Il varicocele è una delle patologie più frequenti dell’apparato riproduttivo maschile. Si tratta di una dilatazione delle vene spermatiche, quelle che circondano il testicolo. In condizioni di normalità queste vene hanno il compito di drenare via il sangue dal testicolo; quando c’è il varicocele si verifica, invece, un reflusso di sangue verso il testicolo, che provoca un ristagno di sangue con un aumento della temperatura e una condizione sfavorevole per una normale spermatogenesi (produzione degli spermatozoi) a causa del possibile accumulo di sostanze dannose e scarsa ossigenazione.
Una condizione che interessa circa il 15 per cento della popolazione generale maschile (soprattutto ragazzi tra i 15 e i 25 anni), ed è presente nel 30-40 per cento degli uomini con problemi di fertilità. Il problema di questa patologia è che nella maggior parte dei casi non si presenta con sintomi evidenti. Per questo motivo, sottoporsi periodicamente a visite di controllo dall’andrologo già a partire dai 15 anni è fondamentale. Solo con una diagnosi precoce è possibile evitare conseguenze negative per la salute riproduttiva futura. Ma quali sono le cause? E come si cura il varicocele? Ne abbiamo parlato con Paolo Verze, professore di Urologia presso l’Università degli Studi di Salerno e Direttore della UOC Clinica Urologica dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno.
Prof. Verze, come si manifesta il varicocele?
“Questa malattia, che colpisce circa il 15 per cento dei maschi in età puberale, e si forma prevalentemente a sinistra (nel 97 per cento dei casi), non dà disturbi specifici nella stragrande maggioranza dei casi. Tuttavia, quando si manifesta, in genere si riferiscono sintomi quali una riduzione delle dimensioni del testicolo (ipotrofia), oltre ad un senso di peso/dolore dallo stesso lato e l’impressione di palpare un “sacchetto di vermi” al di sopra del testicolo”.
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Quindi come ci si accorge di avere un varicocele?
“In linea di massima i pazienti si rivolgono allo specialista per dolori aspecifici ai testicoli, che quasi sempre non sono correlati alla presenza del varicocele ma piuttosto a banali infiammazioni delle vie seminali tipiche dei soggetti in fase puberale. Durante la visita, lo specialista si accorge della presenza del varicocele palpando il testicolo. A quel punto il paziente deve collaborare con il clinico per eseguire un’adeguata valutazione del grado del varicocele, eseguendo la manovra di ponzamento”.
Come viene fatta la diagnosi? Esistono esami specifici?
“Una volta posta la diagnosi di sospetto con la visita, si deve porre una conferma strumentale eseguendo un ecodoppler testicolare, che servirà anche per fornire il grado di gravità. Successivamente deve essere fatta una valutazione dell’eventuale danno seminale associato, eseguendo anche un esame del liquido seminale. Per quanto riguarda le indagini di laboratorio, va eseguito un dosaggio ematico per escludere alterazioni ormonali (riduzione del testosterone, aumento di FSH e LH), soprattutto nei casi più gravi in cui si sviluppa una riduzione della dimensione del testicolo”.
Quali possono essere le cause?
“Alla base del varicocele e della dilatazione dei vasi venosi testicolari possono essere identificate differenti concause, sia su base anatomica che di predisposizione genetica. Nel processo del reflusso venoso sono sicuramente coinvolte le valvole anti-reflusso presenti nei vasi venosi; una loro insufficienza o malfunzionamento può quindi determinare un alterato ritorno venoso dal testicolo che si traduce in reflusso e stasi venosa. Esiste anche un varicocele secondario, fortunatamente di raro riscontro e che di solito interessa persone di età più avanzata, determinato in genere da voluminose masse tumorali”.
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Quali problemi può causare il varicocele?
