To All The Lost Souls è l’album di debutto di Guinevere, il progetto più personale e autobiografico dell’artista. Dopo avere esordito nel 2023 con l’EP Running In Circles, ci presenta ora uno schermo infinito, su cui scorrono vecchie pellicole di memoria, una finestra che si affaccia su un diario aperto. È traccia degli anni in cui l’artista ha lottato contro la depressione, affrontando una serie di temi profondi prima di riuscire a ritrovare la luce. To All The Lost Souls è anche una dedica ad Andrea, un caro amico di Guinevere, che si è tolto la vita nel settembre del 2019 e che rappresenta il motore emotivo dell’intero progetto.
Ginevra partiamo dalla storia della storia di To All The Lost Souls: ci sono i tuoi mostri, c’è la dedica ad Andrea ma c’è anche la speranza quando canti alle anime perdute che “who found their way back home Somewhere far that’s not on earth”, che comunque hanno trovato la strada di casa. Come lo hai costruito?
E’ nato in un periodo molto circoscritto. Circa sei anni fa non ero in stato mentale positivo e sano, soffrivo di depressione, c’erano tante cose che mi avevano segnato. E’ nato da una esigenza forte di esprimermi ed esorcizzare quello che accadeva e avevo bisogno mentre creavo di rielaborare. Era una esigenza interiore poi ho capito che quello che comunicavo era parte storia più grande,
Nella tua ninna nanna Little Blue Gin una strada di casa non c’era, infatti canti “there’s nowhere to escape”: quanto ti ha aiutato questo album a fare pace con te stessa?
Scriverlo mi ha aiutato a rielaborare e risanare, ma scrivendo c’ero dentro e non avevo scollinato. Il processo di cristallizzazione dei suoni per pubblicarli mi ha aiutato moltissimo a risanare. Lì sono riuscita a superare le ferite.
Stringi ancora i tuoi sogni oppure oggi li lasci liberi?
Forse più verso l’esterno, sogno tanto fin da quando ero bambina. Poi li lascio andare per il piacere di rincorrerli
Hai pensato nel titolo di metterci “our” un rafforzativo intimo e personale?
Non ci ho pensato. Ancora prima di pubblicare l’Ep del 2023 già scrivevo a questi testi. Il titolo nasce addirittura prima di quello dell’Ep e lo ho capito mentre stavo mixando. Per come lavoro io preferisco non dare peso alla razionalità quando mi arrivano visioni. Nel tempo scopro che la visione ha avuto un senso profondo, ma il perché lo capisco.
Guinevere come nome d’arte parte dal ciclo arturiano oppure ha una storia più famigliare o privata? Nella prima ipotesi in gallese antico pare voglia dire l’incantatrice bianca. Ti senti una incantatrice attraverso la tua musica?
Il nome d’arte è stato sofferto, sapevo che era difficile in Italia da pronunciare e scrivere, viene dalla canzone Guinevere di Crosby, Still & Nash che mi ha fatto ascoltare mio padre e proprio lui mi diceva che un giorno lo avrebbero urlato e io con gli occhi da sognatrice di una piccola bambina ho conservato quella visione. Non un nome in italiano volendo andare all’estero sarebbe più facile. Comunque mi sento molto fortunata fin da piccola perché il mio nome biologico mi rispecchia.
Wintersick è un brano che trasmette irrequietezza: c’è l’inquietudine del non saper stare fermi, ti chiedi se andrai da qualche parte se hai paura di restare: il labirinto delle scelte è così claustrofobico?
Sì molto.
Parli spesso alla te stessa bambina: mi fai venire in mente il concetto di luccicanza spesso usato da Stephen King nei suoi romanzi. Siete ancora molto connesse?
Moltissimo, spesso, anche nella quotidianità, a lei ci penso spesso, emerge sovente perché se mi sento insicura e se c’è la paura nell’affrontare la realtà quotidiana, dentro ho la me bambina che ha bisogno di una carezza, la proteggo e la ascolto.
La mia preferita è Letters From a Body, è molto interessante la prospettiva del tempo corpo come memoria e la necessità di dare al corpo protezione. Ma quello che mi interessa è il rapporto tra il corpo e la fiducia: oggi sai fidarti e affidarti? Oggi vivi il tuo corpo come “a pleasing shape” in senso fisico e spirituale?
Racchiude uno dei testi più intimi: mentre in alcuni testi so di avere rimarginato delle ferite, qui no, tratto del rapporto col corpo e della fiducia verso una persona che ha a che fare col mio corpo. Faccio ancora fatica ad avere fiducia con chi interagisce col mio corpo.
Quanto è lontano il giorno in cui la tua generazione potrà cantare “we were born free”? E che significato ha per te la parola Resistenza? In Generational Fear la resistenza lacrima.
Non so quantificare perché in questo momento storico ogni giorno sono più allibita. Ci sono giorni che porto in me una speranza che cerco di non far moriremai e magari tra dieci anni urleremo da nati liberi e parleremo a pubbliche orecchie che ci ascoltano. A volte a ogni passo sul terreno della vita vedo il mondo decomporsi. Resistenza è nella frase finale del brano: è tenere in sé illuminata la fiaccola della speranza, resistere allo scenario che abbiamo e tenere dentro forte la visione del futuro che vogliamo creare.
Due curiosità: nel cassetto ci sono brani in italiano? E siccome so che scrivi poesie…prevedi una pubblicazione?
Mi piacerebbe appena possibile pubblicarle, per ora dipingo, faccio sculture, fotografie e sono performer; nei miei libretti c’entrano le poesie. Sento forte la responsabilità dell’artista ed è importante fare uscire cose alte per i miei standard. Mai mi sono data freni sulla lingua, altrimenti non sono meritevoli di esistere. Penso e sogno in inglese, nuoto bene lì.
Torniamo in chiusura a Wintersick che termina con Who I Am? Hai una risposta oggi? O almeno ti senti sul giusto sentiero?
Mi sento nel giusto sentiero, me lo sono chiesta per anni: la risposta è nel processo e dunque non c’è, è sano chiederselo ma la risposta è nel vivere. Dopo diventi ricordo, ci si trasforma, ci si mette in discussione.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ho altri due concerti, a Brescia e Milano ma ora la mia anima artistica ha bisogno di dedicarsi a qualcosa che non sia musica. Necessito di una dimensione più tranquilla, voglio dipingere, fare sculture e performance artistiche. Maa la musica resterà il mio progetto principale.
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Fonte : Sky Tg24