Il Canada dice che non sarà mai parte degli Stati Uniti

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Mark Carney ha giurato come nuovo premier del Canada, respingendo con fermezza l’idea di un’annessione agli Stati Uniti fortemente sostenuta da Donald Trump. Il governo canadese si prepara a elezioni anticipate e promette battaglia sui dazi imposti da Washington.

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Il Canada ha un nuovo primo ministro. Mark Carney ha infatti ufficialmente giurato, assumendo la guida del Paese dopo l’uscita definitiva di Justin Trudeau. L’ex governatore della Banca del Canada e della Banca d’Inghilterra è diventato leader del Partito Liberale e oggi, alle 11 ora locale (le 17 in Italia), ha prestato giuramento davanti alla governatrice generale Mary Simon, rappresentante della monarchia del Commonwealth nelle istituzioni canadesi. L’evento segna un momento cruciale per il Paese, che si prepara a elezioni anticipate nel mezzo delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti e delle pressioni del presidente americano Donald Trump, che ha più volte espresso il desiderio di vedere il Canada diventare il 51° stato degli USA. Poco prima della cerimonia, Simon ha ricevuto le dimissioni formali di Trudeau, il quale, in un messaggio sui social, ha ribadito con orgoglio la propria identità canadese: “Sarò sempre orgogliosamente e senza remore canadese”.

Dopo Carney, presterà giuramento anche il nuovo governo, che sarà più snello rispetto a quello del suo predecessore: il numero dei ministri sarà infatti ora ridotto a 15-20, rispetto ai 37 del governo Trudeau; resteranno però al loro posto i titolari dei dicasteri chiave per la gestione delle tensioni con Washington.

Il nuovo premier rifiuta l’annessione agli USA e definisce “folle” la proposta di Trump

Appena insediato, Mark Carney ha assunto una posizione chiara nei confronti dell’amministrazione americana e delle dichiarazioni di Donald Trump. Durante la sua prima conferenza stampa da premier, il premier ha respinto con decisione l’idea che il Canada possa trarre vantaggio dall’annessione agli Stati Uniti, come affermato da Donald Trump e ribadito di recente dal segretario di Stato americano Marco Rubio: “È un’idea folle”, ha dichiarato Carney, esprimendo tutto il suo disaccordo.

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“Noi non faremo mai parte degli Stati Uniti, in nessuna forma o maniera”, ha poi detto, aggiungendo: “Siamo un Paese fondamentalmente diverso”, sottolineando che il Canada si aspetta “rispetto” da Washington e dal presidente Trump. L’ex governatore della banca centrale ha anche fatto riferimento alla rivalità sportiva tra i due Paesi, utilizzata di recente proprio dallo stesso Trump nelle sue dichiarazioni: “Che gli americani non commettano errori. Nel commercio come nell’hockey, il Canada vincerà”. Pur prendendo le distanze dai piani di annessione ventilati dall’ex presidente degli Stati Uniti, Carney ha dichiarato di essere pronto al dialogo con Washington: “Sono ansioso di parlare con il presidente americano”. Ha spiegato di comprendere le priorità di Trump, tra cui la lotta al traffico di droga e migranti, e ha fatto riferimento ai dazi imposti dagli USA al Canada e al Messico con la giustificazione di rafforzare la sicurezza ai confini. Nonostante le dichiarazioni forti sulla sovranità canadese, Carney non ha risposto direttamente alle domande sulla data delle prossime elezioni, che si prevede saranno anticipate rispetto alla scadenza di ottobre, ma ha invece preferito rimandare l’argomento, affermando: “Ci saranno nei prossimi giorni altre notizie riguardo al modo di assicurare un forte mandato”, lasciando intendere che presto verranno comunicati aggiornamenti sul futuro politico del Paese.

Le tensioni con Washington non riguardano solo le dichiarazioni politiche, ma anche le dispute commerciali. Il Canada sta affrontando una guerra economica con gli Stati Uniti a causa dei dazi imposti dall’amministrazione Trump, che hanno colpito settori chiave dell’economia canadese.

La risposta del Canada ai dazi americani

La ministra degli Esteri Mélanie Joly ha ribadito che il Canada non intende cedere alle pressioni americane e si batterà per la rimozione delle tariffe imposte da Washington:”Eserciteremo la massima pressione per spingere gli Stati Uniti ad eliminare i dazi”, ha dichiarato alla stampa a margine di un incontro con i ministri degli Esteri del G7. Joly ha anche evidenziato le conseguenze negative che queste misure potrebbero avere per gli stessi cittadini americani, sottolineando che il Canada non metterà in discussione la propria sovranità: “Non è in discussione”. E in un post su X (ex Twitter) ha poi rimarcato: “I canadesi sono semplicemente gli alleati più forti e i migliori vicini degli Stati Uniti. Queste tariffe sono del tutto ingiustificate e i canadesi sono uniti di fronte a questa minaccia economica”.

Durante un colloquio con il segretario di Stato Marco Rubio, la ministra ha affrontato il tema del commercio e delle tensioni economiche, discutendo anche dell’organizzazione di una telefonata tra Trump e il premier Carney. Nel frattempo, alcuni esponenti del governo canadese, tra cui il ministro delle Finanze Dominic LeBlanc, il ministro dell’Industria François-Philippe Champagne e l’ambasciatrice canadese negli Stati Uniti Kirsten Hillman, hanno incontrato il segretario al Commercio USA Howard Lutnik. Dopo il vertice, i funzionari hanno definito l’incontro “costruttivo”, pur avvertendo che non si aspettano cambiamenti immediati sui dazi imposti dagli Stati Uniti.

Uno scontro destinato a durare

Le tensioni tra Canada e Stati Uniti non sembrano però destinate a risolversi a breve: da un lato, Trump insiste sulla necessità di un’annessione del Paese confinante, dall’altro, il nuovo premier, ha fatto intendere di aver preso una posizione netta, respingendo qualsiasi ipotesi di cedere alla pressione americana. Resta da vedere come si evolveranno i rapporti tra Ottawa e Washington nei prossimi mesi e quale sarà l’impatto delle elezioni anticipate su questo delicato equilibrio.

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Fonte : Fanpage