Meloni scommette sul Lotto: così i miliardi degli italiani finiscono all’estero

In Italia è lo Stato che organizza le lotterie, come Lotto e SuperEnalotto. E ci guadagna, insieme ai colossi privati del gioco d’azzardo. Nel frattempo, chi combatte la ludopatia trova come principale antagonista proprio le istituzioni pubbliche. I 157 miliardi di euro spesi dagli italiani nell’ultimo anno fanno gola: sono utili per l’erario e generano profitti per le aziende del settore. I problemi che causano restano secondari. La prossima opportunità da sfruttare è il bando che assegna la gestione del Lotto: chi vince si aggiudica un montepremi da almeno 4,4 miliardi di euro. Se lo contendono due ex aziende italiane ormai detenute da entità estere, Sisal e Igt. Ma, come vedremo, i guadagni per le big del gioco d’azzardo possono solo moltiplicarsi. È la legge che lo permette. 

Il governo punta all’incasso: quanto guadagna lo Stato dal Lotto

I giochi sono una fonte di guadagno preziosa per lo Stato. Dalle slot machines all’ippica fino alle lotterie nazionali e ai celebri Lotto e SuperEnalotto, secondo i dati più aggiornati l’Erario ha ricavato nell’ultimo anno 11,4 miliardi di euro. Da solo, il Lotto ha garantito poco meno di 890 milioni. 

E in vista della prossima legge di bilancio per il 2026, il governo Meloni può racimolare anche risorse extra proprio dalla gara che assegna la gestione del Lotto per i nove anni a venire. Secondo il bando pubblicato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm), la base d’asta fissata è di 1 miliardo di euro. Di questi, 800 milioni vanno pagati subito allo Stato, già nel 2025. 

Ma bisogna considerare queste cifre rispetto ai soldi mossi in totale: solo nell’ultimo anno, gli italiani hanno puntato 157,5 miliardi di euro. Una quantità enorme di denaro che corrisponde a circa otto finanziarie, supera la spesa per il Superbonus ed eguaglia dieci anni di taglio del cuneo fiscale e riduzione delle aliquote Irpef. Ma, alla fine, meno dell’otto per cento va a finire nelle casse dello Stato. E il resto?

Le big dei giochi al bando del Lotto: 4,4 miliardi di motivi per partecipare

Il bando che assegna la gestione del Lotto prevede un aggio del 6 per cento che lo Stato garantisce al concessionario. Vuol dire che sul totale della raccolta annuale, il 6 per cento andrà a chi gestisce e organizza i giochi. Ad esempio, nel 2024 la raccolta dei giochi oggetto del bando – che include anche il 10eLotto e altri giochi numerici a quota fissa – ha superato gli 8 miliardi di euro.

Un aggio del 6 per cento si tradurrebbe dunque in circa 490 milioni di euro l’anno, che moltiplicati per i nove anni di concessione fanno 4,4 miliardi di euro per chi si aggiudica il bando. Oltre il bando, i potenziali allentamenti del divieto di pubblicità delle scommesse, previsto dal decreto dignità, mostrano cosa c’è in ballo davvero per chi gestisce i giochi in Italia.

Chi partecipa alla gara statale: Igt contro Sisal, le multinazionali del gioco

Secondo gli esperti del settore consultati da Today.it, si sfidano in due per avere in mano il gioco del Lotto in Italia nei prossimi nove anni: saranno Igt e Sisal a contendersi i potenziali 4,4 miliardi di euro in ballo. Ma i guadagni non finiscono qui. C’è qualcosa di non scritto nel bando dell’Adm, ma che le società in questione hanno ben presente. 

International game technology (Igt) gestisce il Lotto da 26 anni, ma anche tutto il sistema Gratta e vinci. Igt è una multinazionale delle lotterie e delle scommesse con radici italiane: Lottomatica, quando era il più importante gruppo mondiale del settore, si unì a Igt nel 2015 e la sede venne spostata a Londra. Nello stesso anno il titolo passò dalla borsa di Milano a Wall Street. La presenza italiana resiste ancora, col gruppo De Agostini che detiene una quota del 42,6%. Secondo fonti del settore si presenterà al bando nella stessa “formazione” attuale, in consorzio con Allwyn – che si è appena aggiudicato la lotteria nazionale del Regno Unito -, oltre a Novomatic e la Federazione italiana tabaccai. 

La sfidante è Sisal. L’acronimo sta per “Sport Italia società a responsabilità limitata”, fondata nel 1945 a Milano dai giornalisti Massimo Della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo. Si inventarono la “schedina” per finanziare e rilanciare lo sport italiano nel dopoguerra. Poi, lo Stato rilevò il sistema che divenne il mitico “Totocalcio”.

Negli anni Sisal è cresciuta fino al 2022, quando è stata acquistata da Flutter Entertainment, multinazionale leader nel settore delle scommesse sportive e dei giochi online, che possiede marchi come Betfair, FanDuel e PokerStars e che sta per ultimare l’acquisizione anche di Snai. La sede è a Dublino. Attualmente, Sisal gestisce il SuperEnalotto. Secondo fonti informate contattate da Today.it, si presenterà al bando del Lotto insieme a Scientific games, una delle maggiori società di servizi tecnologici nel settore giochi, e la società di investimenti canadese Brookfield. Lo scopo sarebbe quello di ridurre l’esposizione finanziaria e poter convogliare i giocatori nel business delle scommesse sportive: il cross selling.

