Tregua Russia-Ucraina, Mosca apre parzialmente, ma l’esito delle trattative resta quanto mai incerto. Vladimir Putin ha dichiarato giovedì 13 marzo di sostenere “in linea di principio” la proposta americana di un cessate il fuoco di 30 giorni, avanzando però numerose riserve che sembrano studiate per complicare e prolungare significativamente i negoziati in corso tra Mosca, Washington e Kyiv. Diversi osservatori internazionali sostengono che le condizioni poste dal Cremlino siano talmente onerose da rendere difficile un accordo rapido, il tutto mentre la situazione sul campo vede l’avanzata delle truppe russe in diverse aree del fronte, tra cui la regione di Kursk. Nulla è stato ancora formalizzato e le parti rimangono distanti su questioni fondamentali.
Cosa chiede la Russia
Putin pretende che qualsiasi tregua affronti le cause profonde del conflitto e porti a una pace duratura, alludendo all’attuale governo ucraino come parte del problema sottostante da risolvere. Il Cremlino esige che l’Ucraina interrompa la mobilitazione e l’addestramento delle truppe, e che cessino completamente le forniture di armi occidentali durante il cessate il fuoco, proprio mentre le forze russe stanno avanzando lungo quasi tutta la linea del fronte. Riguardo alla regione di Kursk, Mosca solleva dubbi sulla gestione del territorio occupato dagli ucraini durante una potenziale tregua, chiedendo quali garanzie esisterebbero per il ritiro delle forze di Kyiv e come verrebbe gestita la sicurezza dei civili nell’area. La Russia rifiuta categoricamente l’ipotesi di peacekeeper occidentali in Ucraina come garanzia di sicurezza, con la portavoce del ministero degli Esteri che ha dichiarato che tali forze sarebbero considerate obiettivi legittimi. Secondo indiscrezioni di Reuters e Bloomberg, le richieste russe includerebbero anche la smilitarizzazione dell’Ucraina, l’esclusione permanente dalla Nato e il riconoscimento internazionale delle annessioni territoriali russe in Crimea e nelle quattro regioni orientali ucraine.
Cosa chiede l’Ucraina
L’Ucraina ha accettato la proposta americana per un cessate il fuoco di 30 giorni dopo i colloqui in Arabia Saudita, segnalando disponibilità al dialogo ma senza cedere su punti considerati essenziali. Kyiv insiste che qualsiasi accordo duraturo includa garanzie di sicurezza concrete per prevenire future aggressioni russe, considerando le forze di peacekeeping europee come unica alternativa praticabile all’adesione Nato per la propria sicurezza a lungo termine. Contrariamente alle richieste russe, l’Ucraina intende continuare gli sforzi di mobilitazione durante il cessate il fuoco, ritenendo questa misura essenziale per mantenere la propria capacità difensiva durante i negoziati. Il presidente Zelensky ha accusato Putin di tergiversare per guadagnare tempo mentre proseguono le operazioni militari, sostenendo che le precondizioni di Mosca siano formulate appositamente per rendere impossibile un accordo efficace o per prolungare indefinitamente i negoziati. Intanto, fonti militari ucraine ammettono che la situazione nella regione di Kursk è ormai compromessa, con l’attenzione ora focalizzata sulla gestione di un ritiro ordinato con perdite minime, eliminando così quello che era stato concepito come un potenziale elemento di leva negoziale.
Il ruolo degli USA nella tregua tra Russia e Ucraina
Gli Stati Uniti sotto la presidenza Trump stanno assumendo un ruolo centrale nella mediazione per una tregua tra Russia e Ucraina, posizionandosi come principale facilitatore di una soluzione diplomatica al conflitto. L’inviato speciale americano Witkoff ha incontrato Putin a Mosca in un colloquio durato diverse ore fino a venerdì mattina, un segnale dell’impegno diretto dell’amministrazione Trump nel processo negoziale. Secondo il Cremlino, durante questo incontro Putin avrebbe inviato ulteriori messaggi riservati a Trump tramite Witkoff, mentre il consigliere per la sicurezza nazionale americano ha espresso un cauto ottimismo sui risultati del dialogo. L’approccio americano include discussioni dettagliate con l’Ucraina sui territori che verrebbero mantenuti o ceduti in un eventuale accordo finale, con Trump che ha detto che si stanno affrontando questioni specifiche come la spartizione del Kursk e il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhya. Il presidente americano, inoltre ha definito “promettenti ma incomplete” le aperture del Cremlino e ha fatto riferimento a potenziali leve economiche nei confronti della Russia, per incentivarla ad accettare l’accordo, pur senza specificare quali misure concrete potrebbero essere adottate.
Perché il dialogo si tiene in Arabia Saudita
I colloqui preliminari tra funzionari ucraini e statunitensi si sono svolti in Arabia Saudita poiché il regno rappresenta un terreno neutrale con buone relazioni sia con Mosca che con Washington, configurandosi come intermediario credibile in un contesto diplomatico particolarmente complesso. Dopo questi colloqui in territorio saudita, l’Ucraina ha accettato un cessate il fuoco immediato di 30 giorni e gli Stati Uniti hanno presentato formalmente la proposta a Mosca, avviando così la fase attuale del processo negoziale.
Fonte : Wired