Il Consiglio dei ministri ha ufficialmente varato il decreto elezioni, che introduce importanti novità relative alle consultazioni previste nella tara primavera del 2025. Le norme prevedono lo svolgimento delle votazioni in due giorni (anziché uno solo come previsto dalla disciplina attuale) già dalla prossima tornata di amministrative e referendum. Ma ci sono anche importanti cambiamenti relativi al voto per i fuorisede e alla sottoscrizione delle liste elettorali tramite firma elettronica. Saranno 124 i comuni chiamati alle urne per le elezioni amministrative, distribuiti tra le regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale: a essere chiamate al seggio saranno Sardegna e Sicilia. Vediamo meglio.
Il voto per amministrative e referendum
Secondo il nuovo decreto elezioni le date per il primo turno di votazioni saranno domenica 25 e lunedì 26 maggio rispettivamente dalle 7 alle 23 e dalle 7 alle 15. Invece, l’election day con i referendum è fissato nelle date dei ballottaggi, domenica 8 e lunedì 9 giugno, sempre con gli stessi orari.
La scelta delle due date di giugno, con le scuole chiuse, non è però stata accolta positivamente dai referendari, che hanno manifestato il loro dissenso con un flash mob davanti a Palazzo Chigi subito dopo la conclusione della riunione di governo. Le giornate calde di fine primavera aumentano il rischio di astensione, già alto per questo tipo di consultazioni.
Una posizione non condivisa dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni: secondo il comunicato della presidenza del Consiglio, la decisione è stata presa dal governo “in considerazione della necessità di conciliare la più ampia possibilità di partecipazione dei cittadini con le esigenze di continuità dell’attività didattica nelle scuole sedi di seggio elettorale”.
Cosa contengono i cinque referendum
Per quanto riguarda i referendum, gli elettori saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti, di cui quattro promossi dal sindacato Cgil e riguardanti questioni legate al mondo del lavoro. I quesisti puntano all’abolizione del Jobs Act, la riforma del lavoro voluta dal governo Renzi, e alla modifica di alcune norme sulla sicurezza sul lavoro e sulle indennità di licenziamento nelle pmi. Il quinto referendum, invece, propone di ridurre da dieci a cinque anni il periodo di residenza in Italia per gli stranieri maggiorenni che intendono richiedere la cittadinanza.
Il voto per i fuorisede e la firma elettronica
Novità anche in merito al voto per i fuorisede. Il tema è stato oggetto di numerose richieste di intervento, spingendo l’esecutivo a introdurre nel decreto una norma specifica. Secondo il primo comma dell’articolo 2 del decreto elezioni approvato dal Consiglio dei ministri, sarà consentito a coloro che vivono lontano dal comune di residenza di esprimere il proprio voto in occasione del referendum. Restano fuori, però, le elezioni amministrative.
“In particolare – si legge sempre nel decreto, – è previsto che i cosiddetti ‘fuorisede’, per un periodo di almeno tre mesi in cui ricade la data di svolgimento del referendum, possano richiedere l’ammissione al voto nel comune di temporaneo domicilio entro il termine di 35 giorni prima della data prevista per la consultazione referendaria e possono revocarla entro il termine di 25 giorni prima della medesima data“. Il termine di scadenza per effettuare la richiesta dunque, sarebbe fissato dunque per lunedì 5 maggio 2025. Andrà presentata un’apposita istanza al Comune di residenza.
In vista dei referendum sarà infatti prevista la possibilità di votare “per tutti coloro che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, sono temporaneamente domiciliati in un Comune di una provincia diversa da quella di residenza“.
Secondo le disposizioni del nuovo decreto elezioni, inoltre, sarà introdotta la firma elettronica qualificata per sottoscrivere le liste di candidati, destinata agli elettori impossibilitati a firmare manualmente.
Fonte : Wired