Migliaia di persone sono scese in piazza a Belgrado per sfilare in corteo verso il parlamento. I manifestanti, che secondo il Ministero dell’Interno della Serbia sono “circa 107mila”, hanno percorso le strade della capitale serba per poi dirigersi verso la spianata antistante il parlamento, per protestare contro il governo serbo e il presidente Aleksandar Vucic, accusati di favorire la corruzione dilagante, di scarsa democrazia e di controllo sui media. Secondo gli organizzatori, invece, le persone che hanno partecipato sarebbero tra le 275mila e le 325mila. Al termine della protesta si sono verificati incidenti, provocazioni e tensioni con la polizia. Alla manifestazione, una delle più massicce degli ultimi anni, hanno aderito altre categorie di lavoratori, tra cui insegnanti, agricoltori, avvocati, operatori culturali. Presenti anche tanti cittadini, insofferenti e critici con la politica del governo serbo e del presidente Aleksandar Vucic. Hanno garantito il loro appoggio alla manifestazione anche le forze di opposizione, pur non prendendovi parte in prima persona. “L’assolutà priorità è la sicurezza dei cittadini, il mantenimento dell’ordine pubblico”, si legge nel comunicato del Ministero. Cominciata ufficialmente alle 16, la manifestazione si concluderà alle 21 (stessa ora italiana).
Vucic: “56 feriti e 22 arresti durante i cortei”
Durante la manifestazione antigovernativa sono rimaste ferite in totale 56 persone, nessuno di loro è tuttavia in gravi condizioni, ha spiegato in serata il presidente serbo Aleksandar Vucic, aggiungendo che 22 persone sono state arrestate per aggressioni alla polizia e altre violenze. Parlando in serata in diretta tv, Vucic ha aggiunto di essere soddisfatto del comportamento delle forze dell’ordine, che si sono comportate in modo corretto e professionale.
La protesta davanti al parlamento
Le decine di migliaia di manifestanti si sono mossi in corteo sin dal mattino da vari punti della città raggiungendo in centro la spianata antistante il parlamento e la Piazza Slavija, luoghi designati per il programma principale della giornata di protesta. Innumerevoli le bandiere della Serbia, ma anche vessilli di altro genere, dai nazionalisti di destra all’ultrasinistra, ai movimenti ecologosti e ai club sportivi. Bandiere alla mano, fischietti in bocca e distintivi con una mano insanguinata sulla giacca, simbolo del movimento che ha adottato come slogan “la corruzione uccide”, i dimostranti si sono radunati nel centro della città, presidiata da uno schieramento di poliziotti in assetto antisommossa. Nella capitale serba è stato sospeso il servizio del trasporto pubblico, sia quello cittadino che quello relativo ai collegamenti in autobus con le località limitrofe, per la presenza dei manifestanti e dei tanti raduni e cortei in corso.
Tensioni e incidenti al termine della manifestazione
Come ha riferito il Ministero dell’Interno, in vari punti del centro della capitale sono stati lanciati sassi, bottiglie e petardi contro le forze di polizia in assetto antisommosa. Gli agenti non sono intervenuti. Si registrano tensioni anche intorno al parco Pionirski, non lontano dal Parlamento, dove protetti da un cordone di trattori tutt’intorno sono accampati gruppi di studenti anti-proteste e filogovernativi. Stando ai media, in Piazza Nikola Pasic, in prossimità del Parlamento, è stata picchiata una persona da parte di un gruppo di giovani. L’aggredito è stato soccorso e portato in ospedale in ambulanza, con la polizia che avrebbe fermato due degli aggressori.
I manifestanti contro il “regime di Vucic”
Gli studenti intervenuti davanti alla folla di dimostranti, che si sono alternati con l’esibizione di cori e canti popolari, hanno ribadito la ferma volontà di andare avanti nella protesta contro il “regime di Vucic”, sottolineando che “un cambiamento è possibile”. Gli unici momenti di tensione, sin dalla vigilia, si sono registrati intorno al parco Pionirski, tra il parlamento e la sede della presidenza, dove dal 6 marzo sono accampati con tende gruppi di studenti filogovernativi, contrari alle proteste e che desiderano tornare al più presto nelle aule e alle lezioni. Sono stati effettuati alcuni arresti ma non vi sono stati feriti.
La manifestazione a Belgrado
Gruppi di motociclisti, veterani e il servizio di sicurezza degli studenti si sono posizionati nel centro della città per prevenire disordini, bloccando in particolare l’accesso al Parlamento e alla Presidenza, dove si trovano i sostenitori del governo. Per supportare gli studenti sono arrivati anche decine di agricoltori alla guida dei loro trattori. Ieri mattina, altri trattori, portati dai filo-governativi, sono stati posizionati nei pressi della sede della Presidenza. A partire da ieri sera, decine di migliaia di persone – 31.000 secondo il ministero dell’Interno – hanno accolto in un clima di festa i manifestanti giunti a piedi, in bicicletta o in trattore da tutta la Serbia. In una dichiarazione pubblicata sui social media, gli studenti hanno fatto appello a “calma e responsabilità”. Nel frattempo, sono stati segnalati due incidenti in quartieri periferici di Belgrado. Almeno cinque persone sarebbero state investite da auto in corsa, mentre un autista sarebbe stato arrestato. Nonostante le dimisisoni del premier Vucevic a fine gennaio, le proteste proseguono da novembre con raduni, cortei, blocchi stradali e grandi manifestazioni con decine di migliaia di partecipanti organizzate nelle principali città del Paese: da Novi Sad a Kragujevac, fino a Nis e Belgrado.
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Fonte : Sky Tg24