo avrà repliche fino al 29 marzo vede la regia di Manfred Schweigkoflerche già l’aveva nfirmata nel 2017 e, sul podio, il direttore musicale del teatro, Dan Ettinger, alla guida dell’Orchestra del Lirico di Napoli. Per questa produzione del Teatro di San Carlo, verranno riprese le scene di Nicola Rubertelli. Elemento di novità, invece, è rappresentato dai costumi di Daniela Ciancio. Le luci sono di Claudio Schmid, la coreografia di Valentina Versino. Uno straordinario cast vocale vede Ricarda Merbeth dare voce e volto a Salome. Debutto poi nel ruolo di Herodes per Charles Workman. Brian Mulligan interpreta Jochanaan, mentre Lioba Braun Herodias. Debutti a Napoli per John Findon, nel ruolo di Narraboth, e tpa’nka Pua’lkova’, un paggio di Herodias. Gregory Bonfatti, Kristofer Lundin, Sun Tianxuefei, Dan Karlstrom e Stanislav Vorobyov sono i cinque giudei, mentre Liam James Karai e ilvinas Mikinis i due nazareni; Alessandro Abis e Artur Janda sono i due soldati..

Le parole del regista, del direttore musicale e della protagonista

“Salome, nel 1905, è uno scandalo assoluto e di una contemporaneità assoluta. Non ci e’ permesso di farla diventare museale – spiega Schweigkofler – l’azione si svolge in un angolo di mondo politicamente non irrilevante. Il potente, ricco, isterico e libidinoso sovrano ha organizzato una delle sue scandalose feste nella sua villa e sono venuti tutti: uomini d’affari, politici, il clero. Il signore perde la testa, questa volta per una parente minorenne, Salome. Per lei è disposto a cedere metà del suo potere politico e delle sue ricchezze. Anche la giovane ha perso la testa, crede di aver trovato il grande amore, richiede cose inimmaginabili, si atteggia a sovrana, danza su un fuoco sacro e infrange i tabù. Una voce debole si solleva dal sottosuolo, protesta e ammonisce per una diversa consapevolezza, un cambiamento di paradigma morale, un ritorno da questo vicolo cieco Ma la voce del deserto non prevale”. “Salome e’ una ossessione e anche una ossessione per me – sottolinea Hettinger – la prima volta che l’ho fatta per circa 6 mesi tutto riguardava Salome. E mi chiedevo cosa la rendesse una dipendenza. Il racconto di Wilde cui e’ ispirato il libretto? Gerusalemme? Alla fine, è un mix di questo. In un nativo israeliano come me, poi, fa esplodere emozioni. Potete immaginare cosa per me sia stato aprire un libro del genere, questa a partitura …e’ la mia storia. Anche oggi sperimentiamo il tempo del terrore. La mia è una terra in parte occupata da un altro impero ancora oggi. E ogni giorno bisogna domandare chi e’ e che occupa, chi è il terrorista. L’atmosfera che si respira qui e’ sempre la stessa anche se sono cambiati i protagonisti. Strauss inoltre fino a 20 anni fa era un autore tabù nel mio paese, e c’è anche la responsabilità di affrontare tutto questo. Molte sono le difficoltà per l’orchestra per riprodurre uno spartito ricco, una grande sfida per il direttore e per i musicisti per le difficoltà tecniche, ma anche per i cantanti per la quantità di testo enorme e per lo sforzo vocale che chiede. Ma è un’ora e quaranta di pura meraviglia”.  Due ruoli “molto differenti, sebbene vengano da uno stesso compositore”, aggiunge Ricarda Merbeth, al San Carlo strepitosa Elektra solo pochi mesi fa. “Entrambi i ruoli mi piacciono molto – aggiunge – Elektra è la donna dell’attesa che tiene dentro di sél’odio che prova, Salome la ragazzina che diventa omicida. Una sfida”

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Costumi innovativi ed “eco”

Singolare la realizzazione dei costumi firmata da Ciancio con l’apporto della sartoria grazie a una importante novita’ nel campo dell’innovazione campana e napoletana. Nell’ambito di una collaborazione tra Teatro di San Carlo e il laboratorio congiunto della Knowledge for Business e della TecUp di Napoli, i protagonisti dello spettacolo indosseranno in scena accessori e costumi impreziositi con ScobySkin, un rivoluzionario materiale bio-fabbricato nato per i settori della moda e del design, che viene lanciato con questo debutto nel Lirico più antico al mondo. Il San Carlo del resto nel 2013, sotto la supervisione dell’allora responsabile della sartoria Giusy Giustino, fu il primo teatro al mondo a realizzare costumi sostenibili per una edizione di ‘Rusalka’, utilizzando squame di pesce e persino buste di plastica per rifiuti

Fonte : Sky Tg24