Il Parlamento europeo sostiene il piano per il riarmo di von der Leyen

Il Parlamento europeo ha dato il suo via libera al piano per il riarmo dell’Europa presentato la scorsa settimana dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. L’Aula di Strasburgo ha approvato con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni, una risoluzione che chiede di agire con urgenza per garantire la sicurezza del blocco.

Si tratta di un testo non vincolante, ma che rappresenta comunque un endorsement politico al piano ReArm Europe, con cui Bruxelles punta ad aumentare le spese militari fino a 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni. A sostenere il testo sono stati compatti i tre partiti della “maggioranza Ursula”, popolari, socialisti e liberali, con alcune eccezioni come quella di una parte dei deputati del Partito democratico che, su indicazione della segretaria Elly Schlein, si sono astenuti.

Nel testo, che rappresenta il contributo dei deputati al cosiddetto Libro bianco sul futuro della difesa europea, che la Commissione e l’Alto Rappresentante dovrebbero presentare la prossima settimana, il Parlamento chiede misure concrete per avviare “sforzi realmente innovativi” e azioni “simili a quelle utilizzate in tempo di guerra”.

Nella risoluzione si afferma che l’Europa sta affrontando “la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda” e si invitano i Paesi membri, i partner internazionali e gli alleati della Nato a rimuovere tutte le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo.

La Russia, sostenuta dai suoi alleati Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, rappresenta “la minaccia diretta e indiretta più significativa per l’Ue e la sua sicurezza”, si afferma ancora nella risoluzione. I deputati sottolineano poi come le recenti dichiarazioni e azioni dell’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump abbiano aumentato le preoccupazioni sul futuro atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia, della Nato e della sicurezza europea.

Alla luce di questo scenario, il Parlamento evidenzia che gli sforzi di difesa dell’Ue “non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti quanto ai risultati”. I deputati chiedono quindi maggiori sforzi non solo nel settore militare, ma anche in quello industriale, tecnologico e dell’intelligence.

Fonte : Today