Lo Zoo di 105, Marco Mazzoli ‘chiama’ Pier Silvio Berlusconi: “Un Late night in seconda serata…” – L’intervista
Il programma più ascoltato d’Italia ha iniziato il 2025 con una doppia festa: 25 anni e lo show nei teatri italiani con il 17 marzo all’Arcimboldi di Milano alle porte, prima del gran finale il 20 a Piacenza. Marco, ci racconti com’è andato il tour?
“Molto meglio di quello che ci aspettavamo, perché il teatro è un terreno nuovo per noi, è stata una bella scommessa. Devo dire che la squadra si è veramente messa al lavoro per portare un prodotto molto bello. Non me l’aspettavo nemmeno io che riuscisse così bene. Mancano due date su 19 e fin qui mai una lamentela. Tutti contentissimi, tutti soddisfatti”
Teatri sold out per lo Zoo di 105…
“A parte Catania – che era quasi completamente pieno – e Cosenza, però probabilmente non si sente bene la radio o comunque tutti i calabresi ormai vivono a Milano (ride, ndr). E infatti abbiamo dovuto fare due tappe a Milano… Ad ogni modo è stata una cosa incredibile. A parte il prodotto molto bello e il fatto che siamo riusciti – cosa non facile – a sintetizzare 25 anni di Zoo in uno spettacolo che dura 3 ore, ma questa avventura ha anche compattato tantissimo il gruppo. Ad esempio, ne parlavamo prima sulle scale io e Fabio (Alisei, ndr), la Puccioni che prima faceva difficoltà – sai in onda con tre bestie come noi – adesso ha tirato fuori il mostro che c’era in lei”
Ossia…
“Si diverte un sacco, ha preso miliardi di applausi. La gente la osanna quando arriviamo a teatro o la presento, durante lo spettacolo e quando finisce… Standing ovation ogni volta. E poi stranamente, nonostante tutti noi abbiamo dei caratteri orribili, non abbiamo mai litigato, mai scazzato. Qualche correzione tipo ‘Non fare quella roba lì… o stai attento a non dire quella roba là’. Però per il resto, tutto perfetto”
Venticinque anni di Zoo in tre flashback che ti vengono in mente
“Beh, l’inizio è stato molto difficile. Perché tanta gente mi dice: ‘Quando ti è venuta in mente l’idea di fare lo Zoo?’
E la risposta è…
“Mai. Nel senso che mi hanno buttato in onda alle due del pomeriggio, avevo come antagonista Albertino, che ai tempi era inarrivabile e faceva musica. Siccome 105 non è mai stata fortissima per la musica che trasmette, almeno da quando ci lavoro io, ho detto ‘Se devo basarmi sulla programmazione che abbiamo, 2 minuti e ho finito’. E lì mi è venuta l’idea di provare a far ridere il pomeriggio, cosa che in America non l’ha mai fatto nessuno. In Italia c’era il morning show, che aveva la pretesa di far ridere o comunque divertire, intrattenere, ma nessuno aveva mai fatto un programma di intrattenimento come il nostro, in un orario tra l’altro anche difficile, perché dalle due alle quattro, la gente lavora. Sì i ragazzini tornano a casa da scuola, ma oggi i ragazzini hanno 1000 altre alternative… E quindi lo Zoo è nato un po’ per caso, un pezzettino alla volta. Diciamo, visto che mi hai fatto questa domanda…”
Siamo al primo flashback…
“La parte che non dimenticherò mai è stata quella di far digerire all’ex proprietario della radio Alberto Hazan una roba così forte, perché anche se all’inizio eravamo in punta di piedi, comunque abbiamo infranto tutte le regole della radiofonia. Quella è sicuramente la prima cosa, il fatto di sentirmi dire a un certo punto ‘Hai vinto tu’. Perché lui mi mandava via, mi faceva le multe.. Però a un certo punto ha detto ‘Hai vinto, fai troppi ascolti’….”
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Il secondo flashback..
