Shorts o video lunghi? Smartphone o tv? Dopo 20 anni YouTube può ancora permettersi di non scegliere

ZURIGO – A vent’anni dalla sua nascita, sembra incredibile dirlo, l’essenza di YouTube (e delle sue sfide odierne) rimane tutta in quel primo video caricato il 23 aprile 2005 da uno dei suoi fondatori e intitolato “Me at the zoo”.

Nel filmato di soli 19 secondi, Jawed Karim descrive gli elefanti alle sue spalle.

È un video di qualità molto bassa (240p) e registrato in orizzontale, come se dovesse essere visto sullo schermo di un computer o su una televisione (all’epoca i video si guardavano solo lì o quasi). Eppure, per la sua lunghezza, per il fatto di essere girato dal suo stesso protagonista e per il suo contenuto sostanzialmente descrittivo e personale, oggi non avremmo difficoltà a chiamarlo reel o, per dirla con YouTube, Shorts.

La festa con i creator

“Sembra davvero uno Shorts, eravamo abbastanza avanti coi tempi”. A parlare è Pedro Pina, vicepresidente di YouTube per Europa, Medio Oriente e Africa. Ha appena proiettato il video di Karim in una sala cinema all’interno degli uffici zurighesi di Google. Ad ascoltarlo ci sono un centinaio di creator provenienti da 80 diversi paesi. Tutti insieme fanno 110 miliardi di visualizzazioni cumulate e 373 milioni di iscritti.

Pina, vestito total black, giacca in pelle e scarpe rosso fuoco, si rivolge alla giovane platea tracciando i 4 pilastri del futuro della piattaforma: “Saremo l’epicentro della cultura, la nuova televisione e, con l’aiuto dell’IA, voi creator sarete le nuove startup di Hollywood”. Applausi, foto, canto collettivo di “Happy Birhday YouTube” e poi il taglio della torta, ovviamente a forma di tasto play, rosso e bianco, ricalcante l’iconico logo della piattaforma.

Pedro Pina, YouTube

L’esplosione degli Shorts

A margine della festa ci troviamo a fare qualche calcolo su alcuni dei dati snocciolati da Pina e altre figure chiave di Yt. Ogni minuto sulla piattaforma vengono caricate globalmente 500 ore di contenuti, equivalenti a circa 82 anni di video al giorno.

In un mese, gli utenti depositano nei suoi server 21.600.000 ore di filmati, corrispondenti alla quasi imponderabile cifra di 2.469 anni. Ebbene, a oggi, il 70% di questo ammontare mensile è rappresentato da video Shorts.

Lanciati a livello globale nel 2021, i filmati di durata massima pari a tre minuti e in formato verticale, si sono affermati in breve come la nuova frontiera del caricamento di contenuti sulla piattaforma.

Circa 2 miliardi di utenti registrati guardano ogni giorno almeno uno Shorts mentre le visualizzazioni globali giornaliere si attestano sui 70 miliardi. Un trend che caratterizza altre popolari piattaforme social dedicate ai video.

La concorrenza di Instagram e TikTok

Temete la concorrenza di Instagram e TikTok? “Non la vedrei in questi termini, bensì – risponde Amjad Hanif, vicepresidente Creator Products – il fatto che ci siano TikTok e altri significa che un maggior numero di soggetti investe in pubblicità. Lavorare su più piattaforme è un bene per i creator e la diversità è un bene anche per noi”.

Le chiavi del successo Shorts

Nel 2023, il numero di canali che caricano Shorts è cresciuto del 50% rispetto al 2022 e, dopo l’introduzione della condivisione dei ricavi, oltre il 25% dei canali afferenti al Programma partner di YouTube sta guadagnando attraverso gli Shorts.

“Ci sono un sacco di persone che usano gli Shorts in virtù della loro basse barriere d’accesso perché – ci spiega Roya Zeitoune, Culture & Trends Manager – sono più immediati e brevi”.

Citando però l’esempio di alcuni canali di divulgazione scientifica, come possono essere i nostrani Barbascura X o La fisica che ci piace di Vincenzo Schettini, Zeitoune sostiene che contenuti più “grezzi, ma non meno interessanti” possono avere “un alto valore istruttivo”.

Anche perché questo formato favorisce l’interazione con gli utenti che, oltre a commentare, possono con facilità creare meme tramite Shorts e alimentarne così la circolazione.

Il mezzo che non ti aspetti: la televisione

Il dato impressionante è però un altro e riguarda come e dove i fruitori di Yt guardano gli Shorts.

Nel 2023 le visualizzazioni tramite televisione sono raddoppiate, al punto che “sono diventati il formato che cresce più rapidamente nel salotto di casa”, ricorda Dyana Najdi, Managing Director della divisione pubblicitaria di Yt. “E ciò che è davvero incredibile – prosegue – è che negli Stati Uniti il 15% di tutti gli Shorts viene visto in tv. Il comportamento degli utenti non smette mai di stupirci”.

Difatti, se risulta comprensibile la crescita di questo formato a colpi di scrolling su uno smartphone (di orientamento prevalentemente verticale), comprendere perché si assista a una così forte ascesa sullo schermo televisivo, per sua natura, invece, orizzontale, risulta meno intuitivo.

Ma la risposta è più semplice di quanto si possa pensare.