In una recente inchiesta, il Financial Times ha definito Brookfield “uno dei conglomerati finanziari più grandi e complessi al mondo, un labirinto contenente migliaia di entità, fondi interconnessi, partnership, trust e società che controllano 1.000 miliardi di dollari di asset”.

I guadagni nascosti per le multinazionali delle scommesse: il cross selling

L’Italia è il più grande mercato d’azzardo d’Europa e non è strano che per aggiudicarsi la gestione del Lotto si muovano due big del panorama mondiale: circa 21 milioni di italiani ci giocano ogni settimana.

La banca d’affari Morgan Stanley ha analizzato la prossima gara del Lotto e i risvolti per chi se l’aggiudicherà: sia per Igt che per Sisal sarebbe una grande vittoria. I primi consoliderebbero la loro posizione in Italia sfruttando i 50.000 punti vendita presenti sul territorio nazionale per favorire la transizione online. C’è infatti ancora spazio di crescita, vista la scarsa penetrazione in Italia del gioco online rispetto a quello fisico.

Grafico che mostra l'Italia come più grande mercato europeo del gioco d'azzardo

Sisal punta invece sulla massa di giocatori in ballo per “spostarli” altrove. La strategia si chiama “cross selling”, che possiamo tradurre con “vendita incrociata”. Spostarli dove? Verso le scommesse online e il gioco d’azzardo: Flutter, che detiene Sisal, è il leader globale del settore e vanta già milioni di giocatori in Italia, tra poker e scommesse.

In più, l’Italia offre garanzie di stabilità. Morgan Stanley definisce il nostro Paese come “l’unico grande mercato” in cui le tasse sul gioco per gli operatori del settore non aumenteranno. È la stessa legge italiana infatti a prevedere che le regole fiscali presenti al momento della stipula della concessione debbano rimanere le stesse per la tutta la durata dei nove anni. 

La legge sui giochi del governo Meloni in Gazzetta ufficiale 2025

L’allarme: “Squilibri tra i guadagni dello Stato e quelli dei privati”

Come si legge in un dossier della Camera dei deputati, sulla carta lo Stato “controlla” i giochi – come Lotto, SuperEnalotto, scommesse azzardo -, per garantire “tutela dell’ordine e della sicurezza”, gli “interessi pubblici generali in tema di salute con quelli erariali sul regolare afflusso del prelievo tributario”.

Ma in realtà cosa succede? “I concessionari non sono più italiani eppure reputano il nostro mercato interessante – spiega a Today.it Massimo Masetti di Avviso pubblico -. Il primo motivo è la promessa che il governo non aumenterà la tassazione sui giochi. Il secondo motivo è il bando: l’Adm offre la gestione di giochi attuali e futuri. L’unica possibilità è quella che aumentino i giochi”.

Testo del bando 2025 dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli per il gioco del Lotto

La prova è il “cross selling” che tramite i giochi nazionali ne promuove di altri: “Diversi soggetti pubblici avevano chiesto più attenzione per i giocatori patologici e i soggetti fragili, ma qui tramite un gioco se ne può promuovere un altro – fa notare Masetti -. Manca una protezione sul cross selling, una rete diffusa e capillare come quella del Lotto – usata da 21 milioni di italiani ogni settimana – fa gola. Se un colosso come Flutter si muove ha capito che c’è qualcosa su cui guadagnare”.

“La ragione per cui i giocatori sono interessanti per noi non è solo la lotteria in sé, ma ciò che ci permette di fare operando anche nelle scommesse sportive”.

(Daniel Taylor, amministratore delegato
mercati internazionali di Flutter)

In più occasioni i vertici di Flutter hanno mostrato interesse per il mercato italiano: nell’ultima video conferenza sui risultati del gruppo hanno definito il bando del Lotto una “grossa opportunità”, visti anche gli ottimi risultati ottenuti col cross selling grazie al SuperEnalotto, pur con 10 milioni di giocatori in meno rispetto ai 21 del Lotto. Fa lo stesso Igt, che nell’ultimo report sull’andamento finanziario considera la concessione italiana tra gli investimenti che garantiscono “entrate e flussi di cassa per i prossimi 10 anni”. 

Il governo libera l’azzardo: via i limiti alle sale scommesse

“Succede già in Inghilterra, dove se vinci al Lotto hai anche un altro credito spendibile sul conto online delle scommesse sportive – sottolinea Masetti -. Una multinazionale ha ora questa possibilità perché è lo Stato a non vietarlo”.

Così, a fronte di 157 miliardi di giocate degli italiani, le entrate per lo Stato non arrivano a 12: “I concessionari arrivano circa a una decina e in alcuni momenti hanno anche superato l’Erario – dice Masetti -. In ogni caso c’è uno squilibrio e la sproporzione continuerà a esistere. Il monopolista, cioè lo Stato, non può guadagnare così poco”.

Benefici per l’erario, guadagni per i privati: secondo gli ultimi dati disponibili, giocando i cittadini hanno invece perso 22 miliardi di euro solo nel 2023. E i costi sociali delle ludopatie non sono quantificabili.

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Fonte : Today