“La fuga dei miei tre colleghi – Paolo, Fabio e Wander – una ferita enorme, un lutto più che altro. Ci ho messo tanto a digerirlo. Però devo dire che nel contempo è un altro momento da non dimenticare. Non mi vergogno a dire che pensavo – come gli ascoltatori del resto – che fosse la fine di questo programma. In realtà è stato l’inizio di una versione nuova. Me lo dico da solo, io sono uno con due palle così, non mollo mai. Più mi attacchi, più mi aggredisci, più cerchi di ammazzarmi e più mi risollevo. Così ho fatto nel 2011 e abbiamo vinto ancora con gli ascolti, con una squadra un po’ zoppa, perché comunque Ivo Avido, Herbert Ballerina – e Maccio Capatonda che poi non veniva neanche in onda – non erano sicuramente dei ‘radiofonari‘. E così poi piano-piano loro hanno continuato a fare quello che era il loro mestiere, ossia la tv, il cinema e altre cose. Devo dire che ho avuto la prontezza e credo anche l’umiltà di seppellire l’ascia di guerra quando il programma di loro tre andava malissimo a Radio Deejay. Invece del ‘ho vinto io’, ho detto ‘Tanto loro sanno che ho vinto io, gli ascoltatori sanno che ho vinto io. Basta. Riprendiamo la squadra vecchia e così diamo altri 10 anni almeno al programma’. Così è stato. Anzi, li abbiamo anche superati abbondantemente”
E hai anche ricostruito un rapporto umano molto bello tra voi…
“Sì. Oggi col senno di poi mi sento di dire che la colpa era di tutti. Nel senso che quando litighi è sempre al 50%. Passami il termine, io sono un capo molto severo. E’ l’unico modo che hai per per ottenere certi risultati. Ieri per esempio ho sfondato mezza radio a pugni, perché non funzionava una cosa, si è bloccato un computer, non per colpa mia. Sono uno preciso, ci tengo e voglio che – finché siamo in onda – ogni puntata sia indimenticabile. Perché la radio è così, ci metti una vita ad arrivare in vetta e un secondo a perdere il podio. E io non voglio perdere il podio, anzi… Non lo faccio per i soldi, ma perché mi piace. E’ una sfida nella mia vita”
E siamo al terzo flashback…
“Forse questa parentesi del teatro, anche se ‘Zoo 20’ è stato bellissimo, però il teatro ci ha aperto un mondo diverso. Una bella emozione. Il pubblico è lì seduto, tutti pensano che faremo la radio, quindi la caciara. Invece sin da subito li azzittiamo, perché parto con un monologo, poi sì c’è caciara, ci sono scenette – alcune sono nuove, altre storiche – ci sono i personaggi storici dello Zoo. Però ci sono anche dei momenti in cui lo spettacolo è serio e li lascia un po’ sbalorditi. E vanno via pensando ‘Ho riso, pianto, mi sono emozionato, è un’altalena”
A proposito di pianto, un momento toccante è il ricordo…
“Di Leone (di Lernia, ndr)”
Con… la sua voce che vi parla del paradiso
“E’ molto bello. E ancora oggi dopo 17 date su 19, ogni volta che finisce il blocco mi viene la pelle d’oca. Leo manca. Però adesso abbiamo un nuovo Leone Di Lernia ossia… Letizia Puccioni, che pian-piano lo sta diventando, anche per via dell’età (ride, ndr)”
Andiamo oltre il teatro. Le prossime frontiere dello Zoo di 105. Qualche idea che hai o che bolle in pentola…
“Purtroppo la gente del nostro settore ci vede ancora male – nonostante i successi, i risultati e tutto siamo visti come le pecore nere, cosa che da una parte mi fa anche godere, ma dall’altra ci tarpano le ali – però il mio sogno sarebbe quello di riuscire a fare un vero ‘Late Night’. Anzi un un ‘Late-Late Zoo’. Su qualsiasi rete televisiva, ma anche su YouTube ad esempio. Un programma televisivo, suonando le nostre corde, ma senza gli eccessi della radio, perché sappiamo far ridere anche senza le volgarità. Ormai questo è il format e non si cambia. Finché si chiamerà Zoo di 105 sarà quella roba lì. Però noi sappiamo fare anche delle cose un po’ più alte, vista anche l’età. E poi…”
Poi?
“Adesso stiamo preparando un Docu-Zoo per chi non è potuto venire a teatro. Sarà un po’ un ‘Best of’ di tutto quello che è successo. Backstage, tante robe rubate da ogni spettacolo. Il 17 marzo all’Arcimboldi di Milano, avremo le telecamere, quindi riprenderemo tutto lo spettacolo…”
Torniamo alla tua idea di uno Zoo di 105 Late Night in tv… stai mandando un messaggio a Pier Silvio Berlusconi?
“Magari. Io lo amo. ‘Pier Silvio dacci uno spazio alle 23, mezzanotte, l’una… Ti prometto che lo registriamo così almeno si può pulire’. So che esistono delle cose simili, ma non hanno lo stesso mordente io la farei all’americana proprio”
In questi 25 anni di Zoo hai anche trovato il tempo di vincere l’Isola dei Famosi, a furor di popolo. Mi pare che però tu all’Isola non ci torneresti mai…
“Aspetta… no, però ci sono delle cose che ho vissuto con alcune persone, ovviamente, Paolo (Noise, ndr) in primis, ma anche Andrea Lo Cicero, Cristina (Scuccia, ndr), Luca (Vetrone) e Pamela (Camassa). Sono stati dei momenti talmente belli, di straordinaria amicizia, nata per caso. Ecco quella parte un po’ mi manca. Tornare con loro sull’Isola, sapendo adesso come funziona, l’avrei fatta molto meglio. Io sono entrato nel panico più totale… volevo scappare”
Come mai?
