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“Stiamo valutando la possibilità di convocare anche Marco Accetti, potrebbe avere degli elementi da riferirci”, è il commento a Fanpage.it del vicepresidente ad un anno dalla nascita della bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, Roberto Morassut.
Intervista a Roberto Morassut
Deputato del Partito Democratico e vicepresidente della commissione bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
Da sinistra Emanuela Orlandi, Roberto Morassut e Mirella Gregori.
Esattamente un anno fa veniva costituita la commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di scomparsa Orlandi e Gregori. Da quel giorno, e ancora di più da quando, nel mese di maggio, sono cominciate le prime audizioni, sono molti i nuovi elementi emersi, altri quelli di cui, già noti alle cronache, si è tornati a parlare. In occasione di questo primo anno Fanpage.it ha intervistato il vicepresidente della commissione bicamerale d’inchiesta, il deputato Roberto Morassut del Partito Democratico, per fare il punto della situazione.
Un anno di commissione, cosa possiamo dire di questi primi 365 giorni di attività?
Abbiamo fatto un grande lavoro nel corso di quest’anno, fra lavoro di audizioni e la raccolta di documenti. Ma ancora tante altre persone dovranno essere convocate.
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Può fare qualche esempio?
Stiamo discutendo sulla possibilità di chiamare in audizione Marco Fassoni Accetti. Stiamo ragionando anche su altri nomi, sicuramente il suo è quello più di rilievo. Si tratta di un personaggio che ha attraversato questi due casi. Si è autoaccusato, ha avuto procedimenti giudiziari anche legato ai casi e ha rilasciato svariate dichiarazioni. Ha fatto recapitare alla commissione una documentazione con sue spontanee dichiarazioni: sarebbe il caso di sentire direttamente dalla sua voce ciò che ha da dire.
Marco Accetti ed Emanuela Orlandi.
Eppure, almeno secondo alcuni, non sempre i suoi racconti sono risultati coerenti.
Si tratta di un personaggio forse istrionico, ma ha sempre fornito degli elementi che hanno delle radici plausibili che meritano in questa fase di essere approfonditi. Non abbiamo ancora preso alcuna decisione in merito, ma ritengo che vada ascoltato perché fa parte della storia di questa vicenda.
Anche Ali Agca si era proposto per essere convocato. State ragionando sulla possibilità di convocarlo?
L’ha chiesto, ma sempre a mezzo stampa, dalla Turchia. In commissione non è mai pervenuta alcuna richiesta formale. ha dato un sacco di segnali, ma per il momento riteniamo, credo sia una valutazione piuttosto condivisa, che non sia un personaggio affidabile per tutta la sua storia, dall’attentato al Papa in poi. Anche di recente ha cambiato versione, ha parlato del Liechtenstein.
Emanuela Orlandi a sinistra e un giovane Ali Agca a destra.
Nei giorni scorsi è stato ascoltato Nicola Cavaliere, capo della Omicidi quando è scomparsa Emanuela. State pensando di convocare, a questo punto, anche Vittorio Rizzi (neodirettore dei Servizi Segreti che era a capo della Squadra Mobile nel 2012)?
Per il momento non ne abbiamo parlato. A proposito di Cavaliere, però, ci tengo a precisare che è stata una deposizione articolata. Ha scelto di secretare la seduta, ma si è trattato di un’audizione piuttosto complessiva. Su Rizzi non è stata ancora posta la questione, ma potremmo ragionarci eventualmente.
E dal Vaticano? Per il momento gli unici religiosi convocati sono stati padre Miserachs (il maestro di canto corale di Emanuela alla scuola Tommaso Ludovico da Victoria, ndr) e don Vergari (ex rettore della basilica di Sant’Apollinare che ha organizzato la sepoltura di De Pedis nei sotterranei ed è stato indagato durante la seconda inchiesta, poi chiusa con l’arrivo in Procura di Giuseppe Pignatone, ndr)?
Con le figure religiose è più complesso, spesso si tratta di cittadini vaticani, un altro Stato, ed entra il tema delle rogatorie. Questo è il caso, fra l’altro, di Raul Bonarelli, vicecapo della Vigilanza vaticana vicino a papa Giovanni Paolo II. Lui è cittadino vaticano, al momento sembra difficile portarlo in commissione a parlare.
Enrico De Pedis.
Il timore è che, dopo quaranta anni, per alcuni possa essere troppo tardi: soprattutto in Vaticano, parliamo di persone ultranovantenni.
Purtroppo questo è vero. Qualche giorno fa è venuta a mancare Sabrina Minardi: sarebbe stato interessante ascoltarla, indipendentemente dall’affidabilità delle sue dichiarazioni. Sicuramente è importante ciò che ha dichiarato prima e che già conosciamo, ma poteva essere interessante. Per il resto, le audizioni restano molte. E non è escluso che, come avvenuto per Giuseppe Calì (il barista che lavorava nel locale dei genitori della migliore amica di Mirella Gregori, Sonia De Vito, ndr), possa essere convocato una seconda volta qualcuno, forse De Rosa (il fidanzato, oggi marito, di Sonia De Vito, ndr).
Sabrina Minardi.
E poi quali sono i prossimi passi?
Fra un po’ dovremmo iniziare a stilare una prima relazione e poi indirizzare il lavoro verso una pista precisa, sapendo di dover rinunciare ad alcuni filoni importanti.
Lei ha dichiarato di essere propenso a quello del rapimento sessuale, ad esempio.
Sicuramente possiamo dire che, per esempio, la pista internazionale, quella del ricatto legato alla liberazione di Ali Agca lo possiamo già escludere, nonostante sia stato quello su cui le indagini si sono concentrate per oltre dieci anni. Da chiarire l’aspetto legato al ricatto finanziario e, di conseguenza, ad esempio, alla Banda della Magliana così come, appunto, proprio quello del rapimento.
Gli avvocati delle famiglie sembrano convinti che si tratti di due diversi casi, voi pensate che possano esserci legami?
La stessa pista del rapimento a scopo sessuale può variare. I due casi potrebbero essere legati. Ma, anche seguendo lo stesso filone di indagini, potrebbe trattarsi di due vicende separate: potrebbero esserci stati motivazioni diverse, responsabilità diversi e, forse, nessuna relazione. O magari, anche senza collegamenti operativi e strategici, una stessa centrale criminale. L’avvocato della sorella di Mirella, Maria Antonietta Gregori, parla di “caso a quasi chilometro zero”, lo ha spiegato anche nel corso della sua seduta, immaginando una verità legata al perimetro ristretto delle sue relazioni. E non possiamo ancora escluderlo.
Pensa che si possa arrivare alla verità, per almeno uno dei due casi?
Lo scopo per cui è stata creata la commissione bicamerale d’inchiesta è proprio questo. Manca ancora del tempo alla fine delle nostre indagini. Non soltanto spero che si possa arrivare ad un’accettabile ricostruzione storica, ma non lo escludo.
Fonte : Fanpage