Trump, la Tesla che si è comprato è un “pacco”

Ci sono poi stati richiami legati a malfunzionamenti degli airbag, potenziali problemi con la funzione di assistenza al servosterzo, maniglie delle porte difettose, dischi dei freni deformati e, nel 2023, anche il ritiro di tutti i veicoli Tesla che utilizzavano la funzione di guida autonoma completa, deciso dalla stessa azienda. Secondo la documentazione presentata all’epoca dall’Nhtsa, i problemi includevano l’arresto non corretto ai segnali di stop, eccessi di velocità e cambi di corsia imprevisti.

In generale, va sottolineato che negli ultimi anni i richiami sono aumentati per molti brand automobilistici – tra cui Mercedes, General Motors, Bmw, Chrysler e Ford –, a causa della crescente complessità dei veicoli moderni.

La crisi di Tesla

Da parte sua, Musk spera che un endorsement presidenziale così convinto riesca invertire l’allarmante calo nelle vendite della sua azienda. Secondo Kelley blue book, a febbraio Tesla ha venduto 43.650 veicoli elettrici, quasi il 6% in meno rispetto al 2023. Il quadro è addirittura peggiore a livello globale, con un crollo di oltre il 75% in Europa e del 65% in Australia nei primi due mesi dell’anno. Uno dei pochi mercati in controtendenza è il Regno Unito, dove a febbraio le vendite di Tesla sono cresciute del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Nel frattempo, la vergogna di essere associati a un’azienda il cui l’amministratore delegato ha fatto il saluto romano e appoggiato un partito di estrema destra in Germania si sta rivelando insostenibile per alcuni clienti Tesla, che hanno iniziato ad applicare sui loro veicoli gli stemmi di case rivali.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

Fonte : Wired