Conosciamo ormai i capisaldi della dieta mediterranea: una buona dose di carboidrati, meglio se integrali, tanti vegetali, come fonte di fibra e proteine, un po’ di pesce, pochi latticini, pochissima carne, olio d’oliva come condimento. Un tipo di alimentazione che non ha (forse) bisogno di presentazioni, ma di linee guida sì magari. Sono quelle uscite in questi giorni: un lavoro corposo e meticoloso, condotto da un folto gruppo di esperti con il contributo di venti società scientifiche e il supporto dell’Istituto superiore di sanità, che riassume le evidenze in materia di dieta mediterranea, snocciolando 50 raccomandazioni per trarre il meglio dalla nostra tavola.
Un concetto allargato di dieta mediterranea
Se a grandi linee, dicevamo, tutti conoscono i principi della dieta mediterranea, nell’elaborazione di queste linee guida gli esperti hanno sentito il bisogno di avere prima di tutto una definizione condivisa e più aggiornata di dieta mediterranea, riconoscendo che si tratta di un’entità che non può essere solo relegata alla tavola. Ecco allora che, nella veste delle linee guida, prodotte su stimolo della Fondazione dieta mediterranea, dalla Società italiana nutrizione artificiale e metabolismo (Sinpe) e dalla Società Italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), si trova anche una nuova definizione di dieta mediterranea, alla base delle raccomandazioni stilate dagli esperti.
Il punto è che la dieta mediterranea, nella sua più ampia accezione, include anche principi di consumo locale, rispetto della biodiversità e uno stile di vita attivo. Questi in riconoscenza del fatto che i benefici della dieta non possono essere del tutto separati da quelli di uno stile di vita sano, in cui l’alimentazione gioca sì un ruolo di primo piano, ma non l’unico (un messaggio che gli addetti ai lavori rilanciano da tempo).
Al tempo stesso mangiare ha ripercussioni sull’ambiente, e c’è una corrispondenza tra salute della persona e quella del pianeta. Ed è per questo che, le raccomandazioni di queste prime linee guida, sono state elaborate non solo tenendo conto degli effetti benefici della dieta mediterranea nella prevenzione e trattamento delle malattie cronico-degenerative, ha spiegato Marco Silano, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrinometaboliche e dell’invecchiamento dell’Iss, ma anche in considerazione della salute del pianeta. Dopo questa doverosa premessa, e ricordando che anche le quantità di cibo consumato rientrano negli stili di vita, ecco una selezione delle raccomandazioni stilate dagli esperti.
La dieta mediterranea contro i tumori
La dieta mediterranea è considerata un alleato contro lo sviluppo di malattie croniche e tumori, se abbinata, di nuovo, a corretti stili di vita. Molte delle raccomandazioni stilate dagli esperti in questo nuovo documento riguardano proprio i tumori. In linea generale si considera la dieta mediterranea utile a ridurre tanto l’incidenza quanto la mortalità legata ai tumori, con un livello di raccomandazione giudicato dagli esperti positivo debole. Questo significa che, spiegano gli esperti, l’effetto non si ha magari in tutti i pazienti, ma in termini generali e non individuali l’azione protettiva emerge. Il documento raccoglie anche raccomandazioni in ambito oncologico per diverse tipologie di tumori, per incidenza e mortalità: dai tumori testa-collo, a quelli al polmone, alla mammella, colon-retto, stomaco. In tutti i casi le raccomandazioni sono di nuovo considerate positive deboli.
La dieta mediterranea contro le patologie cardiovascolari
Il ruolo della dieta nella prevenzione, o di contro come fattore di rischio, dei disturbi cardiovascolari, è uno dei più indagati dalla letteratura scientifica. E gli ambiti di pertinenza cardiovascolare sono quelli in cui, per la dieta mediterranea, si hanno le evidenze scientifiche maggiori, in alcuni casi con raccomandazioni considerate dagli esperti positive forti, ovvero per cui si riconoscono benefici per la maggior parte delle persone. E’ il caso, per esempio, delle persone ad alto rischio cardiovascolare, per cui la dieta mediterranea è raccomandata, con aggiunta di olio extra-vergine, per ridurre incidenza di diabete di tipo 2, rispetto a una dieta ipolipidica. Lo stesso per ridurre la mortalità cardiovascolare in persone con coronaropatia e la protezione da ictus e fibrillazione atriale. Le linee guida poi ricordano, ancora una volta, come la dieta mediterranea aiuti a combattere sovrappeso e obesità e nelle persone che ne sono interessate può dare una mano a ridurre i livelli di colesterolo cattivo e trigliceridi, aumentando il colesterolo buono e a controllare i livelli di glicemia.
La dieta mediterranea per la salute del cervello e in gravidanza
Nella lista delle nuove raccomandazioni non poteva mancare un cenno al ruolo della dieta contro le malattie neurologiche. Viene considerata protettiva (la nostra dieta) per ridurre l’incidenza di Alzheimer, Parkinson, ma anche per ridurre la prevalenza di ansia e depressione. Si raccomanda infine con forza l’aderenza alla dieta mediterranea per le donne in gravidanza per la capacità di ridurre sia il rischio di alto che basso peso del bambino alla nascita. Evidenze, sebbene meno forti, esistono anche per quel che riguarda il ruolo di supporto della dieta mediterranea per ridurre il rischio di parti prematuri e rischio di morte del feto. I benefici però riguardano anche la mamma stessa: seguendo questo regime alimentare si può ridurre il rischio di diabete gestazionale e infezioni.
La dieta mediterranea abbassa il rischio di morte?
Verrebbe da chiedersi se, a fronte di tutti questi benefici, nel complesso la dieta mediterranea si associa anche a un minor rischio di morte. I ricercatori che hanno lavorato al documento hanno passato in rassegna la letteratura scientifica anche per cercare di comprendere questo aspetto. Il risultato? La dieta mediterranea aiuta anche a ridurre la mortalità per tutte le cause. Va però detto, e lo dicono chiaramente gli esperti, che per potersi esprimere con più certezza in materia servono più studi, su campioni più grandi, metodologicamente più affidabili e solidi.
Fonte : Wired