“In primo luogo, il varicocele provoca problemi di fertilità. Queste vene dilatate creano un microambiente intorno al testicolo in cui la temperatura aumenta. Esistono delle alterazioni ematochimiche e quindi il testicolo non può lavorare al meglio delle sue possibilità e gradualmente, nel tempo, si rovina e si deteriora. Ciò implica che quando il maschio cerca di avere un concepimento a volte non riesce proprio a causa della presenza del varicocele. Il quadro seminologico che più spesso si associa (circa 60-70 per cento dei casi) consiste in una riduzione lieve o moderata della concentrazione, della motilità o della qualità degli spermatozoi, mentre in un circa 20 per cento dei casi si verifica una alterazione contemporanea di tutti questi parametri. Ultimamente è stata posta anche molta attenzione alla presenza dei radicali liberi e allo stress ossidativo conseguente. Tali sostanze in parte conseguenti ai meccanismi fisiopatologici alla base del varicocele in parte dovuti allo stile di vita del paziente (fumo, stile di vita sedentario, dieta sregolata, consumo di sostanze stupefacenti) e all’ambiente circostante (inquinamento ambientale per lo più), vanno a danneggiare lo sviluppo e la maturazione degli spermatozoi andando ad alterare sia le caratteristiche strutturali e funzionali del gamete ma inducono anche alterazioni a livello del materiale genetico che gli spermatozoi contengono al loro interno”.
Esiste une terapia medica per la gestione del varicocele?
“Non esiste al momento una terapia medica che possa risolvere il varicocele, ma sono state proposte differenti sostanze (supplementi alimentari, nutraceutici e parafarmaci) in grado di andare a limitare gli effetti negativi dei meccanismi fisiopatologici coinvolti nel varicocele, per migliorare la qualità del liquido seminale e ridurre così gli effetti deleteri della condizione patologica di base. Tra questi nutraceutici riscontriamo per lo più sostanze con attività protettiva e antiossidante (Vit C, Vit E, Zinco, Carnitina, Mio-inositolo, Arginina, Coenzima Q10 ed altre)”.
Quando è necessario l’intervento?
“Il varicocele deve essere trattato a scopo preventivo per evitare un danno testicolare; pertanto, significa che è indicato un trattamento soprattutto negli adolescenti con varicocele di alto grado, o in caso di alterato trofismo della gonade o in caso di iniziale alterazione dei parametri seminali. Non esistono al momento dati comprovati che indicano un momento preciso entro cui andare a trattare il varicocele per prevenire ogni forma di danno né tanto meno esiste un limite di età oltre cui non è più indicata la correzione del varicocele. Per quanto riguarda la sintomatologia dolorosa, questa può essere associata al varicocele ma non deve essere l’unica indicazione o motivazione per cui si procede con la correzione, dal momento che potrebbe non risolversi totalmente dopo la procedura”.
Quali sono le procedure chirurgiche oggi a disposizione?
“Procedure operative chirurgiche e/o radiologiche, eseguite in anestesia locale in regime di day surgery. L’obiettivo comune di tutte le procedure correttive è quello di interrompere l’anomalo reflusso venoso salvaguardando le arterie, i vasi linfatici, i nervi ed il dotto deferente che decorrono nelle vicinanze”.
Il trattamento del varicocele previene quindi la sterilità?
“In un contesto di infertilità di coppia, il varicocele è la causa più frequente di infertilità da fattore maschile, pertanto la sua ricerca ed eventualmente correzione sono di fondamentale importanza nella gestione del paziente e della coppia infertile. In seguito alla correzione del varicocele, il miglioramento dei parametri seminali che ne derivano, determinano un miglioramento della pregnancy rate spontanea (bambini in culla senza utilizzo di tecniche di fecondazione assistita). Recenti evidenze scientifiche dimostrano come la correzione del varicocele rivesta un ruolo terapeutico anche i pazienti con varicocele importante e gravi alterazioni dell’analisi seminale, che generalmente vengono direttamente inviati a centri di fecondazione assistita poiché la situazione di partenza rende improbabile sperare in un concepimento spontaneo. In tali casi è stato infatti dimostrato come la correzione del varicocele prima delle tecniche di PMA (procreazione medicalmente assistita) migliori in modo significativo i risultati in termini di fecondazione e di pregnancy rate delle stesse tecniche di PMA. In alcuni casi, dopo la correzione del varicocele, è stato addirittura possibile utilizzare tecniche di PMA meno invasive (FIVET-fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione) rispetto a quello che si sarebbero dovuto usare nella stessa coppia (ICSI-iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo) prima della correzione del varicocele nel maschio della coppia”.
Fonte : Today