“All’incirca due anni fa volevamo inserire gli Shorts nelle app per televisioni e – racconta Kurt Wilms, direttore del Product Management – abbiamo pensato di emulare lo swiping del telefono con il telecomando, tramite i suoi tasti direzionali”.

In altre parole, YouTube ha replicato la pratica dello zapping televisivo sulla sua app, sostituendo al rapido cambio di canale lo scroll al prossimo Shorts.

L’effetto è stato quello di “una crescita mostruosa” dovuta anche al fatto che la televisione ha storicamente una funzione sociale.

“Gli schermi dei telefoni sono piccoli e – continua Wilms – per vedere qualcosa ci si deve accalcare. Con la televisione si sta tutti comodamente in una stanza. Ce l’hanno detto gli stessi utenti”.

La nuova televisione

I dati sulla crescita di Yt tramite smart tv sono cosa nota.

Sulla falsa riga della crescita degli Shorts, le visualizzazioni televisive sono aumentate per tutti i contenuti. Il tempo di visione di contenuti YouTube sul grande schermo è cresciuto di oltre il 30% tra 2023 e 2024 al punto che, globalmente, è avvenuto il sorpasso: i suoi video si vedono di più in tv che su qualsiasi altro dispositivo.

“Crediamo davvero che YouTube diventerà la nuova televisione perché – dice Pedro Pina – è già diventato il nuovo modo di guardare la televisione. Lo schermo più grande, la qualità migliore, i live streaming, i creator. Gli utenti ci hanno seguito perché sapevano che lì avrebbero trovato i loro contenuti preferiti”. E, anche in questo caso, alla rilevante media di oltre 1 miliardo di ore viste giornalmente in tv, si accompagna il dato sulle revenue: il numero di creator che realizzano la maggior parte dei loro guadagni su YouTube attraverso gli schermi televisivi è aumentato di oltre il 30% rispetto al 2023.

Un momento dell'evento YouTube a Zurigo

La forza dei long form (che piacciono alla gen z)

A fare da contrappeso alla forza degli Shorts, ma in piena continuità con l’espansione della fruizione televisiva, vi è la crescita dei video lunghi, che negli Usa chiamano long form.

I creator, specialmente quando circondati da un team dedicato, producono ormai contenuti “di carattere cinematografico che possono competere con i prodotti di altre piattaforme streaming”, spiega Kurt Wilms.

L’esempio che tutti fanno a Zurigo è quello di Chicken Shop Date, nel quale all’interno di un fast food la youtuber Amelia Dimoldenberg incontra personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e del cinema.

La fotografia è pulita, le inquadrature giuste, il sonoro a livelli professionali e il montaggio perfettamente ritmato. La puntata con l’attore americano Andrew Garfield ha totalizzato oltre otto milioni di visualizzazioni nelle prime due settimane di messa online.

Ma la passione per i video lunghi si spinge ben oltre i 10 minuti di Chiken Shop Date e abbraccia anche altri generi tra i quali i documentari, i podcast e i video-saggi. Questi ultimi sono contenuti che durano dai 25 ai 60 minuti nei quali i creator parlano a lungo di ogni genere di tema, dalla filosofia allo sport.

Cos’è che ci rende umani quando guardiamo video su YouTube

“Negli ultimi tre anni, abbiamo registrato un aumento costante delle persone che cercano video-saggi su YouTube”, ha spiegato qui Nicolas Szmidt, esperto Google di cultura YouTube. E a cercare questo genere di contenuti sono soprattutto i più giovani.

Un sondaggio IPSOS del 2022 ha rivelato come il 59% di intervistati appartenenti alla generazione Z utilizzi proprio contenuti brevi per scoprire argomenti o creatori di cui poi seguono prodotti più lunghi.

“Le nuove generazioni sono spesso accusate di avere una memoria da pesci rossi ma – esorta Roya Zeitoune di Yt Culture & Trends – le cose non stanno così. Abbiamo nuovi dati per i quali il tempo di visione delle persone sotto i 24 anni è aumentato dell’8%”.

A interpretare il fenomeno ci prova Simon Haase, creator del canale canale ClayClaim, con il quale intrattiene 3,29 milioni di iscritti tramite la modellazione delle sue statuine in argilla.

“Quando consumi un contenuto breve è come avere cinque emozioni diverse in quattro secondi. Ma quando siamo coinvolti, guardando un video di lunga durata, è apprendimento, è così che impariamo. E questo è, dal mio punto di vista, distintivo degli esseri umani”. E quale miglior posto per vedere questo tipo di contenuto se non la televisione?

YouTube non è che non ha scelto. Ha scelto tutto

Video brevissimi e video lunghi come film. Filmati verticali fatti con smartphone, che vengono visti per ore davanti a un televisore. Giovani utenti incuriositi dall’approfondimento, cui magari sono arrivati attraverso un meme intravisto per caso fra uno scroll e l’altro.

Si potrebbe dire che YouTube sta festeggiando il suo ventesimo compleanno con idee contraddittorie.

In realtà, la scelta è chiara ed è quella di fornire contenuti a ogni audience possibile, su ogni dispositivo disponibile, in qualsiasi formato pensabile.

Fa sorridere quindi, dopo tanto tempo, ripensare a quel primo video di Jawed Karim, breve come uno Shorts ma perfettamente calzante al formato di uno schermo televisivo. Forse la storia era già scritta, bisognava avere solo la pazienza di leggerla. Anzi, di guardarla.

Fonte : Repubblica