Trump: “Chiesto di evitare massacro truppe Kiev nel Kursk”. Putin: “Salvi se si arrendono”

Nell’agenda ufficiale, a sera, l’appuntamento ancora non c’è. Perché Giorgia Meloni alla vigilia non avrebbe ancora deciso definitivamente se partecipare o meno alla riunione dei “volenterosi” convocata dal primo ministro inglese Keir Starmer. Il formato per la premier non risponde davvero alle esigenze del momento ma sfilarsi, ragionano alcuni, potrebbe sembrare un segnale di rottura rispetto ai principali partner europei altrettanto inadatto. Nel pomeriggio secondo il Foglio online la bilancia pendeva verso il sì alla partecipazione. Un orientamento confermato da alcune fonti. Anche se, confermano dall’esecutivo, una decisione definitiva sarà presa in nottata. I canali diplomatici tra Roma e Londra sono rimasti attivi per tutta la settimana. E secondo alcune indiscrezioni la premier avrebbe ottenuto di non focalizzare il confronto sull’idea di un invio di truppe in Ucraina lanciato da Starmer e da Emmanuel Macron, o quantomeno di distinguere il tema da quello della sicurezza di Kiev. Premessa per una sua partecipazione al summit in videocollegamento. Se ne discute da settimane, e all’invio di truppe europee Meloni ha espresso la sua “forte contrarietà” in tutti i consessi. La situazione peraltro, osservano dall’esecutivo, cambia di ora in ora, nelle trattative aperte dagli Usa con Mosca e Kiev ma anche sul campo. E diventa difficile, al di là del formato, immaginare di discutere e magari ipotizzare anche delle decisioni con uno scenario in costante evoluzione. Anche per questo, si ragiona nella maggioranza, è ancora acerbo il testo della risoluzione da votare martedì e mercoledì dopo le comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo. Certo, il fatto che sulla Difesa ci sia solamente la presentazione del Libro Bianco, aiuta un po’ nell’impresa di tenere insieme le tre anime della maggioranza, che a Strasburgo hanno marciato decisamente divise. La premier potrebbe trovarsi a dire delle cose “martedì al Senato, e delle altre mercoledì alla Camera” osservano alcuni meloniani per dare il senso di una situazione più che fluida. Anche per questo la risoluzione dovrebbe essere composta solo a ridosso, con un confronto di maggioranza che potrebbe avvenire lunedì. A trattare per la Lega, dicono i suoi, è direttamente Salvini con la premier. E l’ordine di scuderia sarebbe stato quello di abbassare i toni nei prossimi giorni sui temi della difesa e delle armi. L’obiettivo che tutte le forze della coalizione confermano resta quello di non aprire crepe interne. Anche per questo potrebbe essere inserito un passaggio sul lavoro per la pace in appoggio all’amministrazione Trump. E bisognerà anche tenere conto, fanno notare da Forza Italia, della dichiarazione finale del G7 dei ministri degli Esteri. Costruita altrettanto faticosamente, potrebbe fare da base anche per la risoluzione da votare a Roma.

Fonte : Sky Tg24