La stangata sui costi dell’elettricità nel nord della Russia

Nella regione di Pskov le bollette sono schizzate anche oltre i 30mila rubli mensili senza alcuna comunicazione sull’aumento delle tariffe, mentre in Cecenia o in Daghestan si chiude un occhio sui debiti miliardari per le forniture energetiche, senza sospensione dei servizi.

Mosca (AsiaNews) – Da gennaio di quest’anno gli abitanti della regione di Pskov, nella Russia nord-occidentale, hanno ricevuto inaspettatamente delle bollette della luce due volte più alte del mese precedente, senza che l’agenzia dei servizi Pskovenergosbyt abbia ritenuto necessario informare dell’aumento. Il problema si è verificato anche in altre regioni settentrionali, come nell’enclave russa sul Baltico di Kaliningrad, e i giornalisti di Okno (“La Finestra”) hanno cercato di capire come reagiscono gli abitanti di queste zone.

In realtà, già dall’estate del 2024 tutti gli oltre 100 soggetti federali della Russia erano passati all’uso differenziato dell’energia elettrica, per cui la tariffa era regolata in crescita secondo l’uso, per cercare di contrastare il mining delle tariffe privilegiate nel mercato energetico. Il prezzo è influenzato molto dal riscaldamento elettrico, da cui si cerca di ottenere i vantaggi a seconda delle tecnologie accessibili alle diverse abitazioni, e sono le autorità regionali a stabilire le quote di assegnazione, che si differenziano anche tra città e zone di campagna.

Nella regione di Pskov, in base a queste modifiche, non si attendevano rincari così esagerati, con bollette anche oltre i 30mila rubli mensili (300 euro). “Siamo rimasti allibiti – racconta Artem Gradov, un abitante della provincia di Pečora – quando a gennaio mi è arrivato un pagamento aggiuntivo di 6.500 rubli sui soliti 12 mila… Mi sono messo a cercare su internet, dove ho trovato delle spiegazioni accompagnate da immagini invernali molto suggestive, ma che non hanno per niente alleviato le mie preoccupazioni: ci tocca tornare alle torce”. Artem vive con la moglie e la figlia di 5 anni nel villaggio di Lazarevo, in una casa costruita da poco in cui le camere si riscaldano bene e in fretta, e sapendo degli aumenti avrebbe potuto regolare diversamente i termosifoni, che in Russia si tengono per abitudine al massimo della potenza.

Nella regione di Pskov, del resto, le percentuali delle assegnazioni per il riscaldamento sono molto inferiori a quelle di San Pietroburgo e della circostante regione di Leningrado, e anche di quella di Kaliningrad. Questo significa che gli abitanti di Pskov passano alle tariffe superiori molto più in fretta, finendo per pagare cifre molto più alte, se gli abitanti non riescono a regolarsi per tempo, cosa che non è abituale in Russia, dove dai tempi sovietici la luce e il riscaldamento dipendono dai servizi centralizzati. Negli ultimi anni, con le ristrutturazioni all’economia dovute ai tempi di guerra, quel sistema è stato sostituito da quello locale e personalizzato, senza reale assistenza da parte delle amministrazioni regionali.

Le condizioni sono del resto dipendenti da criteri molto arbitrari e discutibili, per cui nell’Abkhazia separatista, e di fatto occupata, l’elettricità è fornita gratuitamente dai russi, e nelle regioni del Caucaso settentrionale come la Cecenia e il Daghestan si chiude un occhio sui debiti miliardari per le forniture energetiche, senza sospensione dei servizi, mentre al nord i cittadini sono costretti a pagare tariffe astronomiche. Le informazioni sugli aumenti sono arrivate dopo le bollette, precedute solo da qualche accenno a “possibili modifiche” senza indicare termini e condizioni.

Dall’anno scorso sono state istituite le “patenti energetiche” dei residenti, ma la stragrande maggioranza dei cittadini vive ancora negli automatismi ereditati dai tempi sovietici, senza potersi orientare sulle varie disposizioni. Tanto più che il sistema dei servizi comunali e regionali è ancora estremamente complesso, per riuscire ad avere tutte le informazioni i cittadini si devono rivolgere a più di 30 istituzioni competenti, e i sistemi di approvvigionamento non sembrano migliorare in seguito agli aumenti delle tariffe. Nella stessa regione di Pskov, le intense nevicate di gennaio hanno lasciato senza elettricità per parecchio tempo circa 20 mila abitanti, e l’anno precedente erano stati anche di più. I cambiamenti economici della Russia in guerra stanno modificando solo adesso i meccanismi sovietici dei servizi sociali dei cittadini, creando disagi destinati a crescere sempre di più.

Fonte : Asia