Gli occhi del mondo sono puntati su Mosca. Spetta infatti a Putin adesso esprimersi sulla tregua di un mese in Ucraina, già accettata da Kiev ma che nei fatti rischia di restare lettera morta. Mosca fa sapere di non avere alcuna fretta di accettare la tregua e sembrano non sortire effetto le minacce del presidente americano Donald Trump. Il tycoon le chiede di “accettare il cessate il fuoco”, paventando in caso contrario sanzioni finanziarie “devastanti”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dal canto suo ha esortato a “non correre” sottolineando che “per prima cosa” la Russia attende di ricevere dagli Usa informazioni dettagliate sui colloqui in Arabia Saudita. Per questo i negoziatori sono in Russia. Il Cremlino, inoltre, non esclude che possa essere organizzata una nuova telefonata tra Putin e Trump.
Da parte dei più popolari blogger militari ed esponenti nazionalisti russi si è levata in coro la richiesta al Cremlino di respingere la tregua, perché “servirebbe solo a fermare l’avanzata in atto delle truppe di Mosca e a dare alle forze ucraine la possibilità di riorganizzarsi e riarmarsi”.
Zelensky in pressing sugli Usa
Zelensky torna a premere sugli Usa perché garantiscano che la Russia vogliano davvero la pace. “Dobbiamo procedere verso la pace, verso le garanzie di sicurezza, e dobbiamo liberare il nostro popolo. Siamo determinati a lavorare il più rapidamente possibile con i nostri partner. Il fattore chiave è la capacità dei nostri partner di garantire che la Russia sia disposta non a ingannare, ma a mettere davvero fine alla guerra”, ha detto in evidente riferimento a Washington, “perché in questo momento gli attacchi russi non si sono fermati”.
“Meccanismi per assicurare che la Russia rispetti il cessate il fuoco con l’Ucraina? Ovviamente questa è una grande domanda ipotetica che non commenterò, perché non siamo ancora a quel punto”, dice la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. “La situazione attuale – ha precisato parlando con la stampa – è che gli ucraini hanno accettato un cessate il fuoco, gli ucraini hanno accettato il piano di pace che è stato messo sul tavolo ieri in Arabia Saudita dal segretario di Stato e dal nostro consigliere per la sicurezza nazionale, con cui ho appena parlato”.
We must move toward peace, toward security guarantees, and we need to free our people. We are determined to work as quickly as possible with our partners.
The key factor is our partners’ ability to ensure Russia’s readiness not to deceive but to genuinely end the war. Because… pic.twitter.com/VUkrTS1VyF
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) March 12, 2025
Kiev in ritirata dal Kursk
Sul campo la guerra continua e le attività diplomatiche non sembrano avere effetti. “Circa un centinaio di droni Shahed attaccano l’Ucraina ogni notte. Gli attacchi missilistici sono regolari. Alcune delle nostre infrastrutture civili e dei nostri porti sono stati colpiti, sfortunatamente, anche a Odessa”, dice Zelensky.
Alcune unità dell’esercito ucraino si stanno ritirando dal Kursk, come ha ammesso il generale Oleksandr Syrsky, comandante in capo delle Forze armate di Kiev, mentre prosegue l’avanzata delle truppe russe. “Nella situazione più difficile, la mia priorità è stata e rimane quella di salvare le vite dei soldati ucraini. A tal fine, le unità delle forze di difesa, se necessario, stanno manovrando verso posizioni più favorevoli”, ha dichiarato, utilizzando una formula solitamente usata sia da parte russa che ucraina per indicare una ritirata.
Solo poche ore fa Putin aveva dato ordine di sconfiggere gli ucraini nella regione di Kursk “il più presto possibile”. Il presidente russo, in uniforme militare, ha fatto visita per la prima volta alle truppe impegnate nella controffensiva ed è stato accolto dal capo di Stato maggiore, Valery Gerasimov, secondo il quale le forze ucraine sono “distrutte metodicamente”.
Fonte : Today