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La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione per la famiglia Mottola e disposto un nuovo processo di appello per l’omicidio di Serena Mollicone. Il criminologo Lavorino: “Attendiamo serenamente le motivazioni del rinvio”.
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“Il pool di difesa della famiglia Mottola attende serenamente le motivazioni di questo rinvio per vedere quali punti devono ancora essere discussi e approfonditi in fase di appello. Gli avvocati Francesco Maria Germani, Piergiorgio Di Giuseppe, Paolo Marsella ed Enrico Meta, oltre ai loro consulenti, come il sottoscritto, faranno e faremo di tutto per far assolvere nuovamente i nostri assistiti”. Lo ha dichiarato il consulente della famiglia Mottola e criminologo Carmelo Lavorino, a margine della decisione della Corte di Cassazione di annullare la sentenza di assoluzione per l’omicidio di Serena Mollicone. Gli ermellini hanno disposto un nuovo processo bis per gli imputati, ritenendo non sufficientemente approfondite alcune questioni, tra cui la presenza della 18enne nella caserma di Arce.
Lavorino: “Bisogna trovare vero assassino di Serena”
“Se la Corte chiede nuovi approfondimenti, ci saranno senza nessun problema – continua Lavorino – L’annullamento della sentenza dice solo che deve essere motivata meglio, aspettiamo cosa dice la Cassazione e vedremo. I Mottola? Sono tranquilli e sereni e aspettano il devolvere della situazione, anche se questo ci fa perdere tempo prezioso per individuare il vero assassino di Serena Mollicone, dato che più passa il tempo più si perdono le tracce, sia fisiche, sia chimiche, sia testimoniali”.
L’omicidio di Serena Mollicone e il giallo della caserma di Arce
Imputati nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone sono l’ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce Franco Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco. Assolti in primo e secondo grado, sono accusati di omicidio volontario e occultamento del cadavere della diciottenne, trovata priva di vita in un bosco a Fontecupa. La giovane era scomparsa due giorni prima da Arce: secondo quanto ricostruito dai carabinieri del RIS, che ripresero in mano le indagini anni dopo l’omicidio, la ragazza fu uccisa proprio nella caserma di Arce. Secondo quanto dichiarato invece dai giudici di primo e secondo grado, non ci sarebbe la prova materiale dell’ingresso di Serena nella caserma e della lite precedente con Marco Mottola. Per l’accusa, la giovane sarebbe stata uccisa dai Mottola perché voleva denunciare il figlio Marco per spaccio di droga. Ne sarebbe quindi nata una colluttazione all’interno della caserma, culminata con la morte della 18enne. Per depistare le indagini, avrebbero poi trasportato il corpo fino al bosco di Fontecupa, dove fu poi trovato il 3 giugno 2001.
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Ha collaborato Simona Berterame
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Fonte : Fanpage