“Non pensavo fosse una roba così, ma non tanto per le privazioni. Il telefonino non mancava. Mi mancavano mia moglie, i miei cani… Ma è proprio il fatto che ti rompi i c… Io che sono un iperattivo e non sto mai fermo, lì non sapevo cosa fare. Andavo fuori di testa. Poi vedevo gli altri concorrenti che invece erano più esperti di me, recitavano. A me sta roba proprio no… Sono uno che se sono inc… apro il microfono, vado in onda e sono inc…. Poi mi passa perché lo Zoo ti trascina dentro un mondo tutto suo. Però io sono sempre stato così, quello che vedi sono. È ovvio che nello Zoo esaspero, non è che vado in giro a ruttare, a dire le parolacce in faccia alla gente. Qua esaspero il lato folle che ognuno di noi ha dentro”
E all’isola…
“Vedevo questa gente pazza. Erano morti, poi arrivava la telecamera e facevano i balletti… E pensavo ‘Ma sei scemo? Io no, io ‘sto gioco, non voglio giocare’. Non mi piaceva questa roba. Poi col tempo mi sono un po’ adattato, ho capito che non mi facevano uscire. Oltretutto, non so se lo sai, ma io ero d’accordo con le Iene”
Cioè…
“Sono andato pensando ‘Vado due settimane, spacco tutto e me ne vado’. Parlo con il nostro amministratore delegato mi dà l’ok, ‘Tanto il programma è della rete’…”
A quel punto…
“Mi metto d’accordo con Gaston Zama e Rovazzi, che sono due miei cari amici. E dico loro ‘Ragazzi, io darò una parola d’ordine in diretta, quando lo farò, voi vi fate trovare già in Honduras mi venite a prendere col gommone di notte, tipo alle tre del mattino’. Non ci avrebbe beccato nessuno. Io ho due passaporti, italiano e americano. Il primo lo avevo lasciato alla produzione, con il secondo sarei uscito dall’Honduras, tornato in Italia e mi sarei fatto trovare dopo una settimana nei bagni della casa del Grande Fratello. Arrivo all’isola la prima settimana dico subito la parola d’ordine”
Ossia?
“Mi manca L’Averna. Silenzio. Seconda puntata lo ridico… Niente. Io lì alle tre di notte ad aspettare… Mi hanno mollato lì. Poi mi mandano mia moglie, perché hanno visto che ero bello agguerrito”
Tua moglie insieme al cane…
“Sì, con i cani. Tra l’altro uno si è rotto anche un tendine saltando giù dall’elicottero. Mia moglie diceva ‘Devi restare stai spaccando’. E io ‘Ma sei cretina? Non voglio stare qua, questi sono fuori di testa’. Alla fine sono rimasto…”
Isola a parte, non ti piacerebbe magari di nuovo con Paolo un altro reality, magari tipo Pechino Express, zaino in spalla
“Sì. Pechino è bello, mi piace molto. Me l’hanno vietato perché è su un’altra rete purtroppo. Me lo hanno chiesto più volte. Però mi piacerebbe tirare fuori quel lato che ha lo Zoo ogni tanto – ossia ‘Polaroid’, ‘Docu Zoo’ – quando magari trattiamo degli argomenti delicati legati agli animali e non solo. Abbiamo salvato la vita a una bambina una volta: aveva un tumore al cervello quasi inoperabile e abbiamo fatto una raccolta fondi con tutti gli ascoltatori. Poi una mega festa. È stata una cosa straordinaria, ma sai quelle cose che nascono in maniera naturale? Sono stati raccolti i soldi necessari per farlo operare e lei è ancora in vita. Si chiama Arianna, anzi la saluto. Ecco, questo lato dello Zoo mi piacerebbe portare in tv, ovviamente con scherzi, tutte le nostre follie. Senza gli eccessi, perché la tv non li digerisce, per ovvi motivi. Fare reality… Boh. Pechino Express sì, forse l’unico che farei. Il Grande Fratello no, perché non è nelle mie corde”
E inoltre…
Un messaggio a Linus, cosa avrebbe fatto Mazzoli se non fosse diventato una star della radio e poi…
Marco Mazzoli e 25 anni dello Zoo di 105, la video intervista ad Affaritaliani.it
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Fonte : Affari Italiani